militari italiani esercito

“NON CHIEDERE, NON DIRE” - SULLE MISSIONI FANTASMA DEI NOSTRI INCURSORI ALL’ESTERO CALA LA MANNAIA DEL SEGRETO DI STATO. NESSUNO SA NIENTE EPPURE I MILITARI COMBATTONO GUERRE CHE NON ESISTONO UFFICIALMENTE -  IN PASSATO SI POTEVANO TIRARE IN BALLO GLI OBBLIGHI VERSO LA NATO, MA ORMAI RESTA SOLO UN BUCO NERO. TUTTO COMINCIA NEL 2006, POI DIECI ANNI DOPO RENZI HA CAMBIATO LE REGOLE E DA ALLORA LE FORZE SPECIALI POSSONO…

Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

ATTENTATO CONTRO MILITARI ITALIANI IRAQ

 

«Don' t ask, don' t tell» è la formula magica con cui la sfera militare statunitense gestisce le situazioni più imbarazzanti. E "non chiedere, non dire" è anche la pratica seguita in Italia da governo, Parlamento e alti comandi di fronte alle operazioni delle forze speciali. Difficile stabilire dove finisca la ragione di Stato e cominci l' ipocrisia istituzionale, ma nessuno ha mai voluto fare luce sulla realtà di quello che i nostri incursori compiono all' estero.

 

ATTENTATO CONTRO MILITARI ITALIANI IRAQ

Di sicuro combattono: uccidono, catturano nemici, subiscono perdite. Lo fanno da 14 anni. In questo lungo periodo tutti i partiti si sono alternati al potere, senza premurarsi di chiarire quanto accadeva. Se in passato si potevano chiamare in causa gli obblighi verso la Nato e i relativi patti segreti, pure questo alibi ormai ha perso valore. Resta solo il buco nero nella nostra democrazia.

MILITARI ITALIANI IRAQ

 

Anzitutto bisogna ricordare che i commando non vanno a rischiare la vita per iniziativa personale: agiscono per ordine dei governi e nel limite, spesso spinto all' estremo, del mandato stabilito dal Parlamento.

 

GLI ATTACCHI VENIVANO DA NORD O NORD OVEST OVVERO IRAN E IRAQ

Le indagini delle procure militari non hanno mai sanzionato il loro comportamento. Eppure i vertici delle forze armate e i ministri non hanno mai reso nota la natura di queste azioni - "don' t tell" appunto - mentre nessun movimento politico si è mai mobilitato per saperne di più, osservando la prassi del "don' t ask". Alle Camere le interrogazioni si contano sulla punta delle dita e nelle votazioni annuali sulle missioni internazionali la questione non viene mai sollevata.

 

attentato contro i militari italiani in iraq

Tutto comincia alla fine del 2006, quando dall' Afghanistan trapelano indiscrezioni sull' operazione Sarissa, il nome della lancia delle falangi macedoni, pubblicate da L' Espresso. A condurla è la Task Force 45, un reparto composto dal meglio delle forze speciali. Primo problema: il reparto non dipende dalla gerarchia italiana ma direttamente dal comando Nato, dove sono presenti ufficiali italiani, che non ha bisogno del permesso di Roma per mandare all' assalto questi incursori di Esercito, Marina e Carabinieri.

 

MILITARI ITALIANI1

Secondo problema: contrariamente alla retorica dominante delle "spedizioni di pace", la Task Force 45 fa la guerra. Va alla caccia dei capi talebani e qaedisti, scopre e "neutralizza" i laboratori dove si confezionano le micidiali bombe artigianali, elimina e cattura i nemici. Anche se nei rapporti ufficiali non c' è mai traccia di vittime né di prigionieri, che non si sa se vengano consegnati alle autorità di Kabul o a quelle Usa.

 

attentato contro i militari italiani in iraq

Non è neppure chiaro se il ministro della Difesa Arturo Parisi fosse pienamente informato di questa entità guerriera. I documenti statunitensi svelati da Wiki-Leaks, oltre a fornire dettagli sulle attività belliche top secret, spiegano come davanti alle insistenze della Casa Bianca per un maggiore impegno in Afghanistan, il premier Prodi e il ministro degli Esteri D' Alema avrebbero promesso di mantenere immutato il numero dei militari, aumentando però la quota di combattenti.

Arturo Parisi

 

MATTEO RENZI

La Task Force 45, appunto: una soluzione rapida e invisibile. All' epoca, soltanto Rifondazione ha presentato interrogazioni, senza particolare insistenza. Poi quando a Palazzo Chigi è tornato Berlusconi la spedizione afghana viene moltiplicata, quasi 5000 uomini, e lanciata in vere offensive. Solo l' uccisione di un ufficiale della Task Force 45 ha risvegliato l' opposizione, con alcuni deputati Pd pronti flebilmente a chiedere ragione di una squadra d' assalto creata dai loro compagni di partito.

 

elisabetta trenta

L' ambiguità è proseguita fino al 2016, quando Matteo Renzi ha cambiato le regole: le forze speciali potevano agire agli ordini di Palazzo Chigi, equiparate così agli 007 con riservatezza e immunità totali. Un modo di assumersi la responsabilità politica delle azioni, che però le rendeva formalmente segrete e rivoluzionava le tradizioni in materia. Questa copertura istituzionale, usata in Libia contro l' Isis, non riguarda la Task Force 44, spuntata dal nulla in Iraq per debellare lo Stato Islamico.

 

attentato contro i militari italiani in iraq

Ufficialmente, il mandato è di mentoring: consigliare le truppe locali e se necessario accompagnarle in battaglia. Un altro escamotage sperimentato in Afghanistan e in Somalia. M5S ha contestato l' attività irachena, pur non facendone una campagna come per l' F-35. Poi la ministra Trenta è andata a Bagdad a incontrare gli uomini della Task Force 44 e ieri Di Maio ha giustamente tributato solidarietà ai feriti, definendoli "impegnati nella formazione delle forze irachene". Il solito rituale farisaico, per tutelare il silenzio.

Fino ai prossimi caduti, sacrificati in guerre che non esistono. Ma da cui dipende anche la nostra sicurezza.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”