giorgia meloni mario draghi

MELONI DOVRÀ STARE ATTENTA AL GALATEO ISTITUZIONALE VERSO IL QUIRINALE - TRADOTTO: ESTERI, DIFESA, ECONOMIA, INTERNI, GIUSTIZIA E IL RUOLO DI SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO SARANNO DECISI D'INTESA CON MATTARELLA - SU ESTERI E DIFESA SONO IN GIOCO GLI EQUILIBRI E LA COLLOCAZIONE GEOPOLITICA DELL'ITALIA NELL'UNIONE EUROPEA E NELLA NATO - SULL'ECONOMIA SONO PUNTATI I FARI DI BRUXELLES E DEI MERCATI FINANZIARI - CROSETTO METTE LE MANI AVANTI: “LA PROSSIMA LEGGE DI BILANCIO SARÀ SCRITTA A QUATTRO MANI CON IL MINISTRO DANIELE FRANCO”

giorgia meloni mario draghi

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

È vero, Giorgia Meloni aveva detto prima del voto di avere «già pronta la lista dei ministri». E ieri notte, quando ormai il risultato non era più in discussione, ha ribadito: «Dagli italiani arriva un'indicazione chiara per un governo di centrodestra a guida Fratelli d'Italia». Ma nonostante la larga vittoria che la lancia verso palazzo Chigi, prima donna a ricoprire il ruolo di premier, la presidente di Fratelli d'Italia non ha fretta. Vuole valutare a fondo i rapporti di forza con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, determinati a dire la loro sulla squadra.

 

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 1

E così di malumore e frastornati dopo la batosta elettorale, da mettere in discussione - forse solo per puntiglio o per trattare - il solenne impegno preso in campagna elettorale: sarà indicato premier il leader del primo partito. Tant'è, che il cordinatore forzista Antonio Tajani mette a verbale: «Noi non abbiamo pregiudizi nei confronti di Giorgia Meloni, ma la decisione su chi sarà il nome indicato per la presidenza del Consiglio verrà dopo un vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni. E con il presidente della Repubblica che avrà l'ultima parola, perché è la Costituzione che lo prevede».

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio

In questa situazione, la leader di FdI intende capire - e qualche giorno è indispensabile - quale sarà il destino del segretario leghista che in campagna elettorale si è mosso come una mina vagante. Ma ora, con la Lega in forte calo, vede la sua leadership barcollare.

 

Attesa e alleati inquieti a parte, la promessa premier ha già in tasca una certezza, confermata da chi ha parlato con Sergio Mattarella: «Il capo dello Stato, se il centrodestra si presenterà alle consultazioni indicando il nome di Meloni e garantendo una salda maggioranza, incaricherà Meloni. Non farlo sarebbe una violazione della volontà popolare e della Costituzione».

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI MEME

Questo passaggio non avverrà subito. Prima, il 13 ottobre, dovrà riunirsi il Parlamento. Ed eleggere, il giorno stesso o quello successivo, i presidenti di Camera e Senato. Poi, quando saranno stati formati i gruppi parlamentari, Mattarella potrà avviare le consultazioni intorno al 20 ottobre.

 

Già in occasione dell'elezione dei successori di Elisabetta Casellati e di Roberto Fico si verificheranno compattezza e armonia della maggioranza di centrodestra, che potrebbero essere messe a dura prova dalla debolezza di Silvio Berlusconi e soprattutto Salvini: con Meloni a palazzo Chigi, una presidenza delle Camere andrà alla Lega e l'altra a Forza Italia.

 

matteo salvini roberto calderoli

Pur ridimensionato dalle urne, Berlusconi nelle ultime ore ha confermato di essere «molto interessato» a presiedere il Senato. Una sorta di rivincita, per lui che ne fu espulso. In questo caso a guidare la Camera potrebbe andare il leghista Giancarlo Giorgetti, in corsa anche per il ministero dello Sviluppo economico.

