jake angeli donald trump assalto congresso usa capitol hill

“È ORMAI CHIARO A TUTTI CHE NANCY PELOSI HA NEGATO LA RICHIESTA PER LA GUARDIA NAZIONALE O PER L'ESERCITO A CAPITOL HILL” – NELL’ANNIVERSARIO DELL’ASSALTO AL CONGRESSO TRUMP RINUNCIA A PARLARE E ACCUSA SOCIAL E MEDIA - "PARLERÒ DI MOLTI TEMI IMPORTANTI NEL MIO COMIZIO DI SABATO 15 GENNAIO IN ARIZONA, MA ALLA LUCE DELLA FAZIOSITÀ E DELLA DISONESTÀ DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUL 6 GENNAIO, CANCELLO LA CONFERENZA STAMPA", HA FATTO SAPERE "THE DONALD" RILANCIANDO LA SUA TEORIA DELLE "ELEZIONI RUBATE", DEFINITE NIENTEMENO COME "IL CRIMINE DEL SECOLO"...

Valeria Robecco per ilgiornale.it

 

donald trump

È sempre più caldo il clima in occasione dell'anniversario dell'assalto a Capitol Hill. Donald Trump gioca d'astuzia e alla vigilia del primo anno dall'insurrezione dei suoi sostenitori in Capidoglio rinuncia al discorso da Mar-a-Lago, puntando tutto sul comizio del 15 gennaio in Arizona. Joe Biden invece, in caduta libera nei sondaggi, tenta di approfittare del suo passo indietro e con una mossa aggressiva fa sapere tramite la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki che denuncerà la responsabilità del suo predecessore nei fatti del 6 gennaio scorso. «Biden vede il 6 gennaio come il tragico culmine di quello che quattro anni di presidenza Trump hanno portato al nostro Paese», ha spiegato.

 

Trump e Fauci

Il presidente Usa oggi terrà un discorso dalla Statuary Hall del Congresso insieme alla sua vice Kamala Harris, e come ha rivelato Psaki «parlerà della verità su ciò che è accaduto, non delle bugie che alcuni hanno diffuso da allora e del pericolo che ha rappresentato per lo stato di diritto e il nostro sistema di governo democratico». Inoltre, «commemorerà gli eroi del 6 gennaio, in particolare i coraggiosi uomini e donne delle forze dell'ordine che hanno combattuto per sostenere la Costituzione e proteggere il Campidoglio e le vite delle persone che erano lì.

 

Grazie ai loro sforzi, la nostra democrazia ha resistito all'attacco e la volontà degli oltre 150 milioni di persone che hanno votato alle elezioni presidenziali è stata infine registrata dal Congresso». Durante l'attacco sono morti quattro sostenitori di Trump - di cui tre per emergenze mediche - e un agente della polizia di Capitol Hill è deceduto il giorno successivo. Decine di agenti sono invece rimasti feriti, e nei mesi successivi quattro si sono suicidati.

 

 

donald trump orlando, florida

L'ex Comandante in Capo, intanto, per una volta ha dato ascolto ai suoi alleati decidendo di fare un passo indietro, ma non senza polemiche. «Parlerò di molti temi importanti nel mio comizio di sabato 15 gennaio in Arizona, ma alla luce della faziosità e della disonestà della commissione d'inchiesta sul 6 gennaio, cancello la conferenza stampa in programma a Mar-a-Lago», ha fatto sapere alla vigilia dell'anniversario, rilanciando però la sua teoria delle «elezioni rubate», e definendole addirittura «il crimine del secolo». «È ormai chiaro a tutti che i media non riporteranno il fatto che Nancy Pelosi ha negato la richiesta per la Guardia Nazionale o per l'esercito a Capitol Hill», ha proseguito il tycoon.

 

DONALD TRUMP

Nel frattempo, la commissione che indaga sui fatti dell'Epifania vuole sentire l'ex vicepresidente americano Mike Pence, ma secondo i media statunitensi non è chiaro se lui collaborerà o meno con l'inchiesta. Convocato anche uno dei più fidati alleati e consiglieri dell'ex presidente, il popolare anchor di Fox News Sean Hannity, chiamato a spiegare i motivi della sua preoccupazione alla vigilia dell'attacco, come rivelano alcuni suoi nuovi sms appena diffusi. Il 5 gennaio scrisse all'allora inquilino della Casa Bianca «sono molto preoccupato in merito alle le prossime 48 ore».

 

Biden, intanto, è sempre più in difficoltà nei sondaggi: l'ultima proiezione di Cnbc ha riferito che ha chiuso il 2021 col un nuovo record negativo di consensi (il 44%, mentre il 56% lo boccia). Il presidente appare in difficoltà su tutti i fronti, dalla pandemia alla ripresa economica flagellata dall'inflazione, sino all'imbarazzante stallo al Congresso della sua agenda bloccata da un solo senatore democratico.

protesta a capitol hillla commissione di inchiesta su capitol hill

 

capitol hill

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)