viktor orban giuseppe conte

LOST AND "FUND" – IL VETO DI ORBAN E DEI POLACCHI È UN CASINO GROSSO PER CONTE E GUALTIERI, CHE HANNO BASATO LA MANOVRA SUI SOLDI DEL PIANO NEXT GENERATION EU. CHE PERÒ NON ARRIVERANNO ALMENO FINO ALL’ESTATE DEL 2021 (SE VA TUTTO BENE) – L’IMPORTANTE PER CONTE È AVERE LA CERTEZZA CHE IL FONDO PARTA, ANCHE SE IN RITARDO, ALTRIMENTI I MERCATI TORNEREBBERO AD AGITARSI SULL’ITALIA. E POI C’È IL MES…

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

VIKTOR ORBAN MATEUSZ MORAWIECKI

«Tenere la posizione». «Andare avanti come se nulla fosse». «Attenerci alle scadenze dei progetti». Infine: «Sperare che il veto rientri». Sono questi i commenti che delineano la posizione ufficiale del governo italiano di fronte al veto di Ungheria e Polonia. Fiducioso che la mediazione tedesca alla fine ammorbidisca il grugno di Viktor Orban e Mateusz Morawiecki, ma irretito nel timore che un ennesimo slittamento del Recovery fund comprometta la tenuta finanziaria dell' indebitamento italiano.

 

giuseppe conte roberto gualtieri

In altre parole: che scateni i mercati, fino a oggi sopiti di fronte alla certezza delle risorse fresche del fondo contrattato a luglio, a Bruxelles. In questo senso, chiedere l' accesso al Mes, secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rappresenterebbe un ulteriore stigma, anche se è chiaro che chi sostiene l' urgenza di attivare subito il fondo Salva-Stati ha da ieri un argomento in più.

 

conte rutte merkel ursula

Oggi il ministro degli Affari europei Enzo Amendola si presenterà al vertice con i colleghi degli altri Stati membri senza spostarsi di un millimetro dalle decisioni già prese, cioè dal compromesso sulle condizionalità dello Stato di diritto raggiunto faticosamente quattro mesi fa, quando i Paesi del Nord Europa spingevano per punire maggiormente Ungheria e Polonia. Allo stesso tempo l' Italia si atterrà all' iniziativa della presidenza di turno della Germania, di Angela Merkel e dei suoi negoziatori.

giuseppe conte luigi di maio enzo amendola

 

«Sosteniamo la mediazione tedesca, su NextGenerationEu e QFP (quadro finanziario pluriennale) non si può perdere tempo», twitta Amendola. Ed è proprio tenendo assieme il pacchetto dei documenti - bilancio, Recovery fund e risorse proprie - che la Cancelliera ha qualche cartuccia da giocarsi per piegare il veto, anche se è difficile che lo farà subito, già domani, durante il periodico confronto in videoconferenza dei capi di Stato e di governo.

 

angela merkel e giuseppe conte al castello di meseberg 3

Al momento non è previsto alcun passaggio sul Recovery fund, ma non è escluso che, alla luce delle dichiarazioni abrasive di Budapest e Varsavia, il tema possa rientrare.

Conte confida sul fatto che basterà qualche garanzia in più e qualche tecnicalità. Il governo con il Pd non permette alcun cedimento alle ambiguità dei sovranisti dell' Est sui diritti, tanto più ora che dagli Usa non soffia più il vento a loro favorevole di Trump.

 

MERKEL ORBAN

Ma l' impasse in cui si è impantanata la Ue rischia di pesare sull' Italia. Serve tempo per i negoziati e il rinvio dell' ok definitivo al fondo farà slittare le prime tranche delle risorse rispetto ai mesi di aprile-maggio, quando il governo scommetteva sarebbero arrivate. Significa doversi continuare a finanziare sul mercato dei titoli di Stato, a tassi comunque bassi, e ad affrontare l' emergenza sanitaria di scostamento in scostamento di bilancio. Sempre che il M5S e Conte non cedano alla prospettiva di usare i 36 miliardi del Mes per colmare il vuoto di mesi che crea il braccio di ferro sul Recovery.

 

GIUSEPPE CONTE IN UN MOMENTO DI PAUSA DURANTE LE TRATTATIVE SUL RECOVERY FUND

Ma non è il ritardo di un mese o un mese e mezzo a preoccupare il governo. L' importante, come spiega una fonte dell' esecutivo, è avere la certezza che il fondo europeo parta. Senza questo, i mercati tornerebbero ad agitarsi nei confronti dell' Italia. Per questo, considerando «impensabile» il naufragio del Recovery, Conte sosterrà che «serve una risposta all' altezza dell' Ue».

 

SANCHEZ CONTE RUTTE ALLA DISCUSSIONE SUL RECOVERY FUND

In queste ore le diplomazie nazionali sono in contatto per garantire il massimo della compattezza. Il premier lo ribadirà come unico possibile orizzonte di sopravvivenza della Ue, in attesa che Merkel sfrutti la leva finanziaria per convincere Orban e l' alleato Morawiecki, quest' ultimo più interessato a una soluzione di pace per non compromettere i circa 40 miliardi di fondi del Recovery destinati alla Polonia. Il potere di veto, avverte ancora Amendola, «è obsoleto per l' Ue e dannoso per chi lo esercita. O l' Europa unita si comporta da superpotenza di diritti, o i singoli stati perderanno nella competizione globale».

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…