matteo salvini papeete

“SALVINI? HA COMBINATO SOLO CASINI, TANTE CHIACCHIERE A VUOTO, AVER MANDATO A CASA DRAGHI E’ STATA UNA CAGATA”. AL PAPEETE, LA SPIAGGIA SANTUARIO DI MILANO MARITTIMA CARA AL "CAPITONE" SPANZATO, SI RIMPIANGE DRAGHI E SI CONSIDERA “UNA PAZZIA” AVERLO FATTO CADERE: “POVERO MATTARELLA, NON SE LO MERITAVA”. TRA GLI OMBRELLONI SIMPATIE ANCHE PER LA MELONI…

GIUSEPPE SALVAGGIULO per la stampa

 

SALVINI AL PAPEETE

 

Non c'è pellegrinaggio senza penitenza.

Dunque tocca.

«Vorrei un cocktail. Che cosa mi consiglia?».

«Mojito, naturalmente».

Milano Marittima, pomeriggio che volge al tramonto.

Cassa centrale del Papeete Beach. Un santuario. Musica a palla. Ritmo.

Stordimento. Sudore. Coda mistica.

«Un mojito, allora».

«Sono dieci euro, grazie».

 

Si paga (anche con carta di credito, chapeau) e a scontrino ancora caldo, un metro più in là, una solerte barista corvina sta già pestando nel mortaio.

«Mi scusi, ma che cos' ha di così speciale il mojito del Papeete?».

«Niente. Salvini».

Ah, ecco. Perché sinceramente, rinviando sentenze definitive a palati più avvezzi, la prima impressione è di prevalenza di lime ed eccesso di ghiaccio. Ma che importa, non è mica da questi particolari che si giudica uno shakeratore.

 

Il mojito è come un Green pass, negli angusti pertugi che si aprono tra lettini e lati B. Non c'è molto tempo. Un paio d'ore e un paio di chilometri più a Sud, a ridosso della Darsena che separa Milano Marittima (frazione minuscola ma più celebre) da Cervia, ci aspetta il Salvini comiziante. Alla festa della Lega, un parcheggio ingentilito da tre lugubri gazebo, dove il massimo conforto si rivelerà una piadina crudo e squacquerone a mezzanotte.

MATTEO SALVINI E IL PAPEETE SUL QUIRINALE - BY ELLEKAPPA

 

Altri tempi, tre formidabili anni fa, quando il Capitano desnudo spopolava su questa torrida sabbia, idolatrato nel privé dove ora si stappano prosecchi più accaldati degli avventori blandamente danzanti. Mixava in consolle l'inno di Mameli, sorseggiava naturalmente mojito e ammiccava a cubiste leopardate riluttanti a stringersi a coorte, mentre il vocalist arringava i bagnanti: «Pronti al gran finale? Fuori i telefonini! Siam pronti alla morte, siamo pronti alla morteee». Come noto, quest' anno Salvini si è tenuto alla larga dalla spiaggia come un vegano dal gran bollito misto di Carrù. Nemmeno un analcolico, un saluto a distanza, un bagnetto refrigerante. Arrivato in incognito a MiMa (così, testualmente, nelle riviste patinate che si trovano nelle hall degli alberghi), s' è nascosto per tutto il pomeriggio in un resort cinque stelle. A sera si appaleserà alla festa leghista come un villeggiante di mezza età, a bordo di una bicicletta rossa da donna con l'effigie di un altro hotel, a tre stelle.

 

salvini

E si capisce. Da allora, sbattuto all'opposizione senza gli invocati pieni poteri, il Papeete non è più un luogo fisico, ma una categoria dello spirito. Come la Bolognina, il predellino, Gargonza, Bad Godesberg, Fiuggi. Waterloo, nel suo piccolo.

 

A MiMa, più che dell'assenza di Salvini, quest' anno si parla della nuova pista ciclabile lungo la passeggiata a mare. Dei prezzi aumentati («Il maxibon è passato da 1,80 a 3 euro e ho detto tutto», protesta una ragazza). Degli stranieri tornati in massa. Dei divieti di balneazione messi e rimossi. Del tutto esaurito che non si vede più nemmeno la domenica.

 

Al Papeete, Salvini a parte, poche nuove. Le cubiste sono passate dal leopardato al giallo evidenziatore. Più costumi interi, meno bichini. Più spritz, meno champagne. Più videochiamate che selfie. Musica più o meno sempre uguale, con molte contaminazioni Anni 90. Più sigarette elettroniche. Cappellini a fiori modello pescatore, distribuiti gratis da uno sponsor in cambio di una email.

 

salvini papeete

A metà mojito, con la baldanza che solo il rum bianco agevola, ci buttiamo nel sondaggio da spiaggia. Campione: un centinaio di persone.

