luigi di maio

“SIETE COME GLI ALTRI. NON SIAMO STUPIDI” - LA BASE GRILLINA E’ FURIOSA CON I VERTICI E SI SFOGA IN RETE: “AVETE FATTO UNA SOLA STUPIDAGGINE: FARE UN GOVERNO CON LA LEGA” - ANCHE IL VOTO SULLA PIATTAFORMA ROUSSEAU PER CHIEDERE LA CONFERMA O MENO DI LUIGI DI MAIO NON PIACE: “TANTO TUTTO E’ GIA’ DECISO” - NEPPURE DUE MESI FA, IL GARANTE DELLA PRIVACY AVEVA CALATO LA SCURE SULLA PIATTAFORMA GIUDICANDOLA “INAFFIDABILE E MANIPOLABILE”

1 - PSICODRAMMA SULLA RETE

Fabrizio Roncone per il “Corriere della sera”

 

BEPPE GRILLO

A metà pomeriggio, il Blog delle Stelle va in blocco, s'impalla. C'è Beppe Grillo che ha scritto qualcosa. Ascoltando per due giorni Radio Maria, il comico dev'essersi schiarito le idee. Però è inutile insistere. Stanno tutti lì a cercare di entrare. Ci torniamo dopo.

Vediamo invece cosa fa Dibba. Su Twitter, tace. Su Instagram, tace. Ma eccolo su Facebook.

 

Pubblica un post lungo e stranamente pacato. Il grillino più gruppettaro abilissimo a rivolgersi alla pancia più movimentista del movimento, stavolta, usa toni bassi. Il passo di Alessandro Di Battista sembra quello di un mesto appello, il cui succo è: abbiamo preso una «scoppola» terribile, siamo in difficoltà, stateci vicino.

 

di maio di battista

Da un esame sommario, sembrerebbe in realtà il solito trionfo mediatico: oltre 56 mila «mi piace», oltre 11 mila «condivisioni», più di 15 mila commenti. Ma è proprio leggendo i commenti che s' intuisce il profondo malessere della base, espresso in un miscuglio di amarezza e rabbia, con rimproveri inediti, severi, precisi.

 

Alessandro Pin: «Avete salvato Salvini dall' imputazione. Oltre a tutte le promesse rimangiate». Debora Fumo: «Avete fatto una sola stupidaggine: fare un governo con la Lega». Antonella Marchesini: «Continui a non voler vedere la realtà». Antonio Mari: «Siete come gli altri. Non siamo stupidi».

 

alessandro di battista e luigi di maio 1

Poi, certo: c' è anche un grillismo irriducibile, combattivo. Rosa Chiriaco: «Hai ragione su tutto». Però è davvero fortissimo il contrasto con i commenti eccitati, pura adulazione, pura estasi, a qualche post più in basso nella pagina, con le dirette e le foto dal Centro America dello scorso inverno, con Dibba insieme a moglie, figlio e contadini locali (compresi quelli di una comunità zapatista, che s' infuriarono assai, quando seppero che il piacione romano travestito da Subcomandante Marcos era in realtà il capetto d'un partito alleato, addirittura al governo con Matteo Salvini).

 

Un'altra cosa colpisce: c'è una diffusa sensazione di solidarietà nei confronti di Luigi Di Maio. Alcuni militanti arrivano quasi a perdonargli, con dosi di malcelato affetto, la sostanziale debolezza politica. Scrive sul Blog delle Stelle, che intanto s'è sbloccato, Angelo Sepe: «Nessun problema a confermare Luigi. Solo mi preoccupa la sua dipendenza da Salvini».

 

luigi di maio vota al seggio di pomigliano d'arco 1

Il commento di Grillo: niente di memorabile. Una robetta poco rumorosa, anzi liscia, scritta quasi per forza (sintassi faticosa). «Luigi non ha commesso un reato È già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia». Sembra di intuire che sono finiti i tempi in cui la colpa era dei giornalisti (il ritornello preferito dal comico: «Siete solo delle larve, dei vermi che strisciano, dei cadaveri che camminano, siete destinati a scomparire»). Grillo e tutto il suo popolo, in queste ore, paiono concentrati ad analizzare la tremenda sconfitta elettorale di domenica scorsa e a ragionare sul voto online che si terrà dentro la piattaforma Rousseau. Parola che diventa, subito, trending topic, argomento di tendenza su Twitter.

 

Ovviamente, @Corriere rilancia la notizia di Paragone - «Mi dimetto da senatore, ora decida Di Maio» - ed è davvero sorprendente leggere i commenti che seguono.

«Era ora». «Leghista pentito». «Quando la barca affonda».

luigi di maio commenta la sconfitta del m5s alle europee 5

 

«Il lavoro da infiltrato legaiolo è finito». Le parole sono queste, il clima è questo. Sì: la base è scossa, e aggressiva. Anche perché legge i commenti degli avversari politici, tra analisi durissime e ironie feroci. Prova a buttarla sul ridere uno dei troll più acuti, Vujadln Boskov (che utilizza il linguaggio del vero Boskov, mitologico allenatore serbo della Sampdoria campione d' Italia): «Vero allenatore dopo sconfitta decide se continuare o lasciare posto a uno più bravo, sicuro lui non chiede a curva di prendere decisione al posto suo».

