vladimir putin nucleare atomica armi bomba

“SUL NUCLEARE PUTIN BLUFFA, IL SUO BULLISMO NEOIMPERIALE SI PUÒ BATTERE” – GIULIANO FERRARA: "PUTIN È IMPAURITO E TANTO PIÙ MINACCIOSO PERCHÉ HA CAPITO CHE STA COMBATTENDO CONTRO IL MIRACOLO UCRAINO. È IL MOMENTO DI NON LASCIARSI SEDURRE DAL LUMICINO DI UN POSSIBILE NEGOZIATO A BASSO PREZZO E DI OTTENERE IL MASSIMO, CHE NON È LA CADUTA DI PUTIN, DI CUI SARANNO EVENTUALMENTE I RUSSI E GLI APPARATI A OCCUPARSI, MA LA SUA SCONFITTA POLITICA E MILITARE…"

Giuliano Ferrara per il Foglio

putin e la minaccia nucleare 9

 

In apparenza il ministro della Difesa russo, quel fantasmagorico e minaccioso pupazzone chiamato Shoigu, è stato costretto da Putin a dire tre verità dopo molte, moltissime bugie. È una guerra, prima verità. È una guerra difficile, seconda verità. Non è una guerra contro l’Ucraina ma contro l’occidente, terza verità. Le prime due si spiegano da sole con l’invasione, le stragi, la ferocia e l’impotenza, cioè la sconfitta di Kiyv, la ritirata da Kharkiv e la periclitante situazione in cui si trova un’armata senza altra motivazione che la menzogna nel Donbas. Ma la terza è più complicata.

 

 

 

putin e la minaccia nucleare 7

Putin insiste in un bullismo planetario neoimperiale e, fallito il tentativo di cancellare l’Ucraina dei Piccoli Russi dalla carta geografica politica e culturale d’Europa, cerca di trasformare in una grottesca riedizione della Grande Guerra Patriottica l’Operazione Speciale andata a male. Però all’origine di tutto non c’è, per quanto si possa ragionare seriamente dei fatti, la caparbietà di un occidente aggressivo che vuole completare con la disintegrazione della Federazione russa la catastrofe geopolitica imposta all’Unione sovietica nel fatidico 1989.

 

 

 

putin e la minaccia nucleare 6

Mitologie propagandistiche. L’occidente sta ancora discutendo se mandare i carri armati, non ha occupato con una no fly zone un solo centimetro del cielo ucraino, non ha esportato né la Nato né l’Unione europea a Kiyv, anzi ha continuato per anni a commerciare in energia e a rassicurare l’orso russo quanto poteva senza fornire sistemi d’arma e di deterrenza efficaci a un paese in pericolo, e si è limitato a armare progressivamente sempre di più e meglio, dopo e solo dopo l’invasione, un esercito nazionale che sulla carta avrebbe dovuto cedere le armi e il territorio in una settimana a un vicino corpulento e devastante che aveva preso l’iniziativa e si era spinto fino a Bucha e a Hostomel lasciando dietro di sé una caterva di cadaveri insepolti.

giuliano ferrara foto di bacco (4)

 

 

 

Putin è impaurito e tanto più minaccioso perché ha capito che sta combattendo contro un miracolo, questa è la quarta verità, e l’unica, che tenta di nascondere e nascondersi. Chiunque al posto degli ucraini avrebbe ceduto, si sarebbe sparpagliato nel disordine e nella disperazione. Trent’anni di indipendenza rissosa e insicura sono un soffio se paragonati ai secoli della sistematica espropriazione di ogni libertà sotto i regimi zarista e sovietico, con in mezzo una guerra mondiale e l’invasione nazista, tra sottomissione al totalitarismo e carestie forzate dal Politburo.

 

 

putin e la minaccia nucleare 8

Invece del soffio spento che si dilegua, si è acceso un vento incendiario, quello di una vera guerra patriottica e di una insurrezione nazionale sostenuta dall’alleanza delle democrazie occidentali. Il cui capo, Biden, a tutta prima aveva offerto a Zelensky la scorta fino a Washington per finire lì come un Reza Pahlavi in esilio dorato. Il miracolo è stato in risposta una frase miracolosa, pronunciata in una capitale oscurata e spersa tra le bombe, da un piccolo attore ebreo che ha coraggio, una frase che verrà iscritta a lettere d’oro nella nostra storia: “Non ho bisogno di un passaggio, ho bisogno di armi”.

 

Di qui si deve ripartire per ragionare a freddo, ma nell’incandescenza della ragione politica, su quanto sta avvenendo. Sul nucleare Putin bluffa, com’è evidente.

 

putin e la minaccia nucleare 4

E come è sottolineato dalla sua necessità di dichiarare il punto che non ha in un discorso ceauseschiano rivolto alla nazione e al mondo, perché anche la dottrina militare russa, come ogni dottrina del nostro tempo, prevede com’è noto la mutua distruzione assicurata per tutti. La Cina, l’India e perfino la Turchia si sono fatte sentire con una voce che parla dell’isolamento del Cremlino e del rigetto di ogni rischio. Su questo non c’è solo l’occidente a fare da baluardo.

 

 

 

giuliano ferrara foto di bacco (3)

Sul resto il suo è un gioco anche troppo scoperto. Prendersi una regione che non è sua con la forza, stabilire un fatto compiuto con l’arbitrarietà della violazione dei confini e dell’indipendenza nazionale, predisporre una lunga fase di negoziato a partire da un cessate il fuoco dopo aver smantellato mezzo secolo di politiche energetiche e un equilibrio che ora, con la determinazione occidentale anche all’inverno freddo e inflazionistico, volge a sfavore della logica dell’invasione. Quanto alla replica necessaria, i miracoli non sempre si ripetono. Il Cretino Collettivo ci ha voluto proporre la favola dell’invio delle armi a difesa come equivalente dell’uso aggressivo delle armi in una invasione.

 

 

Vladimir Putin con Sergei Shoigu

 

Ma il miracolo è che quelle armi qualcuno, gli ucraini, le usa mettendo in discussione la propria vita e continuità di popolo, e ha imparato bene come si fa, perché chi sa fare fa e chi non sa fare chiacchiera. Ora è il momento di non lasciarsi sedurre dal lumicino di un possibile negoziato a basso prezzo, è il momento di ottenere il massimo, che non è la caduta di Putin, di cui saranno eventualmente i russi e gli apparati a occuparsi, ma la sconfitta politica e militare di una inaudita boria bellicista.

 

 

 

putin zelensky biden

È il momento per l’occidente, invece di discutere come oggi avviene se Benjamin Giorgio Galli è un foreign fighter o un contractor o un partigiano, se sia legale o no arruolarsi per la libertà, chiacchiere sceme in un paesaggio avvizzito dalla bambagia morale, di fare tutto quello che è umanamente possibile per sostenere con le unghie e con i denti e con i carri armati il miracolo venuto da chissà dove della risposta ucraina all’autocrate di Mosca.

VLADIMIR PUTIN SERGEI SHOIGU putin e la minaccia nucleare 5

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?