luciana lamorgese

LAMORGESE, QUALCOSA NON TORNA - PERCHE' NON E' STATO IMPEDITO AGLI ESPONENTI DI FORZA NUOVA, NOTI ALLE FORZE DELL'ORDINE, DI PRENDERE IL CONTROLLO DELLA PIAZZA? - E POI C'E' LA TRATTATIVA STATO-FORZA NUOVA: LA VERSIONE DELL'ASSENSO DELLA POLIZIA AL CORTEO, SOSTENUTA DAGLI ARRESTATI, TROVA UN RISCONTRO IN UN'ANNOTAZIONE DI SERVIZIO DELLA DIGOS - QUALCOSA NON TORNA ANCHE SUL RUOLO DI CASTELLINO: LE DUE VERSIONE - E POI: QUALCUNO AVEVA CHIESTO ALLA CGIL LA DISPONIBILITÀ A INCONTRARE FORZA NUOVA?

Giuseppe Salvaggiulo per "la Stampa"

 

LUCIANA LAMORGESE

Sono tre i dubbi che restano dopo l'informativa della ministra Lamorgese. Primo punto critico: «adeguatezza del dispositivo di ordine pubblico». Tutto dipende dal rapporto agenti/manifestanti. Gli organizzatori della manifestazione avevano stimato 1000 partecipanti. Stima palesemente non credibile, per diverse ragioni. Il 28 agosto, dopo l'ennesima manifestazione, è il sindacato di polizia Italia Celere a paventare il rischio di «situazioni pesanti da gestire con scontri duri se i soliti noti riusciranno a coinvolgere 4-5mila persone» anziché «poche centinaia che si possono disperdere in un minuto».

 

giuliano castellino biagio passaro

Il 10 settembre la stessa ministra dichiara: «I toni salgono. Rischio di lupi solitari ed estremismi». Il 16 settembre il governo approva il decreto green pass, due giorni dopo viene convocata la manifestazione «contro l'infame tessera verde» per il 25 settembre in sessanta piazza da Bassano del Grappa a Francavilla al Mare. Benché organizzata in una sola settimana, diventa una riuscita prova generale. A Roma, dove esordisce il vicequestore no vax Nunzia Schilirò, sono almeno 3mila. Alcuni durante il deflusso bloccano il traffico sull'Appia, dieci vengono identificati e denunciati. A Milano 2mila provano a forzare il blocco di blindati in piazza Duomo.

 

luciana lamorgese foto di bacco (1)

A Trieste sono 7mila. Quei numeri si sommano il 9 ottobre in piazza del Popolo, dove sono, dice Lamorgese, «10-12mila». Eppure nonostante due settimane di preparazione, tam tam sul web, concentrazione a Roma di tutte le piazze per una «manifestazione generale, nazionale e unitaria», secondo la ministra il numero di partecipanti è «inaspettato». Il Viminale, «coerentemente all'assenza di elementi informativi su un indice di partecipazione così anomalo», tara su una stima di 3-4mila partecipanti un dispositivo di sicurezza di 840 unità, «da ritenersi pienamente adeguato e proporzionato».

 

giuliano castellino

Il secondo punto critico riguarda Forza Nuova. Da un anno protagonista delle manifestazioni no vax. Dice la ministra, citando la Corte europea, che si poteva impedire che il leader romano Giuliano Castellino, «ben noto per i trascorsi delinquenziali», prendesse il comando della piazza.

 

Eppure la sua pericolosità era stata rilevata dalla questura a più riprese. Ottobre 2020: viola ripetutamente le misure anti Covid in piazzale Ostiense e piazza del Popolo. Gennaio 2021: sottoposto a sorveglianza speciale e obbligo di dimora. Luglio: fermato e processato per aver violato quell'obbligo, che viene ribadito con «prescrizione di non partecipare alle manifestazioni pubbliche senza autorizzazione delle autorità di pubblica sicurezza».

