conte salvini

“L'ITALIA È ESPOSTA AI RISCHI DI UN ASSETTO POLITICO DOMINATO DA SOGGETTI POCO AFFIDABILI” – STEFANO FOLLI FA LO SHAMPOO A SALVINI E CONTE: “L'ATTACCO DEL CAPO LEGHISTA ALLA BCE, ACCUSATA DI "VOLER SVENDERE L'ITALIA COME HA FATTO CON LA GRECIA", È PIÙ CHE ALTRO UN GOFFO TENTATIVO DI FAR PASSARE IN SECONDO PIANO L'OSCURO DISASTRO DEL MANCATO VIAGGIO IN RUSSIA. CONTE È INCAPACE DI METTERE IN CRISI UN GOVERNO CHE PURE ODIA, MA RISOLUTO A TENERLO IN UN EQUILIBRIO INSTABILE. ECCO ALLORA L'EX PREMIER CRITICARE FRANCOFORTE CON L'ARGOMENTO DEMAGOGICO CHE NON DOVEVA ALZARE I TASSI…”

Stefano Folli per “La Repubblica”

 

CONTE SALVINI

L’aumento del tasso d'interesse deciso dalla Bce è tutto tranne che un fulmine a ciel sereno, una decisione presa "da un giorno all'altro", come crede Matteo Salvini. Era atteso da qualche mese, coerente con la congiuntura internazionale e le scelte di Wall Street. Ciò che rende il quadro drammatico, soprattutto per un Paese come l'Italia ad alto debito pubblico, è il contesto. Sono i fattori che oggi scuotono il mondo: dalla guerra all'inflazione, dalla crisi dell'energia a quella del grano. È il venir meno, in questo scenario, degli acquisti dei titoli di Stato.

 

matteo salvini giuseppe conte

A Francoforte occorrerebbe una guida salda e solidale, come in passato fu Draghi, e invece Christine Lagarde sembra incerta e poco risoluta. I mercati lo capiscono subito e le Borse crollano. L'altro aspetto preoccupante è la fragilità dei Paesi più deboli. L'Italia, e anche questa non sembra una novità, resta cruciale per il destino dell'Unione, ma al tempo stesso è esposta ai rischi di un assetto politico dominato da soggetti poco affidabili. I quali aspirano a reggere il timone della nave in tempesta e nemmeno si rendono conto della scarsa credibilità con cui prendono parte al dibattito pubblico.

stefano folli foto di bacco

 

Questo punto è vero in condizioni semi-normali, tant' è che da più di un anno il governo è stato affidato a una figura esterna alle beghe romane; ma diventa un problema angosciante quando tutto sembra precipitare in un cortocircuito finanziario e sociale. L'attacco del capo leghista alla Bce, accusata di "voler svendere l'Italia come ha fatto con la Grecia", è più che altro un goffo tentativo di far passare in secondo piano l'oscuro disastro del mancato viaggio in Russia, su cui emergono via via nuovi particolari. Ma Salvini è parte integrante dello schieramento Lega-FdI-FI che aspira alla maggioranza nelle elezioni del 2023 e che vive il voto amministrativo di domani quasi come una prova generale, nonostante i soliti impresentabili nelle liste (o mancano i controlli ovvero si cercano proprio quei candidati).

MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE

 

Di fatto il centrodestra ritrova coesione su una linea che certo non aiuta Draghi. E se nessuno condivide i toni aspri di Salvini, nessuno prende le distanze da lui. Non solo: sull'altro versante abbiamo i 5S divisi tra Conte e Di Maio, con il primo incapace di mettere in crisi un governo che pure odia, ma risoluto a tenerlo in un equilibrio instabile. Ecco allora l'ex premier criticare Francoforte con l'argomento demagogico che non doveva alzare i tassi. Ancora una volta la convergenza Salvini-Conte è palpabile. Ne deriva che i prossimi mesi si annunciano nel segno della precarietà: fra lo "spread" a 230 punti, le minacce ai posti di lavoro, le riforme zoppicanti e la ripresa forse compromessa.

CONTE SALVINI

 

Davvero si vuol far credere che l'Italia possa fuoriuscire come se nulla fosse dalla situazione eccezionale in cui è nato il governo Draghi? Che possa tornare a una tranquilla dialettica tra schieramenti prigionieri di così profonde contraddizioni? È ovvio che la materia è delicata perché non si può comprimere a lungo la regola democratica. Ma è altrettanto vero che la crisi internazionale, che ora si mescola a una possibile crisi finanziaria, pone una serie di questioni ineludibili.

 

conte salvini

All'interno e all'estero. L'articolo di Paolo Mastrolilli in queste pagine dà conto dell'attenzione con cui dagli Stati Uniti si osserva l'involuzione della polemica in Italia. Sarebbe strano il contrario. In fondo i personaggi che più occupano la scena, sono gli stessi che hanno cercato di spostare l'asse della nostra politica estera verso Mosca e Pechino.

salvini conte

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")