angela merkel mario draghi emmanuel macron

“TERMINI PER NOI INACCETTABILI, NIENTE ACCORDO SULL'UNIONE BANCARIA” – DRAGHI STRAPPA DOPO CHE GERMANIA E I PAESI DEL NORD SI SONO SCHIERATI CONTRO L'ASSE ROMA-PARIGI - MANCA L'INTESA SUI VINCOLI DESTINATI AI PORTAFOGLI BANCARI INVESTITI IN TITOLI DI STATO - INTANTO IL PREMIER OLANDESE MARK RUTTE TORNA INVECE A FARE IL FALCO, PREOCCUPATO DALL' ALTO LIVELLO DI DEBITO SUL PIL DI MOLTI PAESI UE…

Gabriele Rosana per il Messaggero

 

mario draghi alla camera 2

«Meglio nessun accordo» che uno «con termini per noi inaccettabili». Il premier Mario Draghi sceglie parole volutamente franche e taglienti per commentare il nulla di fatto di ieri - l' ennesimo - fra i leader Ue sull' avanzamento dell' Unione bancaria, un nuovo stop nel disegno di completamento dell' Unione economica e monetaria.

 

 La palla torna ai ministri delle Finanze, chiamati a trovare la quadra nella seconda metà dell' anno. «L' Italia non è sola», chiarisce il premier: un riferimento alla solida alleanza che sul tema il nostro Paese ha costruito anzitutto con la Francia di Emmanuel Macron. Eppure ancora al vertice di ieri «non si sono trovate le necessarie convergenze» per far registrare progressi, ammette il premier, che aveva seguito il dossier da vicino già durante gli otto anni alla Banca centrale europea, e lasciando Francoforte, nel 2019, aveva esortato a compiere quegli «ulteriori passi decisivi per completare l' Unione bancaria».

 

emmanuel macron e mario draghi al g7

Due i principali nodi su cui si è registrato lo stallo all' Eurosummit - la riunione dei capi di Stato e di governo dell' area euro che si riunisce subito dopo il Consiglio europeo. Come ha sintetizzato lo stesso Draghi, da una parte c' è la realizzazione di «un' assicurazione europea sui depositi», dall' altra «i vincoli da mettere ai portafogli bancari investiti in titoli di Stato». Tra condivisione dei rischi bancari e perentoria riduzione degli stessi, il dibattito è ostaggio di due posizioni di difficile ricomposizione, con Roma e Berlino su fronti opposti.

 

ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7 1

La creazione dell' Edis, il meccanismo di garanzia Ue sui depositi bancari in grado di ridurre la possibilità di una crisi bancaria nell' Eurozona, rappresenta l' elemento mancante dopo che l' Ue si è già dotata della supervisione bancaria e di un meccanismo di risoluzione per gli istituti in dissesto. È su questo che insistono in particolare Roma e Parigi.

 

Di diverso avviso l' asse nordico, per l' occasione - dopo l' incrinatura registratasi sul Recovery Plan - di nuovo compatto alle spalle della Germania a sostenere la parallela riduzione dei rischi sovrani delle banche, spesso rigonfie di titoli di Stato, come nel caso italiano. Berlino punta i piedi, chiedendo che i due profili del pacchetto avanzino di pari passo. Un accordo globale, cioè, anziché graduale e su singoli aspetti - a cominciare dalla mutualizzazione delle garanzie sui depositi - come richiesto invece dagli italiani e dai francesi.

mario draghi emmanuel macron

 

Le conclusioni dell' eurosummit di ieri prendono atto delle divergenze ancora esistenti e certificano il rinvio della discussione a un secondo momento, con i ministri delle Finanze chiamati a riprendere in mano il negoziato «e concordare senza indugio e su base consensuale un piano di lavoro sugli elementi rimasti in sospeso». Il prossimo momento utile per una discussione ai più alti livelli è a dicembre, quando tornerà a riunirsi l' eurosummit; ma sul dossier non si avanzerà almeno fino a dopo le elezioni federali tedesche del 26 settembre. Il voto che individuerà l' erede di Angela Merkel alla guida della Germania è infatti lo snodo principale per definire la linea che Berlino manterrà nel futuro.

 

MARIO DRAGHI E ANGELA MERKEL

PATTO DI STABILITÀ Tempi non ancora maturi pure per un confronto sul futuro del Patto di Stabilità, le cui regole sono sospese fino al 2023: il Pil dell' Eurozona dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia nel 2022, ma la presidente della Bce Christine Lagarde invita i leader Ue a mantenere «un sostegno prolungato all' economia», continuando ad «annaffiare i germogli della ripresa». Il premier olandese Mark Rutte torna invece a fare il falco, preoccupato dall' alto livello di debito sul Pil di molti Paesi Ue: «Qualsiasi riforma del Patto avrà bisogno di una solida disciplina fiscale alla base».

 

draghi merkel

Toni accesi anche sulla valutazione delle prime settimane di utilizzo del certificato digitale Covid-19 per facilitare gli spostamenti: se tutti devono fare in fretta ed essere pronti entro l' inizio di luglio, quando il documento entrerà ufficialmente in funzione in tutta l' Ue, dall' altra parte Merkel e Macron denunciano le fughe in avanti di destinazioni turistiche come Portogallo e Grecia, che hanno aperto ai viaggi rispettivamente dei britannici, nonostante i casi di variante Delta, e di persone immunizzate con i vaccini di Russia e Cina, non autorizzati dall' Ema.

 

MIGRAZIONE Meno di dieci i minuti dedicati invece al tema migrazione, ma Draghi che ne aveva chiesto l' inserimento all' ordine del giorno si dice soddisfatto della posizione Ue (il Consiglio europeo è tornato ad occuparsene per la prima volta dal 2018). Il documento finale pone l' accento sulla cooperazione con i Paesi di origine e transito. «L' obiettivo spiega il premier - non era quello di avere un' intesa sui ricollocamenti obbligatori», ad oggi fuori portata, «ma ottenere un coinvolgimento significativo dell' Ue. La migrazione resterà in agenda, non mi farei troppi problemi: è una questione che ha bisogno dell' Ue, che deve affrontarla possibilmente in armonia, senza escludere accordi tra gruppi di Paesi».

IL PREMIER OLANDESE RUTTE CON MARIO DRAGHImario draghi emmanuel macron 2

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...