DAGOREPORT
Estratti dell’articolo di Tommaso Ciriaco per repubblica.it
Parla sotto la statua di Cristoforo Colombo, a pochi metri da Central Park. E manda l’ennesimo avvertimento all’Europa, nell’ennesimo drammatico giorno di sbarchi a Lampedusa. «Non siamo il campo profughi della Ue», sostiene. I toni sono aspri, la fatica di queste ore si fa sentire.
Un alleato come il premier polacco Morawiecki ha stroncato i dieci punti che Ursula von der Leyen aveva offerto alla premier durante la missione sull’isola siciliana, ma Meloni prova a evitare lo scontro con un suo alleato del partito conservatore: «L’ho detto anche alla presidente della Commissione: a me non interessano in ricollocamenti. Quindi non sono in disaccordo con il primo ministro della Polonia, lui si riferivo al patto per le migrazioni e l’asilo, che comunque è una parte del piano di von der Leyen».
L’Italia, adesso, avanzerà una sua proposta. Nel frattempo se la prende anche con i partner continentali: ‘’Voi parlate della Polonia, ma intanto la Francia ha bloccato le frontiere, la Germania ha detto che non ricolloca, l’Austria farà più controlli al Brennero. L’unico modo serio è che tutti insieme lavoriamo per difendere i confini esterni’’.
L’obiettivo che porta all’Onu resta sempre lo stesso, dunque. Nonostante le resistenze europee e le difficoltà ad affermare questo principio nel summit di New York
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Sarà, ma non ne va bene una. Il memorandum sulla Tunisia bloccato in attesa del via libera del Coreper. I polacchi che stracciano i dieci punti sui migranti di Ursula von der Leyen, tra l’altro neanche innovativi. E soprattutto, la consapevolezza amara di quanto si respira all’assemblea generale dell’Onu: il dossier migratorio non è in cima al dibattito e non sembra produrre passi in avanti. Nonostante gli sforzi della premier per costruire un consenso sull’emergenza degli sbarchi in Italia, l’agenda delle Nazioni Unite è inevitabilmente concentrata sulla crisi ucraina.
meme giorgia meloni matteo salvini
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Ma è a Bruxelles, prima ancora che a New York, che si gioca una partita poco favorevole per Roma. Concedendosi alle telecamere a due passi dal Rose Garden, Antonio Tajani conferma il piano italiano per l’Africa in sette punti, nonostante i dubbi sulle risorse a disposizione espressi dalle Nazioni Unite.
Ma la delusione peggiore arriva da Varsavia. Morawiecki bolla come «disastroso per l’Europa» il piano in dieci punti sui migranti annunciato da von der Leyen a Lampedusa. Promette di bloccarlo. L’altro ostacolo è quello che frena il memorandum tunisino. Il governo si prepara a proporre lunedì prossimo, nel corso di una riunione tecnica a Bruxelles, l’opzione di svincolare la tranche di finanziamenti Ue a Tunisi legata alle condizionalità del Fondo monetario.
In realtà, alcuni Stati membri — in scia con i dubbi procedurali espressi dall’alto rappresentante Josep Borrell — continuano a negare il via libera del Coreper all’accordo con Saied. «Che salti è la speranza di qualcuno», dice Tajani. Chi? «La sinistra europea», taglia corto Meloni. Ce l’ha con Borrell e i socialisti.
IL BLUFF DELLA MELONI
Estratti dell’articolo di Alessandra Ziniti per repubblica.it
Al suo elettorato ha garantito: «Tratterremo per 18 mesi nei centri per il rimpatrio chi arriva in Italia illegalmente, anche i richiedenti asilo (che poi coincidono, visto che chi entra in Italia con un barcone o a piedi dalla rotta balcanica poi chiede asilo». A chi sta sul’altra sponda del Mediterraneo in attesa della traversata ha rivolto un minaccioso avvertimento: «Non mettetevi in viaggio perché vi terremo rinchiusi per 18 mesi e poi vi rimanderemo a casa».
Nient’altro che l’ennesimo bluff di Giorgia Meloni e del suo governo, perché basta leggere la norma varata lunedì dal Consiglio dei ministri per capire che l’allungamento da tre a 18 mesi (il massimo consentito dall’Europa) dei tempi di detenzione amministrativa riguarda solo chi nei Cpr entra già con un decreto di espulsione in tasca, in attesa di rimpatrio: perlopiù immigrati denunciati o condannati per reati di vario genere. Non certo, come Meloni ha lasciato intendere per placare quella parte di Paese che si chiede come mai con questo governo gli sbarchi siano più che raddoppiati, tutti coloro che arrivano in Italia senza documenti. Dunque, per essere ancora più chiari, è una misura che non riguarda affatto i 130.000 arrivati in Italia nel 2023
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giorgia meloni e ursula von der leyen bloccate dai manifestanti a lampedusa 13 MELONI ALTAN BORRELL giorgia meloni e ursula von der leyen bloccate dai manifestanti a lampedusa 17