giulio sapelli

“A TRUMP VA BENE SE SALVINI FLIRTA CON PUTIN” - GIULIO SAPELLI SALE IN CATTEDRA: “CI LASCIA DIALOGARE CON MOSCA PERCHÉ NON PUÒ FARLO LUI - IL MEMORANDUM CON PECHINO? ABBIAMO CONSEGNATO IL NOSTRO SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONI AL PARTITO COMUNISTA CINESE - LA GERMANIA NON POTRÀ CONTINUARE ANCORA A LUNGO AD IMPORRE QUESTO MODELLO ECONOMICO. PERÒ L’ITALIA DEVE SOLLEVARE IL PROBLEMA DELLA RINEGOZIAZIONE DEI TRATTATI EUROPEI, NON SCENDERE IN PIAZZA AL FIANCO DEI GILET GIALLI…”

Alessandro Giorgiutti per “Libero quotidiano”

 

sapelli

Della trappola confezionata per Matteo Salvini registrando e diffondendo i colloqui moscoviti del suo collaboratore Gianluca Savoini sono state suggerite letture opposte. Un messaggio dei russi, scontenti per le posizioni di Salvini troppo allineate a Washington, dal Venezuela all' Iran?

 

O un ammonimento americano al capo leghista per la sua eccessiva vicinanza alla Russia? C' è poi chi ha ipotizzato una mano europea, francese o tedesca in particolare. Uno di questi è Giulio Sapelli, l' economista che più di un anno fa avrebbe potuto salire a Palazzo Chigi e sedersi sulla poltrona oggi occupata da Giuseppe Conte.

 

GIANLUCA SAVOINI - FRANCESCO VANNUCCI - ALEKSANDR DUGIN

Professore, ma perché colpire un Salvini che, azionista di maggioranza de facto di questo governo, non è andato allo scontro frontale con Bruxelles sulla politica economica e non ha messo il veto sul rinnovo delle sanzioni europee a Mosca?

«Il fatto si spiega innanzitutto col clima di isteria collettiva che caratterizza le democrazie occidentali in questo periodo storico. In uno scenario, poi, di crisi generale europea, che sarà presto aggravata dalla crisi in arrivo delle banche tedesche.

 

Profittando di queste condizioni alcuni ambienti possono aver pensato di concentrare l'attenzione sul presunto rischio per la democrazia rappresentato da Salvini, così da mascherare la loro azione in difesa degli interessi franco-cinesi in Italia. E da far dimenticare che la priorità per il nostro Paese è mantenere l' alleanza con gli Stati Uniti, con i quali, dopo la firma del disgraziato memorandum d' intesa con la Cina, avremo molti problemi».

Una foto del novembre 2016 tratta dal profilo Facebook di Claudio D’Amico con Salvini e Savoini

 

E questa alleanza non è incrinata dalla vicinanza tra la Lega e la Russia?

«No, perché il vassallo deve fare quel che l'imperatore non può fare. Fuori di metafora: l'imperatore (Trump) in questo momento non può parlare con i russi, perché è stato eletto in rappresentanza di alcuni interessi, quelli dell' industria e del Pentagono, che sono in conflitto con quelli del sistema dominante finanziario, che punta al dialogo con la Cina e che agita la minaccia dell' impeachment. Ecco, dunque, che con la Russia possiamo e dobbiamo parlarci noi».

 

E il disegno di cui è accusato Putin, usare i sovranisti per scardinare l'Europa?

«Tesi tutta da ridere: Putin starebbe lavorando per far crollare la classe dirigente tedesca, quella che ha forgiato l'Europa a sua immagine. Ma se proprio quella classe dirigente è la sua migliore alleata! Chi sostiene queste cose si dimentica del gasdotto Nord Stream e degli strettissimi legami economici tra Mosca e Berlino...».

GIULIO SAPELLI

 

Cosa c'è che non va nel memorandum con la Cina firmato dall'Italia?

«Siamo l'unico Paese tra i membri del G7 ad averlo firmato. E abbiamo consegnato il nostro sistema di telecomunicazioni ai cinesi, cioè al partito comunista cinese».

 

Prima parlava anche di "interessi franco-cinesi".

«Le idee di Attali sono ben note...»

 

Jacques Attali, consigliere di Mitterrand, poi di Sarkozy. Considerato il mentore di Macron.

«Esponente del Grande Oriente di Francia, persona coltissima. Che nei suoi libri sull'economie circulaire e la Cina non nasconde certo le sue idee. Quanto alle mie, sono semplici: io penso che elementi di resilienza dell'Italia all' attacco in corso alla sua industria possano esserci solo tenendo ferma la barra dell' alleanza atlantica. E svolgendo nei confronti della Russia il ruolo che avevamo già negli anni Trenta, quando la Fiat in Urss costruiva le littorine. Fin quando Mussolini, alleandosi coi nazisti, ci sganciò dall' orbita del capitalismo anglosassone».

trump putin

 

Dovremmo giocare la carta americana contro la Germania? Trump ha dichiarato guerra a un modello economico, imposto da Berlino al Continente, che secondo le forze dell' attuale maggioranza sta strangolando la nostra economia. Una convergenza d' interessi oggettiva...

«No, analisi sbagliata. È vero che c'è uno scontro tra la Germania (e la Francia) e gli Usa, e questo risale alla guerra in Iraq del 2003. Ma non dobbiamo approfittarne. Non facciamoci venire il mal di testa: la Ue si cambia con la Germania, non contro la Germania. Cambiare la Germania per cambiare l' Europa».

 

Si può davvero?

angela merkel ursula von der leyen

«Si può. Anche se ha piazzato al vertice della Commissione Ursula von der Leyden, ordoliberista fino al midollo, io non credo che Berlino potrà continuare ancora a lungo ad imporre questo modello economico. Però da parte nostra bisogna sollevare il problema della rinegoziazione dei trattati europei: cosa diversa dallo scendere in piazza al fianco dei gilet gialli. Bisogna - e parlo alla Lega - puntare a entrare nel Ppe in posizione critica. E bisogna mobilitare la nostra diplomazia, spiegare al nostro ministro degli Esteri che deve fare il ministro degli Esteri...».

enzo moavero milanesi 2

 

Ce l' ha con Enzo Moavero Milanesi?

«È il grande assente. Non ha mai sollevato il tema della revisione dei trattati, un tema che, sia pure a modo suo, questo governo aveva posto da subito. Se non condivideva questa impostazione doveva rinunciare all' incarico».

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."