ravasi mattarella trump musk

“ALLA POLITICA MANCA QUELLA AUTOREVOLEZZA RAPPRESENTATA DA MATTARELLA” - IL CARDINALE GIANFRANCO RAVASI, PRESIDENTE EMERITO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, SI LEVA I MACIGNI DALLE SCARPETTE: "OGGI I PARTITI PUNTANO SU IDENTITÀ E FORZA SENZA DARE SOSTANZA AL CONCETTO DI BENE COMUNE - TRUMP? MI PREOCCUPA LA SEMPLIFICAZIONE DANNOSA CHE APPLICA SU OGNI TEMA - "FUGGIRE DA X, IL SOCIAL DI ELON MUSK, L'UOMO FORTE DELLA PROSSIMA AMMINISTRAZIONE USA? LA TENTAZIONE DI ABBANDONARE C'È, MA PREFERISCO FARE COME CRISTO: STARE IN CATTIVA COMPAGNIA…”

Domenico Agasso per “la Stampa” - Estratti

cardinale gianfranco ravasi

 

«Le forze politiche italiane puntano a identità e forza, senza più dare sostanza al concetto di bene comune».

 

Trump? «Mi preoccupa la semplificazione dannosa che applica su ogni tema».

 

Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, parla a La Stampa nel Duomo di Torino, prima di tenere una lectio magistralis per celebrare il centenario dell'Opera diocesana Pellegrinaggi.

 

Lei, fondatore del "Cortile dei Gentili", è considerato un simbolo del dialogo, in particolare tra credenti e non credenti. Questa distinzione ha ancora senso oggi, o viviamo in un'epoca in cui tutto è più sfumato, individualista?

«È la domanda fondamentale. Ed è paradossale per me, che ho dedicato gran parte della mia vita pubblica al tema del dialogo, inteso nel senso rigoroso del termine: un incrocio tra due logoi, due discorsi seri e qualificati.

cardinale gianfranco ravasi papa bergoglio

 

Nel passato - indicativamente prima della caduta del muro di Berlino - era più semplice e meno aggressivo: due visioni con valori propri si incontravano e, pur mantenendo le differenze e affrontandosi talvolta duramente, riuscivano ad ascoltarsi. Era l'essenza stessa della parola "incontro": da una parte l'avvicinamento (in-), dall'altra la marcatura delle identità (contro). Oggi la situazione è diversa».

 

Come la descrive?

«Citando la sottolineatura di Paul Ricoeur: siamo in un'epoca in cui alla "bulimia dei mezzi" corrisponde un'"anoressia dei fini". Abbiamo tecnologie potenti, ma ci mancano le grandi tensioni ideali. La superficialità e l'omogeneità dominano, avvolgendo tutto in una sorta di nebbia culturale. Questo fenomeno rende il dialogo vero sempre più difficile, specialmente nei contesti comuni, dove manca la profondità necessaria per affrontare temi complessi».

napolitano cardinale gianfranco ravasi

 

(…)

 

La politica italiana sembra più interessata al consenso che ai problemi reali. È d'accordo?

«Purtroppo sì. Manca quella autorevolezza rappresentata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le forze politiche puntano solo a identità e forza, senza più dare sostanza al concetto di bene comune.

 

sergio mattarella

Certo, il consenso è sempre stato necessario, ma non dovrebbe essere l'unico obiettivo. In passato i leader politici si impegnavano anche a proporre visioni a lungo termine, a costruire. Oggi, invece, l'azione dei partiti si riduce spesso alla ricerca immediata del potere, sostenuta da mezzi di comunicazione che privilegiano la retorica e gli slogan, hanno sostituito i vecchi comizi e i dibattiti di spessore, riducendo la possibilità di approfondire questioni importanti».

 

Quali prospettive intravede negli Stati Uniti dopo la vittoria di Donald Trump?

«Gli Usa, e non la Cina, rappresentano ancora il modello culturale e politico fondamentale per l'Occidente. Tuttavia, mi preoccupa la semplificazione che Trump applica su ogni argomento: questo modo di agire esclude la complessità della realtà per ottenere risposte emotive. È un approccio che tende a emarginare questioni rilevanti, generando polarizzazioni dannose.

 

Anche nel panorama culturale americano si nota un declino. In passato, scrittori come Philip Roth o Saul Bellow rappresentavano una cultura capace di guidare e ispirare. Oggi, pur con qualche eccezione, manca una classe intellettuale di pari statura. Questo impoverimento culturale riflette un problema più ampio: la società americana, come molte altre, sembra avere perso la capacità di elaborare visioni profonde e condivise».

donald trump - elon musk

 

Lei fuggirà da X, il social network di Elon Musk, l'uomo forte della prossima amministrazione Usa a firma Tycoon?

«Anche se la tentazione di abbandonare c'è, preferisco fare come Cristo: stare in cattiva compagnia (sorride, ndr.)»

 

In un contesto internazionale segnato da guerre e tensioni, ha senso avere speranza in un futuro migliore?

«Oggi rischiamo di cadere in due estremi: l'utopia illusoria, che promette senza fondamento, o il realismo cinico, che rinuncia a sperare. Per affrontare le sfide del nostro tempo dobbiamo ritrovare un equilibrio, riscoprendo la speranza come forza capace di alimentare scelte e mosse concrete e ideali più alti. E concilianti».

cardinale gianfranco ravasi

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO