renzi alla festa dell'unita' di pesaro

“POSSO ESSERE UN ALLEATO. AL PD, SE VUOLE VINCERE LE ELEZIONI, SERVONO I VOTI AL CENTRO” - IL FIGLIOL PRODIGO RENZI TORNA COL CAPPELLO IN MANO ALLA FESTA DELL’UNITA’, A PESARO, E MANDA UN MESSAGGIO A “TUTTI QUELLI A CUI STO SULLE PALLE E SO CHE CE NE SONO TANTI QUI”: "COMPAGNI, NON SIATE AVARI, COSTRUIAMO L'ALTERNATIVA" – LA CAREZZA A SCHLEIN (“NON FATE A ELLY QUELLO CHE È STATO FATTO A ME"), LA FRECCIATA A GENTILONI SULLO IUS SCHOLAE E LA BORDATA A CONTE:  “NON PUÒ ESSERE CERTO LUI A DIRMI CHE…”

Niccolò Carratelli per la Stampa - Estratti

 

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

«Non ci posso fare niente, mi dà sui nervi», sbotta la signora Federica nel momento in cui vede spuntare Matteo Renzi nel parco che ospita la festa dell'Unità, a pochi metri dalla spiaggia di Pesaro.

 

(...)

Piccolo comitato di accoglienza all'ingresso, tra strette di mano e qualche selfie, alcuni ragazzi con la maglietta del Pd si avvicinano per salutare, renziani mancati: «Credo sia un bene provare a riportare Renzi nel centrosinistra – dice Riccardo Bernardi, 25enne neoconsigliere comunale – per vincere è indispensabile allargare al centro».

 

A pochi metri un'altra ventenne, Francesca, sta spillando birre allo stand dei giovani democratici: «Per me lui è il passato, non tornerei indietro, ma confido che Schlein sappia come muoversi». Meno tenero Silverio Giacomelli, che è arrivato al cinquantesimo anno da volontario nelle feste di partito e non si fida: «Per nulla, non penso sia sincero – sentenzia – io l'avevo anche votato, ma poi non mi è piaciuto il modo in cui ha lasciato il partito all'epoca».

 

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

Intanto, Renzi si è seduto intorno a una barca trasformata in tavolo, nell'attiguo stabilimento "Bahia del sol", con Ricci e gli altri per un aperitivo a base di fritti e bollicine. «È all'ultima spiaggia», ironizza qualcuno. Ma stasera è venuto per provare a conquistarsi la platea dem a suon di sorrisi e battute.

 

Prima di farlo salire sul palco, il segretario del Pd di Pesaro si raccomanda: «Accogliamo e ascoltiamo, così si costruisce l'alternativa, bentornato Matteo». Lui strappa i primi applausi, non scroscianti, ma è già positivo che non si sentano fischi o mugugni. Le sedie sono finite, solo posti in piedi, alcune centinaia di persone ad aspettarlo. La moderatrice del dibattito, Myrta Merlino, lo presenta come un «figliol prodigo», ma lui assicura di non sentirsi tale. «Io oggi sono da un'altra parte, ho fatto le mie scelte, ma posso essere un alleato – spiega – e se volete vincere le elezioni vi servono i voti al centro».

 

Poi l'ormai abituale carezza a Schlein: «Io ed Elly non siamo migliori amici, ma riconosco la sua leadership e spero che la futura coalizione sia guidata dal Pd e non da M5s o altri – avverte – perché se sarà a guida Pd noi ci saremo». Altri applausi dalle prime file, mentre nelle retrovie restano impassibili. E allora Renzi va oltre, in versione novello fan della segretaria: «Non massacrate la vostra leader, non fate a Schlein quello che avete fatto a me e ad altri, no al fuoco amico». La domanda più scomoda, che tutti o quasi si stanno facendo, tocca a Ricci: ci si può fidare davvero di Matteo Renzi?

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

 

Mentre l'ex sindaco prova ad argomentare che sì, bisogna avere fiducia, ecco la prima contestazione: «Nooo», grida un signore. Ma è un grido isolato, perché il leader di Italia Viva si sta lentamente prendendo la scena.

 

Lo fa attaccando le sorelle Meloni e il governo, «che farei cadere volentieri», e polemizzando a distanza con Giuseppe Conte: «Non può essere certo lui a dirmi che non sono di sinistra – attacca – lui che ha firmato i decreti sicurezza di Salvini e non sa scegliere tra Trump e Harris». Poi cerca di stemperare i toni nei confronti del presidente 5 stelle, usando il dialetto napoletano: «Chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, scordiamoci il passato e pensiamo al futuro».

 

Ricci si vede costretto a ricordare che «però di operazioni strane in giro per l'Italia nei hai fatte, Matteo», e cita l'alleanza di Italia Viva e Azione con il centrodestra in Basilicata e il sostegno alla giunta di centrodestra del sindaco Bucci a Genova: «Dovete uscirne, se volete fare l'accordo per le Regionali».

 

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

Renzi fa spallucce: «Aspettiamo di vedere il programma del centrosinistra per la Liguria, tipo se si fa la Gronda oppure no». Si infervora parlando di ius scholae, quando frusta Tajani, «che fa solo le interviste, ma poi la legge non la vota e strumentalizza i bambini che hanno diritto alla cittadinanza». E riserva un frecciata anche a Paolo Gentiloni, perché «nel 2017 bisognava mettere la fiducia sullo ius scholae e non si è avuto il coraggio».

 

L'abilità dell'oratore, che cita anche Obama e don Milani, scioglie un po'la diffidenza. Vista dalla festa di Pesaro l'operazione del centrosinistra allargato sembra un po'meno complicata, Renzi un po'meno indigesto al popolo dem.

 

Lui manda un messaggio a «tutti quelli a cui sto sulle palle e so che ce ne sono tanti qui»: "Non siate avari, compagni del Pd, costruiamo questa casa, mattone dopo mattone, e mandiamo a casa Meloni». Applausi. Matteo Renzi scende dal palco e non si è sentito un solo fischio.

renzi schlein

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…