“OLTRE CHE PARLARE DI PUPAZZI, SPERO CHE DRAGHI TROVI IL TEMPO PER TROVARE ALTRI SOLDI PER AIUTARE GLI ITALIANI A PAGARE LE BOLLETTE” - SALVINI TORNA A PONTIDA E ATTACCA IL PREMIER: “LA CONFERENZA STAMPA DI DRAGHI? NON HO TEMPO DI SEGUIRLA, NON C’È ANCORA UN ARTICOLO COSTITUZIONALE CHE LO IMPONE...” – IL GELO DI MARIOPIO CHE NON REPLICA - MA SI FA NOTARE CHE LA LEGA, CHE AL GOVERNO C’È, E HA VOTATO TUTTO QUELLO CHE È STATO PRESENTATO, TRANNE CHE SULLA QUESTIONE BALNEARI…

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Lorenzo De Cicco e Emanuele Lauria per repubblica.it

 

 

DRAGHI SALVINI DRAGHI SALVINI

Pontida contro Monza, il pratone contro la fontana delle rane, il popolo del Carroccio contro gli amministratori dem. È il derby lombardo, c'è la Lega che ritrova il campo amico e il Pd che viene a sfidarla quassù, senza neanche nasconderlo. Stessa data, stessa ora, a soli trenta chilometri di distanza. E a sette giorni dal voto. Matteo Salvini cerca la spinta identitaria, prova a titillare l'orgoglio del Nord nel giorno in cui risponde stizzito a Mario Draghi che aveva additato "chi vuol togliere le sanzioni e parla tutti i giorni di nascosto con i russi" e aveva sbeffeggiato "i nemici esterni e i loro pupazzi prezzolati".

 

"Non ho sentito la conferenza stampa del premier - ribatte il segretario leghista - Mica c'è scritto nella Costituzione che devo farlo. Oltre che parlare di pupazzi, spero che Draghi trovi il tempo per trovare altri soldi per aiutare gli italiani a pagare le bollette, perché non so se ha capito l'emergenza nazionale a cui stiamo andando incontro".

 

SALVINI DRAGHI SALVINI DRAGHI

Una risposta rude, che taglia definitivamente ogni legame con l'ex banchiere e introduce nel clima Pontida. La manifestazione che è parte del Dna leghista torna dopo una pausa Covid lunga tre anni, e per la prima volta in una vigilia elettorale. Salvini torna a parlare a una platea nordista, in un'area del Paese che era un feudo "verde" e dove invece alle ultime amministrative Giorgia Meloni ha trovato il sorpasso. Il segretario insegue il bagno di folla: "Sarà la più grande iniziativa di massa di questa campagna elettorale". Per garantire (e contemporaneamente controllare) le presenze, la Lega ha chiesto a tutti gli eletti, dai parlamentari ai consiglieri comunali, di salire sui pullman - oltre 200 - diretti nel Comune del Bergamasco.

 

La scommessa, difficile, è quella di riempire il pratone come ai tempi dell'assalto a "Roma ladrona", quando questi luoghi venivano invasi da 12 mila sostenitori della secessione. Ma non è facile, in un periodo di magra nei sondaggi e di malcontento fra i candidati esclusi e nella base.

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

Salvini, che chiuderà la kermesse, ha annunciato una sorpresa finale: dovrebbe far salire sul palco quei segretari di sezione eletti durante i congressi (una risposta a chi gli contesta il commissariamento del partito a tutti i livelli) e trasmettere in un video le immagini dei militanti leghisti che non ci sono più. Un richiamo alla storia del Carroccio, pensato anche per rabbonire gli "ortodossi" del Nord che ancora gli contestano la trasformazione della Lega in partito nazionale. Senza adeguato ritorno in termini di consensi. Ci saranno i ministri (anche Giorgetti con il mal di schiena) e i governatori (pure i "ribelli" Zaia e Fedriga), e forse ci sarà anche Umberto Bossi, il Fondatore.

 

Salvini gonfia il petto e raccoglie il guanto di sfida del Pd. Prendendo in giro il segretario: "Se Enrico Letta vuole fare un salto a Pontida, noi siamo accoglienti: non possiamo offrire le sciccherie di Capalbio ma se gli va bene il panino con la salamella noi ci siamo". Ironia alla quale Letta replica così: "Monza è la Caporetto di Salvini e Berlusconi - dice a Repubblica - Entrambi adesso sono come i valletti della Meloni".

matteo salvini ascolta draghi matteo salvini ascolta draghi

 

Il senso della contro-Pontida del Pd, al Nord, è chiaro: pescare voti nell'ex granaio di consensi leghisti. "La Lega nazionale non esiste più - continua Letta - il capitano è al massimo il capopopolo della ridotta di Pontida. Torna alle origini, un po' di pullman organizzati, per camuffare la crisi della sua leadership". C'è un pezzo di mondo produttivo che Letta sogna di agganciare: "Batto palmo a palmo il Nord e ovunque la domanda di imprenditori e mondo delle professioni è: perché hanno buttato giù Draghi? Le aziende rischiano di chiudere e la risposta di Salvini sono le slides sulle sanzioni che sembrano confezionate al Cremlino".

 

La kermesse dem si svolge nella centralissima piazza Roma di Monza. Il cuore del collegio dove corre Berlusconi per tornare in Senato. L'ex feudo azzurro-leghista dove il Pd a giugno a sorpresa ha conquistato il Comune, "ribaltando i pronostici". Sul palco ci saranno solo sindaci. Molti del Nord. E di correnti trasversali. Si vedranno il sindaco di Milano Beppe Sala e quello di Bergamo, Giorgio Gori. I primi cittadini di Firenze e Bologna, Dario Nardella e Matteo Lepore. Naturalmente il neo-sindaco di Monza, Paolo Pilotto. E tanti altri. Facce del Pd che al Nord ha già sbarrato il passo alla destra.

 

salvini draghi salvini draghi

La vigilia della contro-Pontida Letta l'ha trascorsa al Sud. Tappa in Basilicata, con frecciatine ai fratelli Pittella, passati al Terzo Polo ("il Pd non è un bus") e parole benevole per Raffaele La Regina, il candidato ritirato dopo le accuse per i post anti-Israele: "Ha evitato strumentalizzazioni, ha la mia fiducia". A Reggio Calabria, la photo opp è l'abbraccio con Roberto Speranza e soprattutto con Pier Luigi Bersani, corteggiatissimo da Conte. "Se vince la destra, la pacchia è finita per l'Italia", ripete il leader Pd. E scandisce un concetto con cui spera di fare breccia anche al Nord: "L'ultima volta che la destra ha governato, ha lasciato l'Italia in mutande".

 

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