gilet gialli

MACRON LA SENTI QUESTA VOCE? SO’ TORNATI I GILET GIALLI - A PARIGI PROTESTE E SCONTRI STAVOLTA PER LA RIFORMA DELLE PENSIONI - JÉRÔME RODRIGUES E MAXIME NICOLLE, DUE DEI PRINCIPALI LEADER DELLA RIVOLTA GIALLA, HANNO PROVATO AD ENTRARE SUGLI CHAMPS-ELYSÉES, MA SONO STATI RESPINTI - UN CENTINAIO I FERMATI, IN PIAZZA ANCHE SINDACATI E BLACK BLOC…

1 - TORNANO I GILET GIALLI A PARIGI DEVASTATO IL CENTRO, 100 ARRESTI

Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

PARIGI - PROTESTE DEI GILET GIALLI

L'estate sta finendo davvero, perché a Parigi si è ritornati al solito sabato di proteste, com'è ormai il caso da quasi un anno a questa parte, fatta eccezione per i periodi di vacanze. Ieri erano tre le diverse tipologie di manifestanti: i gilet gialli, i militanti ecologisti della Marcia per il clima e chi aveva risposto all' appello di Force ouvrière, uno dei principali sindacati nazionali, a manifestare contro la riforma delle pensioni che Macron sta preparando.

 

I momenti di maggiore tensione si sono registrati nel pomeriggio nel Quartiere Latino: la Marcia per il clima stava scendendo in direzione della Senna, quando in quel fiume di persone si sono infiltrati elementi violenti, perlopiù i black bloc, estremisti anarchici e di ultrasinistra, che hanno incendiato vetture, motocicli e cassonetti e preso d' assalto un' agenzia bancaria e negozi.

PARIGI - PROTESTE DEI GILET GIALLI

 

Sono state 99 le persone arrestate. E oltre 7500 i rappresentanti delle forze dell' ordine dislocati in città. Da giorni i gilet gialli promettevano di voler ritornare numerosi questo sabato nella capitale, anche se la loro presenza a Parigi è stata meno massiccia del previsto. Spesso non indossavano il giubbotto fosforescente che rappresenta la loro uniforme, per non essere individuati dalla polizia.

 

Nella mattina hanno cercato di penetrare negli Champs-Elysées, dove è proibito protestare, ma con scarsi successi e provocando diversi tafferugli con la polizia. Si sono poi riversati in altri quartieri e in particolare in quello latino, dove si stava formando la Marcia per il clima (secondo un' organizzazione indipendente, Occurrence, 15.200 sono stati i partecipanti). Intanto la prefettura aveva segnalato la presenza di un migliaio di manifestanti «radicali» in città.

 

PARIGI - PROTESTE DEI GILET GIALLI

E una parte di loro, black bloc vestiti di nero e i volti nascosti, si sono inseriti nella Marcia per il clima, brandendo in alcuni casi monopattini elettrici (di quelli noleggiati a Parigi) per mandare in frantumi le vetrine dei negozi. A quel punto su twitter Greenpeace ha invitato i suoi sostenitori ad abbandonare la manifestazione, perché «le condizioni per una marcia non violenta non sono più riunite», criticando al tempo stesso la repressione della polizia, che ha iniziato a usare gli Lbd, gli «spara palle» o flash-ball, che hanno già ferito gravemente nel passato diversi gilet gialli.

 

Per il resto, l' atmosfera a Parigi era surreale, in una giornata di sole propizia alle passeggiate dei turisti, particolarmente numerosi in questo periodo (e che affollavano imperterriti i grandi magazzini su boulevard Haussmann). Ieri era anche la «giornata del patrimonio» con la possibilità di visitare siti pubblici in genere chiusi al pubblico. Macron aveva insistito nel voler mantenere aperto l' Eliseo.

Ma sono venuti in pochi, per paura degli scontri.

