putin

“IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE” - PUTIN LO HA DETTO CHIARO E TONDO DURANTE UNA TELEFONATA A MACRON: “NON RITORNERÒ MAI INDIETRO RISPETTO ALLA MIA DICHIARAZIONE CHE RUSSIA E UCRAINA SONO UN UNICO POPOLO. SIAMO IN GUERRA CONTRO I NEONAZISTI, DISTRUGGEREMO L'ANTI RUSSIA CREATA DALL'OCCIDENTE. NESSUNO PUÒ MINACCIARCI, NEMMENO CON LE ARMI NUCLEARI” - LA GUERRA CONTINUERÀ E SI FARÀ ANCORA PIÙ DURA: CHIUSI SITI E RADIO LIBERE, PROBLEMI ACCESSO AI MEDIA INTERNAZIONALI E A FACEBOOK - FINO A 15 ANNI DI CARCERE PER CHI DÀ NOTIZIE NON GRADITE

VLADIMIR PUTIN

1 - RUSSIA: PROBLEMI ACCESSO A MEDIA INTERNAZIONALI E FACEBOOK

(ANSA-AFP) - La pagine internet di Facebook e di vari media indipendenti o internazionali sono diventati in parte inaccessibili in Russia. Lo hanno constatato il servizio di monitoraggio GlobalCheck et i giornalisti dell'Afp a Mosca. Oltre a Facebook, problemi di accesso sono stati riscontrati anche al sito-giornale indipendente russo con sede in Lettonia, ma anche la tv tedesca Deutsche Welle, Radio Free Europe/Radio Liberty (Rte/Rl) del Congresso americano e i servizi in lingua russa della Bbc.

 

2 - IL PUGNO DELLO ZAR

Francesca Sforza per “la Stampa”

 

vladimir putin cecchino

«Il peggio deve ancora venire». Così ha detto Vladimir Putin in una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, e così ha ripetuto anche davanti alla televisione di Stato: «Non ritornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo. Siamo in guerra contro i neonazisti, distruggeremo l'anti Russia creata dall'Occidente. Nessuno può minacciarci, nemmeno con le armi nucleari».

guerra russia ucraina 77

 

La guerra continuerà, si farà ancora più dura, sul territorio con i militari e in patria con la propaganda, come dimostra l'attività del governo russo, che si prepara a rafforzare il suo arsenale legale con un disegno di legge che prevede fino a 15 anni di reclusione per qualsiasi pubblicazione di «fake news» riguardante le forze armate. Il provvedimento sarà esaminato alla Duma durante una sessione straordinaria oggi stesso, così come sarà presa in esame la possibilità di inasprire le pene per chi «porta avanti attività contro la sicurezza della Russia».

guerra russia ucraina 6

 

Non è un'«invasione», non è un'«offensiva», non è neanche una «guerra». Casomai un'«operazione militare», e chi usa altre parole può considerarsi un «agente straniero». Queste le indicazioni contenute nella lettera che si sono visti recapitare ieri dalla procura russa una decina di media indipendenti, due dei quali - Radio Echo Moskvy e Tv Dozhd - hanno subíto restrizioni negli accessi da parte dell'agenzia delle comunicazioni e sono stati costretti a sospendere la programmazione.

 

vladimir putin a pesca in siberia

Gli altri, per adesso soltanto minacciati di chiusura, sono i siti di informazione politica InoSmi, Mediazona, Svobodnaya Pressa, Krym.Realii, il magazine economico Zhurnalist e il quotidiano Novaja Gazeta, il cui editore è il Nobel per la Pace 2021 Dmitri Muratov.

 

Una stretta che dà la misura del vento di censura che soffia su Mosca, soprattutto se si guarda al contenuto dei media minacciati, tutt' altro che «eversivo», anche volendo sforzarsi di applicare la logica del censore: InoSmi ieri apriva accusando la Repubblica Ceca di aver fatto credere all'Ucraina che poteva entrare nella NATO e nell'Ue (provocando quindi la reazione russa); Mediazona dava il numero delle vittime comunicato ufficialmente dalla Difesa russa (500 morti e 1600 feriti); Svobodnaja Pressa interveniva sulla rabbia dei commercianti di grano, «scossi dal fatto che Washington abbia comminato sanzioni contro Mosca».

 

guerra russia ucraina 2

Come ha osservato Galina Timchenko, del sito di news Meduza, basato in Lettonia, «il fine di Putin sembra essere quello di mettere a tacere chiunque non sia d'accordo con lui, costringendolo alla fuga, o riducendolo al silenzio». Del resto, la chiusura di Radio Eco di Mosca parla per tutti: non c'è praticamente giornalista straniero che non abbia incontrato almeno una volta il suo direttore Alexey Venediktov, da sempre impegnato nel denunciare ingiustizie, storture e sperequazioni nella società russa e da sempre però abituato a fare lo slalom con i controllori del regime, usando parole attente, evitando insulti o accuse feroci. «Bastano i numeri - amava ripetere - quelli non sbagliano mai, e sono difficili da mettere in discussione».

guerra russia ucraina 19

 

In genere erano i numeri, nei servizi di REM a raccontare la Russia: i disoccupati, le cifre delle pensioni e degli stipendi, il numero di bambini negli orfanotrofi. «Se mi sbaglio le autorità possono sempre correggermi e io darò conto della loro opinione», diceva. Ma qualcosa è cambiato, come dimostra peraltro la definitiva chiusura di Memorial, l'ong fondata da Andrey Sacharov che ha documentato i crimini stalinisti (ma anche quelli commessi in Cecenia e nel Caucaso) e che proprio in questi giorni ha ricevuto la sentenza conclusiva del procedimento in corso.

 

guerra russia ucraina 13

Con la chiusura di Memorial - difesa senza alcun esito da lettere aperte di intellettuali e accademici - in molti si chiedono oggi che fine faranno quei preziosi archivi, raccolti in decenni di duro lavoro. Ma la guerra in corso sta spazzando via questo e altri interrogativi, riducendo tutto e tutti sotto un unico capo di accusa, quello di fiancheggiare il nemico ed essere un «agente straniero», espressione sovietica riportata nell'uso comune come non fosse passato un giorno.

guerra russia ucraina 11

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO