trump salvini

“GIÙ LE TASSE PER 10 MILIARDI OPPURE SALUTO E ME NE VADO” - MATTEO SALVINI, FOLGORATO DAL VIAGGIO NEGLI USA E DALLE POLITICHE DI TRUMP, PUNTA I PIEDI PER LA RIFORMA FISCALE MINACCIANDO DI FAR SALTARE IL GOVERNO: “LA RECESSIONE È QUELLA DEMOGRAFICA, IL BLOCCO DELLE NASCITE È UN DRAMMA. TAGLIEREMO LE TASSE A LAVORATORI E FAMIGLIE A PRESCINDERE DAL PARERE DI QUALCHE BUROCRATE…”

Marco Cremonesi per il “Corriere della sera”

matteo salvini come donald trump

 

«Dal viaggio negli Stati Uniti ho portato una convinzione fortissima: all' Italia serve una riforma fiscale coraggiosa. E quindi, il mio dovere è farla». Matteo Salvini sembra aver esaurito l'argomento. E invece lo chiude così: «Se non me la dovessero far fare, io saluto e me ne vado».

 

donald trump matteo salvini

Sulla scrivania del ministro dell' Interno c'è una brochure in inglese, «Abenomics». La summa del pensiero economico del primo ministro giapponese Shinzo Abe, incontrato lo scorso aprile, insieme a un voluminoso rapporto con l'aquila in copertina: «Sono le politiche economiche di Donald Trump. Noi abbiamo bisogno di un approccio del genere». Su un altro tavolo, la copia della coppa della Champions che gli è stata regalata da Franco Baresi e una maglia del Milan tenuta ferma da una scultura alta un metro di Alberto da Giussano. Su altro tavolo ancora, decine e decine di rosari, quelli che vengono quotidianamente regalati al leader leghista.

 

Dopo complicata gestazione, l'altra sera è partita la risposta ufficiale dell'Italia all' Unione Europea in vista della possibile procedura d'infrazione per eccesso di debito. I due miliardi di risparmi che l'Italia porterà in Europa sono, per Salvini, l'ultimo passaggio di una fase da superare. Lui, la dice così: «Per il 2019, se è vero come è vero che lo Stato spende di meno ed incassa di più, possiamo utilizzare quella cifra per abbattere il debito, e va bene...». Ma attenzione: «Basta gabbie sugli anni futuri, basta con lo strozzare la crescita possibile».

 

matteo salvini come donald trump 1

Il problema è che il premier Conte, il ministro Tria e anche una parte dei 5 Stelle sono tutt' altro che convinti dell' opportunità di una manovra che potrebbe ipotecare i rapporti con l' Unione. Soprattutto se il taglio delle tasse costasse una decina di miliardi: «Il problema è che non esiste un taglio delle tasse serio che possa richiedere meno di dieci miliardi. Ma poi, i liberali non vogliono il taglio delle tasse?».

 

shinzo abe a roma incontra giuseppe conte 12

Forse non per chi ha un debito come quello italiano... «Ma con il taglio delle tasse si rianima l' economia e i soldi ritornano. Ma poi, ha visto i dati Istat? Io ringrazio Blangiardo, il presidente dell' Istat, che giusto oggi rende chiaro quello che noi diciamo da un pezzo: la recessione è quella demografica, il blocco delle nascite è un dramma». E dunque, «taglieremo le tasse a lavoratori e famiglie a prescindere dal parere di qualche burocrate. Il futuro, dei nostri figli e dell' Italia, viene prima dei vincoli decisi chissà dove».

 

primo ministro shinzo abe

Di qui, la necessità, secondo il leader leghista, che l' esecutivo vada avanti. È vero che se il governo non riuscisse a costruire la flat tax lui è pronto a «salutare». Ma la determinazione resta: «Il fatto che io oggi sia qui, al lavoro, è la migliore risposta ai chiacchieroni come Di Battista». L'esponente stellato, infatti, è convinto che «Salvini voglia far cadere governo e provochi ogni giorno il Movimento 5 Stelle». Ma, osserva il vicepremier, «lui va a spasso e noi siamo sul pezzo. Adesso stiamo organizzando per luglio gli Stati generali dell'economia a cui inviteremo tutti: imprese, sindacati, associazioni. Noi questo facciamo: lavoriamo. Altri... Vabbè».

 

TRUMP SALVINI

È vero però che le tensioni sono quotidiane. Per esempio, sull' autonomia delle Regioni giusto ieri sia Luigi Di Maio che la ministra per il Sud Barbara Lezzi sono stati, ancora una volta, più che cauti. Mentre Matteo Salvini, subito dopo aver incontrato il governatore del Veneto Luca Zaia ha postato una foto: «Lavoro, infrastrutture, autonomia, sviluppo, Olimpiadi, futuro. Indietro non si torna!».

 

Per il vicepremier, «sulle autonomie ci sono stati rallentamenti incomprensibili da parte di alcuni ministeri». Ma Salvini è convinto: «Il problema è proprio la mancanza di autonomia. Ho appena incontrato l' amministratore delegato dell' Eni, Claudio Descalzi, in Basilicata si possono investire 4 miliardi. Mentre sull' Ilva, ci sono 15 mila posti di lavoro in ballo. Io veramente credo che il rispetto dell' ambiente sia fondamentale. Ma penso che anche la crescita lo sia. Il grande tema dell' autonomia è che alcuni uffici romani dicono "qui no, qui no, qui no..."».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…