brunetta filippo sensi

“IO CICCIONE, LUI NANO" - IL DEPUTATO DEL PD FILIPPO SENSI, SU “LEGGO”, COMMENTA LO SFOGO DI BRUNETTA: "COME SI ESCE DA QUESTO INCANTESIMO, DA QUESTA MALEDIZIONE? INTANTO NON OCCULTANDOLO. FACENDOCI I CONTI, PUBBLICAMENTE: PARLANDONE SI VINCONO QUEI MALEDETTI GIUDIZI” – NICOLETTI: "DA TOTI 'CICCIA BOMBA CANNONIERE' ALLA PELATA DI DI ALFANO FINO ALLE BATTUTE SULLO 'PSICONANO' BERLUSCONI, GLI ATTACCHI NASCONDONO LA STESSA MATRICE CODARDA DI CHI, SENZA DIRLO APERTAMENTE MA ALLUDENDO, DÀ DEL NANO A BRUNETTA…" - VIDEO

Filippo Sensi* per leggo.it

 

renato brunetta

Lo so che significa. Ognuno di noi lo sa. Quello che ha fatto Renato Brunetta ieri, intervistato da Lucia Annunziata, che ha fatto i conti per la prima volta con quella cosa dell'altezza. Con la fatica di affrontarla ogni giorno che Dio manda in terra. Con l'ironia di saperci sorridere, di passarci sopra, ma sapendo che sempre su quello verrai misurato, sempre su quello ti guarderanno, e giudicheranno.

 

Non tutti, certo. Ma lo faranno. Questo non ha impedito a Brunetta di essere un professore universitario, di scrivere libri, di essere stato ministro, parlamentare e tanto altro ancora. Ma sotto quella carriera, sotto ai traguardi raggiunti, quello sguardo, magari quella risata restava sempre, resta. Uno sguardo che non gli ha impedito di fare la sua vita, ho le spalle larghe ha detto il ministro.

renzi filippo sensi

 

E anzi, chissà, ha magari giocato un ruolo in una affermazione, in un percorso, in una esistenza coronata di successi. Brunetta è un combattente, lo è sempre stato. Così come lo siamo noi, ognuno di noi. Corpi sbagliati, troppo grassi, troppo corti, troppo calvi, troppo secchi, troppo naso, troppo quello, poco quello. Da qualche tempo si parla di body shaming, della derisione dei corpi degli altri, delle caratteristiche fisiche elevate a pregiudizio, giù risate a crepapelle, di una puzza che sembra non abbandonarti mai.

 

IL POST DI MARTA FASCINA CONTRO BRUNETTA

Perché il primo sguardo implacabile - e non dimentichiamo mai che lo sguardo è un gesto che afferra e fissa - è proprio il nostro. Come si esce da questo incantesimo, da questa letterale maledizione? Intanto dicendolo. Non occultandolo. Facendoci i conti, pubblicamente. Perché la paura di dirci diversi o non conformi, come oggi usa dire, è il tabù più forte. Ieri Brunetta ha fatto esattamente questo: lo ha detto. Lo ha evocato. Io, il tappo, il nano. Io, il ciccione. Mi capitò di parlarne in aula qualche tempo fa, di questa cosa. E di dirla. E di catturare l'attenzione di quella aula, a Montecitorio. E quando mi sono seduto, dopo avere parlato, quando mi sono lasciato andare sullo scranno, come dopo una liberazione, Brunetta arrivò dall'altra parte dell'emiciclo e si venne a congratulare con me. Perché lo avevo detto. Perché lo aveva provato. Ogni giorno, ogni singolo giorno. E se oggi, dopo l'intervista con Annunziata, qualcuno - un ragazzo, una ragazza - troverà in quelle parole, in quella confessione un po' amara, vissuta, ma a ciglio asciutto, la forza per fare la sua strada, per farcela e non chiudersi, non restare infilzato a quello sguardo o a quel nomignolo o a quel giudizio vorrà dire che le parole di Brunetta - quella fragilità presa di petto, ammessa, evocata, gridata - saranno arrivate dove i nostri corpi sbagliati pensavamo non ci avrebbero mai portato. Con gli altri, con noi. Finalmente.

 

 

*deputato Pd

filippo sensi

 

 

 

 

 

LA DIETA DI TOTI E I CAPELLI DI ALFANO

Gianluca Nicoletti per “la Stampa”

 

renato brunetta

«Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura, ve lo rivelan gli occhi e le battute della gente...». Renato Brunetta evidentemente lo sa da quando è nato, infatti lo ha ammesso senza reticenza nel talk di Lucia Annunziata. Ha raccontato la sua amarezza per il post pubblicato su Instagram da Marta Fascina che, oltre a dargli del traditore che può starci, sonorizzava l'invettiva con la nota ballata di Fabrizio de André sul nano, che è invece una vera vigliaccata, perché il testo parla di un giudice di bassa statura, la cui carriera di spietato esecutore di condanne a morte è la risposta al dileggio subito negli anni per il suo deficit di altezza.

