caterina corbi enrico berlinguer

IL LASCITO MIGLIORE DI ENRICO BERLINGUER? LA NIPOTE! CATERINA CORBI, 26 ANNI, DIPLOMATA AL CORSO DI RECITAZIONE DELL’ACCADEMIA SILVIO D’AMICO, RICORDA NONNO ENRICO (CHE NON HA MAI CONOSCIUTO): “PENSAVO CHE FOSSE UNA SORTA DI INGEGNERE E AVESSE INVENTATO LA SCALA MOBILE. ERA TUTT’ALTRO CHE TRISTE. IN FAMIGLIA LO RICORDANO PER QUEL MISTO DI ALLEGRIA E INCOSCIENZA CON CUI SPAVENTAVA GLI AFFETTI PIÙ CARI, SOPRATTUTTO DURANTE LE VACANZE IN SARDEGNA - A SCUOLA AI PARIOLI C’ERA CHI MI CHIAMAVA ZECCA E COMUNISTA. MA LE HO SEMPRE CONSIDERATE BAMBINATE” - E SULL’ATTENTATO IN BULGARIA…

Tommaso Labate per corriere.it - Estratti

 

 

caterina corbi 33

«Per tantissimi anni, sin da quando da adolescente ho cominciato a ricostruire la figura politica di mio nonno Enrico, ho sempre evitato di guardare le immagini dell’ultimo comizio. La ferita di quel dramma è ancora aperta per tutti, a casa. Come se questi quarant’anni non fossero mai passati, insomma, come se questa tragedia fosse appena accaduta. Come se fosse successo ieri. Per mia mamma, per i miei zii, per tutti noi.

 

Tutte le volte che su Internet ho iniziato a guardare un video sulla sua storia, ecco, immancabilmente, quando si arrivava al momento di Padova, alle sue ultime parole da vivo, spegnevo tutto. La prima volta che ho visto qualche frammento di quel comizio è stato nel film di Walter Veltroni, Quando c’era Berlinguer, in cui comunque si vede pochissimo. Poi, l’impatto visivo con quel dramma che per molti è stato un dramma collettivo ma che per me era e rimane una ferita familiare, c’è stato da poco, con Prima della fine, il documentario di Samuele Rossi che ricostruisce gli ultimi sette giorni di vita del nonno. Lì ho visto, per la prima volta».

 

giorgio napolitano con enrico berlinguer al mare all isola d elba el 1978

Caterina Corbi, figlia di Maria Berlinguer e di Alessandro, ha ventisei anni. È nata quattordici anni dopo quei tragici giorni del giugno 1984 in cui i comunisti e l’Italia intera dovettero senza preavviso prepararsi alla scomparsa di suo nonno, Enrico, terz’ultimo segretario del Partito comunista italiano ma primo in assoluto, ancora oggi, nel sacrario politico-sentimentale della sinistra.

 

 

Diplomata al corso di recitazione dell’Accademia Silvio d’Amico, c’era anche lei quando una sera, a casa sua, Elio Germano e il regista Andrea Segre sono entrati «con grande delicatezza e grande rispetto» — dice — per raccontare il progetto che poi è diventato il film Berlinguer-La grande ambizione, presentato di recente alla Festa del cinema di Roma. Ha accettato la proposta di recitare in una piccola parte del lungometraggio, prestando il volto e la voce a una delle migliaia di donne comuniste che nel 1974 avevano cambiato il segno della campagna referendaria sul divorzio. In questa intervista, Caterina Corbi racconta il nonno che non ha mai conosciuto.

 

Quando ha iniziato a capire chi era stato suo nonno Enrico?

«Da bambina avevo una maestra che, una volta capito chi fossi, me ne parlava con grande trasporto. “Tuo nonno, Caterina, tuo nonno...”. Ovviamente non capivo a cosa si riferisse, non potevo capire. 

caterina corbi 33

 

(...)

E poi?

«Poi un giorno andammo, cosa che facevamo sempre, a una delle tantissime iniziative che il partito organizzava per commemorare la figura di Enrico Berlinguer. Non capivo ovviamente quasi nulla ma quella volta una cosa la capii».

 

Che cosa?

«Scala mobile. Parlavano del nonno e ripetevano sempre scala mobile».

 

L’adeguamento dei salari al costo della vita. Il cui taglio voluto dal governo Craxi e il successivo referendum voluto da Berlinguer e poi perso dal Pci un anno dopo la sua scomparsa segnarono il punto più basso della frattura tra comunisti e socialisti nella storia della sinistra italiana.