 

Fa ridere, ma fino a un certo punto. Luigi Di Maio, sul blog grillino, per convincere i militanti a votargli la fiducia usa parole struggenti e argomenti discutibili. Gli risponde Olga Esposito: «Siamo una famiglia e come una famiglia dobbiamo essere uniti. Io voterò Sì. Ti stimo, Luigi». Giovanna: «Caro Luigi, ogni volta che ti ascolto, mi commuovo». Alessandro Durante: «Carissimo Luigi, ho letto con attenzione il tuo post e apprezzo molto il tuo metterti in gioco. Lo fanno solo le persone serie».

luigi di maio

 

Avanti così fino a sera. Su Twitter parte addirittura l'hashtag #IoStoConDiMaio.

Decine di cinguettii zuppi di affetto. Quasi sempre con la stessa foto di lui: sbarbato e sorridente, tutto elegantino, tutto perfettino e rassicurante (ma al 17%).

 

2 - IL VOTO E LE FALLE DI ROUSSEAU «TANTO RISULTATO GIÀ DECISO»

Francesco Lo Dico per “il Messaggero”

 

«Ma come? Ancora Rousseau?» Alla vigilia dell' ordalia digitale che deciderà oggi le sorti di Luigi Di Maio alla guida del Movimento, parlamentari e militanti grillini sono scossi da un sussulto di indignazione. Neppure due mesi fa, il Garante della privacy aveva calato la scure sulla piattaforma stellata perché ritenuta «inaffidabile e manipolabile», e aveva perciò comminato a Davide Casaleggio una multa di 50mila euro. Ma nonostante le proteste del patron del Movimento, che aveva accusato il Garante di aver assunto una decisione politica, l' Associazione Rousseau ha pagato la sanzione che gli era stata comminata, «riconoscendo la fondatezza dei rilievi, visto che non vi è stata impugnazione», ha ricordato il capo dell' authority Antonello Soro.

 

PIATTAFORMA ROUSSEAU

ORTODOSSI POLEMICI

Una scelta, quella di votare su Rousseau, sbagliata dunque nel metodo e nel merito per parlamentari ortodossi come Doriana Sarli. «Il problema è in primo luogo la mancanza di condivisione delle scelte, come quella su che cosa mettere in votazione su Rousseau. Ma la questione rilevante sottolinea Sarli - è la scarsa trasparenza della piattaforma e la struttura così estremamente verticistica dove un uomo solo al comando decide tutto e anche che cosa si debba votare o meno su Rousseau». Non erano da poco difatti i rilievi che aveva mosso Soro a conclusione dell' istruttoria condotta sulla piattaforma di evoting.

 

I RILIEVI SULLA PRIVACY

PIATTAFORMA ROUSSEAU

In buona sostanza vale la pena ricordarlo - il Garante aveva infatti evidenziato che Rousseau non garantisce né la segretezza né la sicurezza del voto degli iscritti ai 5Stelle, il cui risultato può essere manipolato senza lasciare traccia dagli amministratori del sistema, in ogni fase del procedimento elettorale.

 

Per di più, aveva continuato Soro, le urne digitali del Movimento non garantiscono «l'integrità, l'autenticità e la segretezza delle espressioni di voto, caratteristiche fondamentali di una piattaforma di e-voting», e aveva segnalato un' altra grave lacuna: l'assenza di un sistema di certificazione del voto garantito da enti terzi. I notai di cui aveva deciso di avvalersi Casaleggio - era stata la conclusione dell' authority - non aggiungono nulla alla «genuinità dei risultati», in quanto «i risultati sono tecnicamente alterabili in pressoché ogni fase del provvedimento di votazione e scrutinio antecedente la cosiddetta certificazione».

carla ruocco luigi di maio

 

Le ombre che si proiettano sulla piattaforma restano ancora molto fitte, a due mesi dall' autorevole bocciatura del Garante. Tanto che anche la senatrice grillina Paola Nugnes lancia uno strale contro l' ennesima consultazione on line. «Rousseau tuona la parlamentare ortodossa - serve solo a ratificare e a controllare il consenso, questa scelta è la tomba di ogni tentativo di revisione».

 

Come nel caso della votazione sulla Diciotti, torna ingombrante il sospetto di un voto già scritto. Potenzialmente manipolabile a monte, come a valle. «Io non voterò. L' esito del voto è già scritto, più che di una consultazione opportuna o inopportuna si tratta di una consultazione inutile e scontata. Gli iscritti faranno quello che continuano a chiedere i vertici sui social: salvare Di Maio», è lo strale che lancia la senatrice Elena Fattori.

paola nugnes

 

Al di là delle perplessità sulle poche garanzie offerte da Rousseau, la deputata grillina Carla Ruocco sottolinea invece per parte sua che «non era opportuno fare del voto una questione personale, ossia se Di Maio ci sta bene o no». «La vera questione da affrontare conclude il presidente della commissione Finanze della Camera è quella dei sei milioni di voti perduti nelle urne che implicavano una discussione su una revisione dell' organizzazione e dei ruoli di vertice del Movimento».

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?