massimo cacciari giuseppe conte

“QUAL E’ IL PIANO DI RICOSTRUZIONE DEL GOVERNO?” - CACCIARI INFILZA LA FUFFA DEGLI STATI GENERALI BY CONTE CASALINO: “LA MANCANZA ASSOLUTA DI QUALSIASI STIMA QUANTITATIVA E L'ASSENZA DI IMPEGNO CONCRETO, TEMPORALMENTE SCANDITO, PER IL SUPERAMENTO DEGLI OSTACOLI, RENDONO SUPERFLUA LA DISCUSSIONE INTORNO A DOCUMENTO COLAO E STATI GENERALI. TUTTO È RINVIATO ALL'AUTUNNO, QUANDO L'EMERGENZA SANITARIA NON "COPRIRÀ" IMPOTENZE O VUOTI POLITICI E ALLORA…”

Massimo Cacciari per “la Stampa”

 

massimo cacciari a otto e mezzo 2

Se il ceto politico ha bisogno di una numerosa équipe di tecnici ed esperti (mi auguro poco costosa) per farsi raccontare che l'Italia deve diventare più reattiva, competitiva e "resiliente" c'è davvero di che preoccuparsi in vista delle drammatiche prove che ci attendono per l'autunno, quando la fase di ricostruzione dovrà pure iniziare e nuovi strumenti economico-finanziari essere approntati, anche per poter usufruire del sostegno europeo.

 

I tecnici non servono né a ribadire ciò che tutti sanno occorrerebbe fare da almeno trent'anni, né a consolarci con gli "I had a dream" o "I can" (che stanno bene soltanto sulla bocca di politici-profeti, genere che non mi sembra abbondare). I tecnici servono a definire con sobrietà e precisione i limiti dentro i quali qualsiasi progetto politico è costretto a muoversi nel nostro Paese, e attraverso quali manovre, chiaramente individuate anch'esse, sia possibile rimuovere gli ostacoli legislativi, amministrativi, burocratici che bloccano il suo sviluppo.

vittorio colao giuseppe conte

 

La mancanza assoluta di qualsiasi stima quantitativa e l'assenza di qualsiasi impegno concreto, temporalmente scandito, per il superamento di quegli ostacoli, rendono del tutto superflua anche la discussione intorno a Documento Colao e Stati Generali. Tutto è così rinviato all'autunno, quando l'emergenza sanitaria non "coprirà" più impotenze o vuoti politici, cesseranno gli ammortizzatori bene o male messi in atto e il blocco dei licenziamenti.

 

Allora, certo, non ci si potrà limitare a ripetere i mantra vanamente ripetuti da ogni governo fin dagli Anni 90 (ma anche prima): sostenibilità, equità, digitalizzazione, green economy. All'"occorrismo" dilagante "occorrerà" sostituire il linguaggio delle decisioni più difficili, quelle fascinose parole dovranno essere tradotte in priorità e in cifre, con l'indicazione precisa delle coperture necessarie. Facciamo un piccolo esercizio per mostrare con qualche esempio che cosa si intenda per "decisione", termine che almeno dagli Anni 70 tende a essere rimpiazzato dalle infinite varianti del "primum vivere".

massimo cacciari (2)

 

E' certo che il rilancio della domanda non potrà ottenersi in tempi stretti, come necessario, senza un grande piano di opere pubbliche. Una vale l'altra? Bene anche scavare fosse e riempirle di nuovo? Il Ponte di Messina, "lanciato" verso una Sicilia senza ferrovia, vale come una decente infrastruttura lungo il Tirreno o l'Adriatico? Un bidone tipo Mose può servire come un investimento finalmente adeguato per la difesa dell'ambiente? Quali saranno, insomma, le "grandi opere" del futuro governo? E si pensa che una qualsiasi di queste possa realizzarsi in tempi storici con le attuali normative?

 

conte casalino

È troppo chiedere, allora, come il governo intenda modificarle, affinché le buone intenzioni non continuino a lastricare la via per l'inferno? Altro esempio-chiave: formazione, scuola, ricerca. Come si addice a ogni buon "modernizzatore", anche Colao e i suoi insistono sul ruolo fondamentale che questo settore riveste per qualsiasi Paese che non voglia arrendersi alla decadenza. Il governo ha un'idea di come far seguire qualche fatto alla lodevole predica?

 

E non si tratta soltanto del livello degli investimenti in ricerca, che sono bassi, ma non insignificanti. Si tratta dell'assetto complessivo della nostra scuola e delle nostre università, dove reale autonomia non esiste, soffocate come sono da burocrazie statalistico-centralistiche, da assurde procedure concorsuali e da ancora più assurdi organi di controllo. E' lecito chiedere se il governo intenda metter mano a tutto ciò o se invece ci divertiremo con l'ennesima "riforma" degli esami di maturità?

 

ponte sullo stretto

Più in generale: è certo che agli Stati Generali dilagherà la retorica sulla "cultura d'impresa" e i "modernizzatori" ricorderanno come essa latiti storicamente nel nostro Paese. Tutto bello, ma che significherà in concreto per il piano di ricostruzione? "Cultura d'impresa" significa salvare anzitutto le imprese. Se le imprese chiudono e falliscono - e se non si favorisce con massicci interventi soprattutto di ordine fiscale la nascita di nuove - nessuna difesa dell'occupazione è concepibile. E tuttavia l'esigenza sociale di massicci interventi semplicemente assistenziali si farà nei prossimi mesi ancora più prepotente di quanto non lo sia oggi.

 

Come combinare quella priorità a questa esigenza? Si potrà anche calcolare in base alle risorse disponibili, ma prima di tutto il governo dovrà decidere la scala di priorità. L'aspetto tecnico segue alla decisione politica. E così anche per il reperimento delle risorse necessarie. L'Europa farà la sua parte più che in passato, ma non ci pagherà lo stratosferico aumento del debito. I politici dovranno ascoltare i tecnici migliori in merito a spending review, semplificazione, testi unici, ecc. Ma non basterà.

vittorio colao agli stati generali

 

Dire patrimoniale non significa nulla. Quale patrimoniale e per quali investimenti - questo è il problema. Nessuna decisione che sia tale è indolore per tutti, né può colpire tutti allo stesso modo. Populismi e demagogie hanno i giorni contati, come gli Stati Generali. Ma se al loro posto non emergeranno scelte coraggiose, coalizioni e ceto politico in grado di sostenerle per un lungo periodo, guariremo dal virus con l'Italia in rianimazione.  

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."