 

Schema alternativo e più probabile: Roberto Calderoli (Lega) a palazzo Madama e a Montecitorio Tajani, anche lui però indicato come pretendente di un dicastero: la Difesa. E se il forzista dovesse finire tra i militari, c'è l'ipotesi della Camera a FdI con Fabio Rampelli, vicepresidente uscente.

fabio rampelli foto di bacco

 

LE SCELTE CONDIVISE

Di certo, nel formare il governo, Meloni starà bene attenta al galateo istituzionale. Traduzione: Esteri, Difesa, Economia, Interni, Giustizia e il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio saranno decisi d'intesa con Mattarella. Su Esteri e Difesa sono in gioco, infatti, gli equilibri e la collocazione geopolitica dell'Italia nel quadro dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica. «Soprattutto in una fase delicata come la guerra in Ucraina», osserva un meloniano doc.

 

daniele franco a cernobbio 1

Sull'Economia sono puntati i fari della Commissione Ue e dei mercati finanziari. Tant' è che la prossima legge di bilancio «sarà scritta a quattro mani», garantisce Guido Crosetto (consigliere di Meloni e co-fondatore di FdI) con Daniele Franco, il ministro finanziario di Mario Draghi.

 

Sugli Interni poi, con l'annosa questione di sbarchi e migranti, «non vogliamo avere attriti con Bruxelles», dicono nell'entourage di Meloni. Sulla Giustizia infine, Mattarella, che è anche presidente del Csm, «non vorrà ritrovarsi un ministro urticante».

Così, per gli Esteri, il nome più accreditato è quello di Crosetto o in alternativa quello della direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, ex segretaria generale della Farnesina.

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

 

All'Economia Meloni, che ha detto di puntare su «una figura molto seria che sappia tenere i conti in ordine e avere una visione strategica per la crescita», vorrebbe Fabio Panetta ora nel board della Bce. «Lui resiste, vuole vedere il profilo del governo prima di decidere. Ma se glielo chiedesse Mattarella, come farebbe a non accettare?», domanda un altro esponente di peso di FdI. Un'alternativa di «uguale prestigio e garanzia» esplorata da Meloni nelle ultime ore è Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro.

 

ALESSANDRO RIVERA

Per la Difesa c'è l'ipotesi di un tecnico, di Tajani o di Adolfo Urso (FdI), presidente uscente del Comitato parlamentare sui Servizi. Per la Giustizia è dato forte l'ex magistrato Carlo Nordio (FdI), oppure la leghista Giulia Bongiorno. Infine, per il delicato ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, si fanno i nomi di Crosetto (se non andasse agli Esteri) e di Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di FdI.

 

IL NODO VIMINALE

Gli Interni meritano un capitolo a parte. Salvini vuole andarci a tutti i costi: «Non vedo l'ora di fermare di nuovo gli sbarchi», ha detto giovedì sul palco di piazza del Popolo. Ma, a parte il fatto che Meloni è intenzionata a tenere per il suo partito la delega della «sicurezza nazionale», l'eventuale ritorno del leader leghista al Viminale appare improbabile per molte ragioni. In primis perché sotto processo per Open armes e perché sgradito alla Ue. Così, avanza l'ipotesi di nominare ministro dell'Interno il prefetto (candidato con FdI) Giuseppe Pecoraro.

 

antonio tajani mezzora in piu 4

Oppure, per provare a disinnescare Salvini, Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto del leader leghista. Il puzzle del governo, visto il tempo a disposizione, è comunque ancora tutto da assemblare. E sarà oggetto di una trattativa al coltello tra gli alleati. Ma qualcos' altro filtra. Per Trasporti e infrastrutture si fa il nome di Francesco Lollobrigida (FdI), per l'Agricoltura c'è Ettore Prandini, presidente della Coldiretti.

 

Per il Lavoro si parla del sociologo e politologo Luca Ricolfi. Per gli Affari europei di Raffaele Fitto (FdI), per le Riforme di Marcello Pera, per l'Innovazione digitale del ministro uscente Roberto Cingolani (che lascerebbe la Transizione ecologica), per i rapporti con il Parlamento di Rampelli (FdI) e per il Sud dell'ex governatore siciliano Nello Musumeci (FdI).

niccolo ghedini giulia bongiorno carlo nordio

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DELLA PROCURATRICE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, PROTETTA DA UNA MAXISCORTA DA PAURA, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA IL MINISTRO CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE STATUNITENSE IN ITALIA TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELLA PRIMA ITALOAMERICANA DIVENTATA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOATRI - BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DEI FRATELLINI DI GIORGIA MELONI…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...