luca di donna giuseppe conte

IL MESSAGGIO DI DI DONNA CHE INGUAIA “GIUSEPPI” - “CON CONTE ABBIAMO UN AMICO A PALAZZO CHIGI” – APPENA LO SCHIAVO DI CASALINO SI INSEDIO’ A PALAZZO CHIGI NEL 2018, L'AVVOCATO D’AFFARI AL CENTRO DELLE INDAGINI PER TRAFFICO D'INFLUENZE ESPRESSE LA SUA GIOIA E MANDÒ UN SMS DI GIUBILO AI SUOI CLIENTI – IL “MAZARINO” DI CONTE POI È STATO COINVOLTO DA UN IMMOBILIARISTA PER RISOLVERE UN PROBLEMA CON LA RAGGI. CI FU UNA RIUNIONE CON VIRGY E DI DONNA. E LA SINDACA SBLOCCÒ LA SITUAZIONE

GIACOMO AMADORI e François de Tonquédec per la Verità

 

LUCA DI DONNA GIUSEPPE CONTE

Il 2 giugno 2018 a Palazzo Chigi ascende l'avvocato del popolo, al secolo Giuseppe Conte. Nella Città eterna per molti quell'avvocato amministrativista è un perfetto sconosciuto, ma non per Luca Di Donna, che del neopremier è stato collega nel prestigioso studio del professor Guido Alpa. Il giovane legale in carriera può vantare anche un legame personale con il primo ministro e non solo professionale.

 

Tanto che quando Conte assurge al soglio di capo del governo, lui prende lo smartphone e digita un messaggio che diventa il suo piedistallo: «Abbiamo un amico presidente del Consiglio». Amen. Pochi, ma definitivi caratteri che vengono inviati ad alcuni fidati clienti che velocemente spargono la voce.

 

LUCA DI DONNA

E a Roma tutti iniziano a rivolgersi al presunto nuovo Mazarino per sbrogliare matasse particolarmente intricate, soprattutto se riguardano i rapporti con la pubblica amministrazione. Dal 2018 sono in tanti ad affidarsi a Di Donna, considerato una specie di passe-partout per risolvere le grane con il mondo grillino e oggi indagato dalla Procura di Roma per associazione per delinquere finalizzata al traffico di influenze.

 

Una storia esemplare del metodo Di Donna riguarda un cronico contenzioso tra il Comune di Roma, guidato dalla sindaca Virginia Raggi, e una società immobiliare, la Fregenetta Srl, le cui quote appartengono, attraverso una controllante, all'avvocato Benedetta De Paola. È il 28 ottobre del 2016, quando l'assessore al patrimonio del XIII Municipio, Alessio Di Ganci, invia all'assessore al bilancio del Campidoglio, Andrea Mazzillo, una missiva in cui denuncia «l'affitto spropositato (3 milioni di euro a fronte di un canone di mercato inferiore alla metà)» che il Comune versa «nelle casse di una società privata (Fregenetta Srl) che fornisce l'edificio scolastico "Boccea 590"».

 

All'omonimo indirizzo ha sede un istituto comprensivo e il Comune di Roma ha in affitto dal 2010 la struttura di 8.000 metri quadrati che lo ospita, con un contratto della durata di 6 anni, rinnovabili tacitamente. Nella lettera Di Ganci denuncia anche la mancanza di «alcuni certificati obbligatori» relativi all'antincendio, alla conformità dell'impianto elettrico e all'agibilità dei locali.

LUCA DI DONNA GIUSEPPE CONTE - COPERTINA PANORAMA

 

Dal gennaio 2018 inizia a interessarsi della pratica l'assessora al patrimonio, Rosalba Castiglione. La quale, nei mesi successivi, inizia un fitto scambio epistolare con gli uffici del dipartimento per riuscire a «ovviare all'esosità del canone pagato» e per acquisire i certificati mancanti. Ma non trova la soluzione. E così il 30 aprile 2018 viene depositato un esposto in Procura e il 26 luglio il Comune invia formale disdetta della locazione in scadenza il 30 giugno 2020. A questo punto la società Fregenetta si affida allo studio Alpa per provare a risolvere la faccenda. Il dossier viene affidato a Di Donna, il quale in quelle settimane aveva avvertito il suo circuito che c'era «un amico presidente del Consiglio».