Assortite, senza pretesa di scientificità demoscopica, per genere, età, profilo antropologico, provenienza geografica, ceto sociale: il manager e il ricercatore, il bagnino e l'estetista, la studentessa e l'operaio; da Bolzano a Ragusa, da Parma a Minervino Murge, da Bergamo a Brescia. Un melting pot molto tatuato e poco abbronzato.

 

Le domande, precedute da breve presentazione e garanzia di anonimato: 1) Andrai a votare alle elezioni? 2) Hai già deciso per chi voterai?

salvini papeete

Qualche diffidenza. «Non parlo di politica». «Ma tu sei un giornalista? Non ci credo». «Non te lo dico, tanto poi voi scrivete solo quello che vi dicono di scrivere, non siete come Le Iene».

 

Ma alla fine, facendo appello a sguardi pietosi, solidarietà tra lavoratori, complicità geografica, il sondaggio va a discreto fine.

 

Risultati. Il 20-25% afferma con sicumera e ostentato raccapriccio che non andrà a votare. Motivazioni: «Fanno tutti schifo». «Tanto il voto non conta, poi comunque va su un governo tecnico». «Sono tutti complici di Bill Gates». «È tutto un magna magna», ripetono due amici siciliani sulla battigia. A richiesta specifica, si scopre che delusione e disillusione virano per lo più verso gli eroi del governo gialloverde.

 

Un altro 20-25% assicura che eserciterà il sacro diritto democratico, ma non ha ancora deciso in favore di chi.

 

«Non so come saranno tutte le alleanze», «Voglio prima vedere i programmi», argomentano moglie e marito quarantenni mentre la bimba riempie un secchiello.

Il dato conforta sulla genuinità delle risposte, perché in linea con quelli della regina delle sondaggiste, Alessandra Ghisleri, sulla quota di italiani ancora indecisi, almeno il 40%.

SALVINI PAPEETE

Incoraggiati, proseguiamo con le domande.

 

3) Per chi voterai? 4) Sei contento delle elezioni anticipate o avresti preferito che il governo Draghi fosse andato avanti fino a fine legislatura?

 

Alla terza domanda le risposte sono più evasive. Ma non meno interessanti. L'immagine di Salvini risulta ammaccata. Un gruppo di ragazzi lombardi non vuole più sentirne parlare: «Ha combinato solo casini», «Tante chiacchiere a vuoto». C'è chi gli rimprovera di aver sostenuto il governo Draghi, chi di averlo affondato. Ma soprattutto tra gli uomini, nonostante qualche malumore, la sensazione è che alla fine la campagna pancia a terra del Capitano potrebbe ancora acchiappare. Ma in chi risponde semplicemente «Destra», e non sono pochi, spunta la preferenza meloniana. Uomini e donne over 30 come le due amiche veronesi, titolari di un centro estetico e di un negozio di abbigliamento, che dopo Berlusconi e Salvini sono a caccia di emozioni nuove.

SALVINI AL PAPEETE

 

Il primo elettore del Pd è un solitario cinquantenne seminascosto dal coprisole del lettino, assorto nella lettura di un romanzo Neri Pozza. Praticamente un rigore a porta vuota. Se la cava anche Calenda, che sulla spiaggia è come la Y10: piace alla gente che piace. Renziani non pervenuti: saranno tutti in montagna.

 

Due conti spannometrici: destra oltre il 40%, sinistra oltre il 30%. Elettori di sinistra (e soprattutto elettrici) molto motivati dal voto contro, senza preoccuparsi tanto di alchimie politicistiche e candidature.

 

SALVINI IN SPIAGGIA AL PAPEETE

Ma è sull'ultima domanda che si configura la maggioranza più schiacciante e trasversale. L'80% (salviniani e meloniani inclusi) rimpiange Draghi e considera «un errore», «una pazzia», «una cagata» averlo mandato a casa. «Povero Mattarella, non se lo meritava», si agita una trentenne pugliese che lavora al Nord. Ci sarebbe di che approfondire, ma a interrompere l'emozione arriva un manager del Papeete: «Gentilmente, qui non si parla di politica». Ah no? Del resto s' è fatto il crepuscolo. Del mojito non resta che una foglia di menta su due dita di ghiaccio in poltiglia. Verso l'uscita, una pacca sulla spalla. È il bagnino conosciuto al mattino. Salviniano sfegatato. «Io appena smonto vengo alla festa della Lega. Non me lo perdo per niente al mondo», aveva giurato. Invece adesso è qui, smanicato e sbevazzante sulle note di Blanco e Sfera Ebbasta. «Che ci fai qui? Non vai da Salvini?». «Salvini? La prossima volta. Sai, ho conosciuto una».

MATTEO SALVINI AL PAPEETEMATTEO SALVINI AL PAPEETE veronica proserpio vs salvini al papeete MATTEO SALVINI AL PAPEETEsalvini papeete (2020)matteo salvini al papeete 2020matteo salvini al papeete 2020 1matteo salvini al papeete 2020 2salvini papeete (2020) 2

Ultimi Dagoreport

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO