giorgia meloni enrico letta

“LA SINISTRA VA IN GIRO A SCREDITARE LA NAZIONE PER DIFENDERE IL PROPRIO TORNACONTO” – ENRICO LETTA SI FA INTERVISTARE DALLA CNN PER RIPETERE LA SOLITA SOLFA DELL’ALLARME DEMOCRATICO (“SE VINCE LA DESTRA SARANNO FELICI ORBAN E PUTIN”) E LA MELONI SI INCAZZA: “UTILIZZA LA SUA INTERVISTA NON PER PARLARE BENE DELLA PATRIA MA PER LANCIARE ALLARMI E MENZOGNE” – REPLICA DI ENRICHETTO: “MI ACCUSA DI SCREDITARE L’ITALIA PERCUÉ ESPONGO LE SCELTE DI FDI IN UE?” - VIDEO

 

1 - SCONTRO LETTA-MELONI,LUI 'FOLLIE',LEI 'DISCREDITI ITALIA'

enrico letta intervistato dalla cnn 5

(ANSA) - "I patrioti difendono sempre l'Italia, la sinistra va in giro a screditare la nazione per difendere il proprio tornaconto". Attacco al vetriolo di Giorgia Meloni ad Enrico Letta.

 

"Utilizza la sua intervista alla Cnn non per parlare bene della sua patria ma per lanciare allarmi e menzogne su Fdi dicendo che in caso di vittoria del centrodestra sarà la catastrofe in Italia e in Europa", affonda la leader Fdi.

 

E il leader dem: "Mi accusa di screditare l'Italia perché espongo le scelte di Fdi in Ue?Obbligo di fideiussione per gli stranieri, blocco navale fuori dai nostri confini,Pnrr da rinegoziare.Tre follie per chi ci guarda da fuori".

GIORGIA MELONI INTERVISTATA DA FOX

 

2 - ENRICO LETTA "L'ITALIA RESTI NEL CUORE DELL'UE CON MELONI FELICI ORBAN E PUTIN"

Francesco Semprini per “La Stampa”

 

È il «pericolo Meloni» e il rischio di ritrovarsi in un'Italia a trazione euroscettica a tenere banco nell'intervista del canale statunitense Cnn International con il leader del Partito democratico, Enrico Letta.

 

ENRICO LETTA ALLA CNN

«Meloni e i suoi alleati di destra hanno rovesciato il virtuoso governo Draghi, il suo partito ha votato sempre contro importanti iniziative europee relative alla lotta al cambiamento climatico, immigrazione o volte a una maggiore integrazione dell'Unione, questo preoccupa più di ogni altra cosa.

 

A livello internazionale, i più felici ad assistere a una vittoria di Giorgia Meloni sarebbero Donald Trump, Vladimir Putin e, in Europa, Viktor Orban», dice Letta rispondendo alle domande della giornalista e conduttrice Isa Soares.

 

VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI

Tre i quesiti posti nei quasi cinque minuti di intervista col segretario del Pd, nessuno dei quali ha riguardato programmi o proposte del partito e della coalizione di cui fa parte in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Il colloquio si è incentrato sulla leader di Fratelli d'Italia che, qualche giorno fa, aveva parlato con Fox News, canale americano vicino a posizioni conservatrici.

 

I sondaggi suggeriscono che Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia è proiettata ad essere il primo leader italiano di estrema destra, cosa significherebbe questo per l'Italia?

«Innanzi tutto, occorre dire che le personalità, a livello internazionale, che sarebbero più felici di assistere a una vittoria delle elezioni da parte di Giorgia Meloni sono Donald Trump, Vladimir Putin e in Europa, Viktor Orban.

MELONI TRUMP

 

Quindi il primo rischio è quello di un grande cambiamento di posizionamento per l'Italia a livello internazionale. C'è inoltre un altro grande rischio, secondo quello che è il mio punto di vista e del Partito democratico, quello del futuro del Paese in termini economici, in termini sociali e inoltre in termini di unità e di coesione. Credo che le prossime elezioni siano elezioni chiave per impedire che accada quanto ho sopra menzionato».

 

Qual è la parte di programma e le politiche del partito (di Meloni, ndr) che la preoccupano particolarmente?

«Prima di tutto il partito di Meloni e i suoi due alleati (Lega e Forza Italia, ndr) sono stati quelli che hanno rovesciato il governo di Mario Draghi che stava lavorando molto bene.

enrico letta intervistato dalla cnn 6

 

E questo è stato il primo grande errore che hanno fatto, ed è stata una pessima scelta per il Paese. Il governo Draghi stava ben guidando il Paese attraverso scelte sagge e positive, l'attuazione del Recovery Plan con la grande quantità di denari europei per far diventare l'Italia più affidabile e più conforme in termini di transizione digitale e di transizione sostenibile.

 

Il grande rischio che vedo è un'interruzione di questo processo virtuoso perché i tre partiti di destra hanno lavorato assieme per fermare il governo Draghi. Noi abbiamo sostenuto il governo Draghi e continueremo a dar seguito a politiche che facevano parte del cuore dell'agenda Draghi».

 

GIORGIA MELONI INTERVISTATA DA FOX

Lei (Meloni, ndr) non è qui per difendersi ma comunque si lamenta per essere descritta in maniera sbagliata come una estremista di destra e rivendica invece di condividere valori comuni ai conservatori britannici, ai repubblicani americani e al Likud israeliano. Mi faccia capire ancora una volta, questo cosa potrebbe comportare per il ruolo dell'Italia all'interno dell'Unione europea?

«Non è solo un problema legato ad affermazioni o a discorsi, quello di cui siamo maggiormente preoccupati sono le loro scelte, per esempio a livello europeo.

 

GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN

Loro hanno votato contro tutti i provvedimenti europei in termini di lotta al cambiamento climatico, loro non hanno sostenuto il Recovery Plan che è così importante e positivo per il Paese, sono sempre contro ogni politica europea relativa all'immigrazione e sono sempre contro ogni politica europea che contempli una maggiore integrazione dell'Europa stessa.

 

I nomi dei loro alleati in Europa sono Marine Le Pen in Francia, Orban in Ungheria, partiti e leader che non vogliono aver un'Europa più unita che vogliono sempre un'Europa più debole.

 

Quindi pensiamo che ci siano grandi, grandi rischi (in caso di vittoria di Meloni, ndr) che riguardano non solo l'Italia ma l'Europa tutta.

 

enrico letta intervistato dalla cnn 1

Noi abbiamo bisogno di un'Europa forte e abbiamo bisogno che l'Italia faccia parte del cuore dell'Europa assieme a Germania, Francia, Spagna, Benelux e che non sia invece allineata a realtà come Ungheria e Polonia».

enrico letta intervistato dalla cnn 3enrico letta intervistato dalla cnn 2enrico letta intervistato dalla cnn 4

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...