«Esatto. Però io a quell’epoca per scala mobile intendevo appunto la scala mobile che avevo visto alla stazione o in aeroporto. A quel punto mi ero fatta l’idea che il nonno fosse stato una sorta di ingegnere che aveva inventato quella scala mobile».

 

Diventata più grande, che cosa rappresentò per lei girare per Roma o frequentare le scuole con la consapevolezza che gli altri sapevano che era la nipote di Enrico Berlinguer?

enrico berlinguer

«Sono nata e cresciuta nel quartiere Parioli, storicamente un quartiere di destra. Ho il ricordo di compagni di classe che inneggiavano al fascismo e al nazismo. Più avanti negli anni, alcuni compagni mi davano della “zecca”, della “comunista”, come se fosse un’offesa».

 

Traumatizzata?

«Non gli ho mai dato peso, le consideravo poco più che bambinate. Uno di questi compagni, dopo, è diventato un mio caro amico».

 

Mai rapita dalla passione politica?

«Costantemente come cittadina. Ma ho sempre pensato, e lo penso ancor di più oggi dopo il diploma all’accademia, che la mia ambizione dovesse coincidere col mio sogno: fare l’attrice. La politica prevede una sorta di chiamata, simile alla vocazione; la mia è un’altra».

 

bianca enrico berlinguer

Il ricordo di suo nonno riflesso nei racconti di famiglia?

«Quello di un uomo allegro. Ancora oggi, basta evocarlo, parlare di lui e la tavolata si scioglie in un sorriso. Come se fosse in grado, a quarant’anni e passa dalla sua scomparsa, di regalare armonia».

 

L’immagine pubblica votata al massimo del rigore e della sobrietà generarono l’equivoco che Enrico Berlinguer fosse un uomo triste, cosa che tra l’altro lui smentì pubblicamente rispondendo a una domanda diretta di Giovanni Minoli in una celebre intervista a Mixer.

«Era tutt’altro che triste, infatti. In famiglia lo ricordano per quel misto di allegria e incoscienza con cui spaventava gli affetti più cari. Per esempio, soprattutto durante le vacanze in Sardegna, arrampicandosi ovunque fosse umanamente possibile arrampicarsi. Rocce, scogli, ovunque... E poi c’era il mare, quelle uscite in barca a vela da solo, soprattutto quando il mare era forte e avrebbe consigliato maggiore prudenza. Non era proprietario di una barca ma a Stintino averne una a disposizione non era difficile per nessuno».

caterina corbi 22

 

(...)

Macaluso era stato l’unico depositario della rivelazione sull’attentato subito in Bulgaria nel 1973, pur non facendo parte della sua corrente.

«Lo sapevano in due. Lui e mia nonna. La storia dei comunisti italiani è fatta di gente che sapeva scegliere bene le persone a cui affidare una confidenza o un segreto perché lo custodissero come doveva essere custodito».

 

Quella storia, secondo lei, ha degli eredi ancora oggi? Dal punto di vista di una nipote nata troppo tardi per conoscerlo, esiste l’eredità politica di Enrico Berlinguer?

«Per forza. Quella è una storia fatta di giustizia sociale, di democrazia, di solidarietà, della difesa del lavoro e di un patrimonio di diritti che non può assolutamente essere dispersa. Perché parliamo di cose che sono irrinunciabili anche oggi. Soprattutto oggi».

 

enrico berlinguer achille occhetto

Ha finito di ricostruire i tragici fotogrammi di come la sua famiglia visse la tragedia di Padova, l’agonia di suo nonno, la fine, i funerali rimasti nel racconto collettivo della nostra storia?

«Ho iniziato. So che mia nonna partì la notte stessa in macchina alla volta di Padova. E che mia mamma e le zie si mossero l’indomani, in aereo. Quanto ai funerali...».

 

Sì?

«Quei funerali, per noi, sono i funerali di un padre, di un nonno. Ma la storia, la vicenda umana e politica di Enrico Berlinguer, quello che ha fatto, sono cose di tutti. E noi siamo contenti che sia, quarant’anni dopo, ancora così».

BENIGNI ENRICO BERLINGUERENRICO BERLINGUER ALLA MANIFESTAZIONE DEL 1984 CONTRO I TAGLI ALLA SCALA MOBILE

 

(…)

enrico berlinguer e eugenio scalfariENRICO BERLINGUER - MASSIMO DALEMA - ACHILLE OCCHETTOenrico berlinguer eugenio scalfari ciriaco de mita enrico berlinguer in barca a stintinoENRICO BERLINGUERenrico berlinguer GIORGIO ALMIRANTE AI FUNERALI DI ENRICO BERLINGUER

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...