PARIGI - PROTESTE DEI GILET GIALLI

 

2 - TORNANO I GILET GIALLI. PIÙ INCAZZATI DI PRIMA

Mauro Zanon per “Libero quotidiano”

 

I gilet gialli sono tornati. Per il 45esimo atto. E nonostante gli appelli alla calma del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, e del suo primo ministro, Edouard Philippe, è stato un altro sabato di violenze, di incidenti e di tafferugli tra manifestanti e forze dell' ordine. Ieri Parigi si è svegliata blindata, con le saracinesche abbassate, le stazioni del métro chiuse, i blindati della gendarmeria e migliaia di poliziotti antisommossa dispiegati nei boulevard, pronti a lanciare lacrimogeni per disperdere i più facinorosi come nei giorni più bui della protesta gialla.

 

PARIGI - PROTESTE DEI GILET GIALLI

Al grido di «Toute la France à Paris», i gilet hanno ricordato a Macron che la rivolta sociale non è affatto finita, che il movimento non si è sgonfiato, e sarà un altro autunno caldo, come quello dello scorso anno, o forse peggio, perché la riforma delle pensioni è una questione incandescente almeno quanto l' aumento delle accise sul carburante che nel 2018 scatenò la rabbia della Francia profonda.

 

Alle 12.00 erano già 90 le persone fermate (a fine giornata, saranno più di 200), con la polizia obbligata a utilizzare le maniere forti per contenere la foga dei contestatori, tutti senza gilet secondo la nuova strategia del movimento, per potersi mimetizzare tra la gente comune e accedere più facilmente alle zone in cui la prefettura aveva posto il divieto di manifestare.

 

MANIERE FORTI

gilet gialli parigi 5

Jérôme Rodrigues e Maxime Nicolle, due dei principali leader della rivolta gialla, hanno provato ad entrare sugli Champs-Elysées, ma sono stati respinti duramente dai Crs, i poliziotti in tenuta antisommossa. «Avrei dovuto coprire la manifestazione (), ma mi hanno allontanato», ha dichiarato Nicolle, lasciando intendere di essersi riconvertito nel giornalismo, ma senza convincere i gendarmi.

 

Alla manifestazione, si è palesato anche Eric Drouet, il capofila dell' ala oltranzista dei gilet gialli, che è stato multato per aver varcato il perimetro proibito ai manifestanti dal prefetto di Parigi Didier Lallement e dai 7.500 gendarmi ai suoi ordini. Alle 13.30, mentre i gilet mettevano in difficoltà le forze dell' ordine tra il Nono e l' Ottavo arrondissement, dal Settimo è partito il corteo di Force Ouvrière e delle organizzazioni sindacali rosse, contro la riforma delle pensioni: riforma contro cui, a partire dal 5 dicembre, i sindacati di ultrasinistra della Ratp (l' agenzia dei trasporti parigini) hanno annunciato sciopero illimitato.

 

gilet gialli parigi 4

«È bene che la gente si esprima e ciò deve avvenire in un clima sereno. Lancio un appello affinché tutto possa svolgersi con intelligenza, concordia e calma, affinché i nostri giovani e meno giovani possano fare le loro visite e godersele», aveva dichiarato venerdì sera Macron, sperando che almeno il corteo sul clima e le Journées du patrimoine, previste anch' essere nella giornata di ieri, potessero svolgersi senza problemi di ordine pubblico.

 

MONUMENTI CHIUSI

EMMANUEL MACRON BRIGITTE GILET GIALLI

Ma contrariamente agli auspici del capo dello Stato, sia la marcia ecologista, sia le Giornate del Patrimonio, sono state perturbate. La mobilitazione per il clima, che ha riunito 15mila persone, è stata caratterizzata da scontri e scene di devastazione, con cassonetti e scooter incendiati. Secondo la prefettura, erano circa 1.000 i manifestanti radicali, molti dei quali di estrema sinistra. A Boulevard Saint-Michel, attorno alle 15.00, sono state innalzate barricate e lanciati pavé contro i poliziotti: scene che nel tardo pomeriggio si sono ripetute al parco di Bercy, a sud-est della capitale. Per le Giornate del Patrimonio, i ministeri che dovevano aprire le loro porte al pubblico sono rimasti chiusi per precauzione. Tre cortei sociali in uno stesso giorno, e l' immagine di un Paese profondo che continua a non amare il proprio re.

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...