 

Luca Di Donna

Ma per l'amministratore unico della Fregenetta, Stefano Proietti, Di Donna si sarebbe «rivelato niente di che, tutte chiacchiere e basta». Ci ha anche detto che era stato «un buco nell'acqua» e ha definito il legale «un personaggio un po' particolare». Sarà. Ma un risultato alla fine lo ha portato a casa.Il 18 dicembre 2018 la Raggi si interessa in prima persona alla vicenda e in particolare, come scrive alla sua assessora, «alla delicata questione discendente dall'avvenuto recesso dal contratto di locazione» della scuola di via Boccea.

 

conte

La sindaca invita l'assessora, in perfetto burocratese, «ad assumere ogni opportuna iniziativa volta a garantire che le interlocuzioni di competenza inerenti la rinegoziazione del rapporto contrattuale con la proprietà immobiliare, da definirsi con la massima urgenza e priorità, possano addivenire a una soluzione entro il termine del 31 dicembre» così da «scongiurare ogni eventuale ricaduta, anche solo potenziale, sulla regolare continuità delle attività scolastiche».

 

Un messaggio inequivocabile: ciò che conta è avere un posto dove mettere gli studenti. Anche a costo di sprecare 1,5 milioni di euro.La Castiglione, il 20 dicembre, non arretra e fa sapere che a novembre il Dipartimento del patrimonio e delle politiche abitative ha approvato un avviso pubblico per il reperimento di immobili da destinare alle scuole.Solo in caso di assenza di offerte andrebbe presa in considerazione la «rinegoziazione del contratto».

 

Anche perché, informa l'assessore, il 30 aprile 2018 «si è provveduto a depositare un esposto» in Procura. In realtà per Proietti la disdetta era una specie di bluff per provare a rinegoziare il contratto, un tentativo, poi miseramente fallito. Infatti il Comune non avrebbe avuto una struttura alternativa dove collocare i mille studenti del plesso, mentre la Fregenetta aveva già trovato un altro affittuario, «una scuola internazionale».

 

luca di donna

A sbloccare l'impasse sarebbe stata una riunione con i rappresentanti del Comune, a cui avrebbero partecipato sia Proietti che Di Donna. L'avvocato avrebbe fatto la parte del poliziotto cattivo: «Disse: "Guardate, il dottor Proietti vi dà un mese di tempo, 40 giorni per liberare l'immobile sennò suono la campanella, tutti fuori"». E avrebbe minacciato di fare una causa da 40 milioni di euro pari al valore dell'edificio. A quel punto, gongola Proietti, «c'è stata la revoca immediata della disdetta, dopo tre ore». La parcella di Di Donna sarebbe costata «qualche decina di migliaia di euro». A questo punto chiediamo all'amministratore se l'avvocato indagato avesse speso anche con lui la carta della possibile influenza sulla Raggi.

 

LA SCONFITTA DI VIRGINIA RAGGI - MEME

Risposta: «Senta, non è che gli ho dato tanto peso». Più un nì che un no.Non è chiaro se questa riunione sia avvenuta prima o dopo la seconda lettera della Raggi, la quale il 27 dicembre 2018 ha posto alla sua assessora un aut aut: «Ti chiedo di fornirmi rassicurazioni circa la prosecuzione delle attività scolastiche sino alla fine dell'anno 2018/2019, nonché di informarmi sulle attività e sulle determinazioni che si intendono intraprendere in previsione dell'anno scolastico 2019/2020».

 

Con una chiosa sibillina che invitava a tener «conto di quanto stabilito al comma 3 dell'articolo 3 del medesimo contratto». Evidentemente la sindaca aveva compulsato l'accordo o qualcuno lo aveva fatto per lei, lasciandole presagire rischiose e onerose cause. Fatto sta che ancora oggi il Comune continua a pagare l'esoso affitto che, a quanto ci risulta, non solo non è stato disdetto, ma neppure rinegoziato.

luca di donna.

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