 

Il mio condannare un gesto così poco da signora non è un endorsement al Brunetta politico, è piuttosto una riflessione doverosa che ognuno, di ogni orientamento ideologico, dovrebbe fare sull'infelice esordio di una campagna elettorale, in cui sembra che le divergenze in famiglia (in questo caso Forza Italia) si regolano con l'antico e odioso costume di mortificare il reprobo, discriminandolo su una sua presunta inadeguatezza fisica. Il controllo sulla nostra parte civilizzata si allenta quando si ci si gioca la serenità di giudizio imbevuti di astio, succede sempre nel territorio velenoso di un patto di fedeltà non rispettato.

RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI

 

È corretto che capiti in politica, il luogo eccelso di ogni compromesso? No di certo ma c'è caduto anche Giorgio Mulè, che all'apice di una diatriba con Giovanni Toti scrive: «Il guaio è che sembra un Di Battista un po' sovrappeso. Si prova solo molta pena e nulla più». Toti replica che si aspetta «il Ciccio bomba cannoniere», è evidente però che pure lui è stato attaccato su un problema di tipo fisico.

 

filippo sensi

È pure possibile che questo avrà riaperto il ricordo di quando nel gennaio 2014 fu infagottato in una tuta bianca e messo a dieta forzata da Berlusconi, quando lo prelevò dai tg Mediaset per farne il suo delfino, portandolo prima di tutto in una clinica a perdere peso. Epico scatto di un tentativo di palingenesi (fisica e politica) quello che immortala i due che salutano dal balcone della spa «La maison de relax» di Gardone Riviera, dove il miracolo del dimagrimento di Toti era stato affidato al medico di fiducia del leader di Forza Italia, Alberto Zangrillo.

 

Toti avrebbe allora dovuto prendere il posto del precedente aspirante delfino Angelino Alfano, su cui pure avrà pesato lo stigma dell'inadeguatezza fisica. Al giovane coordinatore di Forza Italia a Palermo, scelto dal Cavaliere come possibile suo successore, però mancava già in partenza qualcosa per ambire a quell'importante posizione: «Angelino, senza capelli non ha futuro - gli fu detto senza remora da Berlusconi -. Lei ha una pelata che la fa apparire più in là con l'età. Sua moglie se ne lamenta?».

GIOVANNI TOTI SI APPISOLA IN CONSIGLIO REGIONALE - STORY DI FERRUCCIO SANSA

 

Lo confessa lo stesso Alfano ad Antonello Caporale nel luglio 2005, aggiungendo che seguì un quasi diktat a sottoporsi (anche lui) all'impianto tricologico da un chirurgo di cui gli venne fornito il nome.

 

L'impianto era molto costoso, Alfano se ne astenne e forse partì già con il piede sbagliato.

È evidente che Marta Fascina abbia soltanto esternato in una burinata da stadio un retro pensiero sostanziosamente metabolizzato nell'ambiente in cui vive, dove il miraggio della perfezione fisica sia perseguito, senza alcuna discriminazione di genere, attraverso un costante ristrutturare con bisturi, innesti, polimero e tinture, laddove il naturale scorrere del tempo lascia inesorabile le sue tracce.

 

angelino alfano foto di bacco

Lei stessa dovrebbe sapere però quanto possa essere mortificante subire il vigliacco attacco sulle proprie inadeguatezza fisiche o sulla conseguente, quanto sicuramente lecita, volontà di attenuarle quanto possibile con espedienti di ogni tipo.

 

Il suo «non marito» è stato bersaglio per anni di tutto quel sarcasmo più bieco che oggi chiamiamo «body shaming» e se è una regola deve valere per tutti, quindi sarebbe ora di smettere anche di ricorrere alle consunte battute di Beppe Grillo come «psiconano» o «testa di catrame», come pure le allusioni, che a qualcuno faranno tanto ridere, tipo «Cavalier pompetta» che infieriscono egualmente su un problema fisico. Basta anche con le foto cerchiate delle scarpe col rialzo di Berlusconi, degli sgabelli dietro al podio.

 

Nascondono la stessa matrice codarda di chi, senza dirlo apertamente ma alludendo, dà del nano a Brunetta. Lui almeno, a differenza di Berlusconi porta con orgoglio la sua bassa statura, non nascondendola nelle foto ufficiali e non facendone un tema indicibile. Eppure sullo svantaggio fisico di Brunetta ha ironizzato buona parte della comicità «progressista» da Fiorello a Crozza; quest' ultimo spesso lo raffigura con un paracadute per scendere dalla sedia. Brunetta può essere antipatico, può non piacere quello che dice e fa...

 

RENATO BRUNETTA

Perché però deve essere considerato lecito dargli con disprezzo del nano? È evidente che una persona molto bassa è presa in giro sin da bambino e da adulto non trova difensori. Non c'è remissione alla sua «colpa» tanto tra i buonisti di sinistra che vestono equo e solidale, quanto tra i cultori del salvifico posticcio che pensano a destra.

 

berlusconi marta fascina

Ogni volta che si ironizza sul basso Brunetta si provoca sofferenza in chiunque sia molto al di sotto della statura minima della media; nel caso che qualcuno, pur ritenendo sé stesso civilizzato, obiettasse che tutto questo gli sembra esagerato, annoverandolo nella legittima goliardia, nella lecita invettiva, nel sacrosanto diritto d'opinione, è mio personale e confutabile convincimento che abbia sicuramente molto cammino da fare, per potersi considerare una persona evoluta.

filippo sensifilippo sensigianluca nicoletti e il figlio 9

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO