giuseppe conte beppe grillo

“CONTE E GRILLO SI STANNO LITIGANDO UNA SCATOLETTA DI TONNO APERTA E ORMAI GIÀ MANGIATA” - L’EX CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL M5S, NICOLA BIONDO: “È LA GUERRA DI CONTE CHE IN QUESTO MOMENTO NON È LEADER, NON È ELETTO, NON CONTROLLA I GRUPPI PARLAMENTARI, NON È NIENTE. HA ASSAPORATO IL POTERE, GLI È PIACIUTO COSÌ TANTO CHE NON NE PUÒ PIÙ FARE A MENO” - “CONTE SENZA IL MOVIMENTO NON VA DA NESSUNA PARTE. CHI SE LO PRENDE, UNA CORRENTE DEL PD?”

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

Paolo Bracalini per "il Giornale"

 

«Cosa si stanno litigando? Una scatoletta di tonno aperta e ormai già mangiata». Nicola Biondo, ex capo della comunicazione M5s alla Camera ai loro esordi, li conosce molto bene i personaggi della commedia (tragica, per l' Italia) del Movimento Cinque Stelle.

 

«È la guerra di Conte che in questo momento non è leader, non è eletto, non controlla i gruppi parlamentari, non è niente. Sta cercando di continuare a vivere di politica, ha assaporato il potere gli è piaciuto così tanto che non ne può più fare a meno. L' uomo è fatto così, ha un' ambizione a livelli patologici».

 

NICOLA BIONDO

Quindi sta cercando di far fuori Grillo.

«Ha messo in moto la sua propaganda per farlo apparire in modo negativo, come se fosse il cattivo mentre lui è il buono, e i media stanno al gioco perché Conte è funzionale al disegno del Pd di allearsi con il M5s. Ma Grillo non è Davide Casaleggio, non riusciranno a eliminarlo. Grillo gli ha consegnato le chiavi della macchina, ma in un certo senso la macchina è sua».

 

Si è pentito di aver indicato Conte come leader?

«Lui e Gianroberto Casaleggio hanno sempre avuto idea che il M5s fosse un taxi da consegnare al figurante di turno, ma quando il figurante si mette in testa di fare di testa sua poi loro ti riportano all' ordine. È quello che sta succedendo ora. In più Conte non ha nessuna investitura come leader, è uno che è stato messo su un piedistallo e si è convinto di essere stato incoronato».

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

 

Ma la base grillina con chi sta?

«La base M5s è una chimera, non esiste più ma da molti anni.

Quella che consideriamo base sono quelli che sognano di ripercorre le orme di Luigi di Maio».

 

I miracolati in Parlamento mai sazi di tonno.

«A parte alcuni che vanno in processione nella casa romana di Conte e sono tutti senatori, come la Taverna e Patuanelli, il pensiero del gruppo parlamentare è riassumibile in una frase attribuita al ministro D' Incà e mai smentita: non si può andare a votare perché i nostri devono maturare i quattro anni per il diritto alla pensione. C' è un parlamentare M5s, di cui non farò mai il nome, che mi chiama tutti i giorni per sfogarsi».

GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO IN CONFERENZA STAMPA

 

E cosa dice?

«Dice: Ma davvero credi ai sondaggi che ci danno al 17%? Ma quando mai! Magari!. Sanno benissimo che non saranno mai rieletti e vogliono far durare la giostra il più possibile».

 

E chi può far durare di più il governo Draghi, Grillo o Conte?

«Grillo ha un rapporto personale con Draghi, lo ha incontrato e sentito più volte al telefono, è uno dei grandi sponsor dell' attuale maggioranza. L' altro con cui ha confidenza Draghi è Di Maio, non certo Conte».

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

Si dice infatti che con Conte leader il M5s potrebbe cambiare posizione rispetto al governo Draghi, addirittura farlo cadere.

«Ma no, questa è la variante Travaglio, il suo cupio dissolvi. Conte sarebbe un leader per interposta persona, non è in Parlamento, non governa i gruppi. La sua è solo una sete di poltrona».

 

mario draghi giuseppe conte

Ma come finirà questa faida?

«Si arriverà ad una composizione, questo interessa soprattutto a Conte che senza il Movimento non va da nessuna parte. Chi se lo prende, una corrente del Pd? No, troveranno una sintesi, assai più gradita a Grillo che a Conte. Nel frattempo continuerà la guerra delle veline».

 

Tipo quali?

«Quella fatta uscire sull' incontro di Grillo con l' ambasciatore cinese, a cui Conte non avrebbe partecipato perché impossibilitato da concomitanti impegni. Ma figuriamoci, ma chi ci crede?

 

GRILLO DI MAIO CASALEGGIO

 In realtà mi dicono che Conte abbia dato intenzionalmente dato buca a Grillo per farlo apparire come filocinese e screditarlo agli occhi di Draghi, e far credere che alla base della rottura tra lui e Grillo ci siano visioni differenti di politica estera, quando invece è solo una guerra di potere.

 

Tra l' altro tutta la partita delle mascherine cinesi e dei ventilatori cinesi difettosi sono opera del governo Conte. L' uso delle veline durante la sua presidenza del Consiglio andrà studiato nei libri di storia un giorno».

beppe grillo luigi di maioDOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTENICOLA BIONDOrocco casalino con giuseppe conterocco casalino e giuseppe conte

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA