giorgia meloni matteo salvini

“A NOI È ANDATA MALUCCIO, A LORO MALISSIMO” - È PARTITO LO SCARICABARILE TRA SALVINI E MELONI, CHE SOLO TRE GIORNI FA SI ABBRACCIAVANO A SPINACETO E ORA SI TIRANO LE PIETRE - SE IL “CAPITONE” PIANGE PER IL CLAMOROSO TRACOLLO LEGHISTA, LA “DUCETTA” NON RIDE PER L’AVANZATA DELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA: CON LA LEGA A TRAZIONE SOVRANISTA INDEBOLITA, C’È IL RISCHIO DI VEDERSI CONDANNATA ALL’OPPOSIZIONE PERENNE…

Francesco Olivo per “La Stampa”

Matteo Salvini e Giorgia Meloni

 

«A noi è andata maluccio, ma a loro malissimo». La grande competizione sovranista non è finita bene. Uno ha perso, i dati non vengono messi in discussione, l'altra non ha vinto, e si accontenta di aver tenuto.

 

Il fatto che il tonfo delle amministrative fosse annunciato non toglie drammaticità al momento. Matteo Salvini e Giorgia Meloni adesso non sono in animo di scambiarsi effusioni, come tre giorni fa a Spinaceto. Il film era già scritto: scaricare tutto sui candidati.

 

ABBRACCIO MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Ma a questo punto potrebbe non bastare. «Li abbiamo scelti tardi», dice Matteo Salvini.

 

Sono le prime frasi, una difesa razionale, ma incompleta, parole pronunciate prima che si apra una voragine: il dibattito interno alla Lega, diventato uno scontro aperto nelle scorse settimane.

 

Per i giorgettiani (categoria assai più complessa della definizione corrispondente) c'era una linea rossa: resistere al Nord. Non è successo, è la resa dei conti è lì dietro l'angolo, «se funzionasse WhatsApp sarebbe già cominciata», ride amaro un deputato.

matteo salvini enrico michetti giorgia meloni

 

«Una scoppola», dice Maurizio Lupi. Ma se via Bellerio piange, via della Scrofa non ride.

 

Nel quartier generale dei Fratelli d'Italia i dirigenti sono pochi, la gran parte assiste al lentissimo spoglio romano al Comitato di Michetti, il candidato che Meloni ha imposto tra mille mugugni che sono durati fino a ieri. L'aria è sospesa, «a Roma sta andando benino», dice Massimo Milani, coordinatore del partito nella capitale.

 

maurizio lupi foto di bacco (1)

Quello che è chiaro però è che non c'è stato il botto previsto dai sondaggi (nazionali), la destra meloniana è egemone, (anche se Salvini non è d'accordo) ma più per disgrazia altrui che per meriti propri. «Menomale che c'è Milano, così quello di Roma sembra un buon risultato», scherza un membro dello staff. Sui cellulari dei dirigenti di Fdi, finché le linee non crollano, si guardano i risultati degli altri.

 

VITTORIO FELTRI E LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA A MILANO

«Se la Lega avesse fatto il suo, avremmo vinto Roma al primo turno», dice un dirigente di Fdi. La competizione sui territori è stata durissima, persino più di quello che appare a livello nazionale. Ci sono stati dispetti, liti sui candidati e colpi bassi, uno fra tutti: ai leghisti non è andata giù la candidatura di Vittorio Feltri, arcinemico di Salvini, come capolista a Milano di Fratelli d'Italia, «mi aspettavo che perdesse i voti, i suoi elettori non ci capiscono più nulla», dice il fondatore di Libero.

 

salvini meloni

Ma il crollo leghista, più che ingolosire fa paura, «se cambia la linea e salta il centrodestra, noi ci condanniamo all'opposizione perenne», ammette un deputato di Meloni. Il ragionamento dei Fratelli d'Italia è questo: con un Salvini indebolito, senza più trazione sovranista, si aprono strade diverse dalle quali la destra resta isolata.

 

Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e politico di lungo corso annusa i problemi in arrivo: «Vogliono disarticolare il centrodestra per non farci governare».

 

I rivali di Salvini, infatti, aspettavano solo un momento così per smantellare quel progetto della Lega nazionale che il leader ha rivendicato, «ma al Sud già perdiamo i pezzi, mentre i nostri al Nord non ci votano più», ricorda un ex pezzo grosso del Carroccio, elencando le disfatte della lista, a partire da Milano. Forza Italia, ridotta ai minimi termini nelle città, è paradossalmente l'unico partito che può vantare un successo autentico: quello di Roberto Occhiuto in Calabria.

 

VITTORIO FELTRI

Non è un caso che tutti i dirigenti ieri si siano spostati a Catanzaro, quasi a interporre una distanza fisica tra i disastri sovranisti nel resto d'Italia. «Forse Meloni ora abbasserà le pretese», sibilano dal partito, ricordando l'aggressività con cui Fratelli d'Italia ha condotto le trattative per i candidati delle amministrative. Primi segnali di una battaglia, che per deflagrare non avrà bisogno di vedere la fine della partita, fra due settimane chissà cosa resterà di tutto questo.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)