 

giuliano castellino e roberto fiore assalto alla cgil

Eppure il 24 luglio, il 14 e 28 agosto partecipa «in alcuni casi come promotore» alle manifestazioni anti green pass, «incitando ad assumere un atteggiamento di ribellione» contro le istituzioni e fronteggiando lo sbarramento di poliziotti in assetto anti sommossa «con l'obiettivo di sfondarlo e raggiungere le sedi di parlamento e governo». Denunciato a fine agosto, perquisito il 6 settembre: in casa fumogeni, passamontagna, bastoni.

 

massimiliano ursino di forza nuova con giuliano castellino

Il 14 settembre nuovo Daspo (il terzo dal 2017) con durata massima di cinque anni per violenze nelle manifestazioni anti Covid. Dunque gli viene impedito di andare allo stadio (in realtà ci va lo stesso a tifare Roma al derby), ma continua a promuovere manifestazioni politiche. Il 25 settembre in piazza San Giovanni, con altri 30 di Forza Nuova. Il 29 settembre lancia l'appello «Tutti a Roma il 9 ottobre oltre gli steccati contro la tirannia tecno-sanitaria». Quel giorno alle 14,30 comunica alla questura la partecipazione alla manifestazione (con altri 200 di Forza Nuova), non ricevendo alcun divieto. Il terzo punto critico riguarda la trattativa Stato-Forza Nuova.

 

la ministra luciana lamorgese

La manifestazione era autorizzata come sit-in. La ministra nega un assenso del Viminale alla «esplicita richiesta», avanzata alle 16,15 anche per conto di Fiore e Castellino da Luigi Aronica, «er pantera di Monteverde» ex Nar ora in Forza Nuova, di effettuare un corteo fino alla sede della Cgil per «scandire slogan di protesta». Secondo Lamorgese alle 16,30, quando Castellino annuncia l'assalto alla Cgil dal palco, «la richiesta era in corso di valutazione» da parte dei funzionari di polizia «che frattanto avevano invitato i manifestanti ad attendere».

 

giuliano castellino manifestazione no green pass 2

E un quarto d'ora dopo, quando parte «il corteo non autorizzato di 3mila persone», la riserva non è stata sciolta, perché la polizia stava ragionando su «eventuali percorsi e siti alternativi». Una diversa versione dei fatti è però contenuta nel fascicolo giudiziario. La versione dell'assenso della polizia al corteo, sostenuta dagli arrestati (in ogni caso per il giudice non sufficiente a ridurne le responsabilità), trova un riscontro in un'annotazione di servizio della Digos secondo cui «attesa l'insistente richiesta dei numerosissimi manifestanti di effettuare un corteo () è stato loro permesso di effettuare un percorso dinamico verso i locali della Cgil». Carlo Taormina, avvocato di Fiore e Castellino, cita anche una «dettagliata relazione finale» della Digos con fasi, tempistiche («20 minuti») e catena gerarchica coinvolta nella trattativa. Paolo Colosimo, avvocato di Aronica, parla di «assenso implicito».

 

giuliano castellino manifestazione no green pass

Questa versione, con la polizia che ferma il traffico in piazzale Flaminio per far passare il corteo, è opposta a quella della ministra, che parla di «accelerazione della situazione in pochissimi minuti» e «avanzata impetuosa quanto disordinata» dei manifestanti. Divergenza anche sul ruolo di Castellino: per la ministra raggiunge la testa del corteo e interloquisce con la polizia solo in prossimità di piazzale del Brasile, al limite di villa Borghese, dove la polizia viene travolta. Nell'annotazione della Digos, è citato già in piazza del Popolo come interlocutore, quando motiva la richiesta del corteo «al fine di ottenere un incontro con un rappresentante della Cgil». E qui si pone un'ultima domanda: qualcuno aveva chiesto alla Cgil la disponibilità a incontrare Forza Nuova?

giuliano castellino manifestazione no green pass

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”