khalifa haftar vladimir putin erdogan

IL METODO POLITICO DI PUTIN: CREA PROBLEMI, INTERVIENE A RISOLVERLI E S’ERGE A KINGMAKER INTERNAZIONALE - IL CREMLINO SI È MOSSO QUINDICI GIORNI FA SU HAFTAR PER LA LIBERAZIONE DEI PESCATORI ITALIANI ENTRO NATALE - LA TRIANGOLAZIONE CON ERDOGAN PER METTERE UN FRENO ALLA FRATELLANZA MUSULMANA A TRIPOLI

Francesco Semprini per “la Stampa”

 

GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - GENERALE HAFTAR

Nell'intreccio di consultazioni e contatti che hanno preceduto la liberazione degli equipaggi dei pescherecci italiani sequestrati dalla Marina militare di Khalifa Haftar, un passaggio decisivo è stato l'interessamento di Vladimir Putin alla vicenda. A riferirlo sono fonti a conoscenza del dossier le quali parlano di una telefonata giunta circa due settimane fa dal Cremlino alla base di Al-Rajma, città della Cirenaica dove si trova il quartier generale di Haftar.

 

Durante la conversazione il generale è stato esortato ad accelerare sul rilascio dei pescatori, operazione sulla quale i servizi di sicurezza italiani erano alacremente al lavoro grazie ai contatti mantenuti sempre vivi con tutte le componenti dello scacchiere libico. Il rilascio doveva avvenire «a stretto giro», per consentire ai pescatori di trascorrere il Natale a casa, concludendo così una prigionia pretestuosa durata 108 giorni.

PUTIN ERDOGAN

 

Causa di imbarazzo per il governo italiano, che ha pagato il fatto di essersi trincerato dietro posizioni ondivaghe dando sostegno alle formule di dialogo portate avanti da Stephanie Williams, capo ad interim della Missione di sostegno dell'Onu in Libia (Unsmil). L'interessamento alla vicenda di Putin (il leader che più di tutti ha presa su Haftar), non ha incontrato opposizioni da parte del generale, il quale ha utilizzato il sequestro dei pescatori per legittimare il suo ritorno in auge dopo essere stato messo per qualche tempo ai margini a causa del misero fallimento del suo colpo di mano su Tripoli.

 

HAFTAR

L'uomo (ancora) forte della Cirenaica ha però chiesto rassicurazioni sul sostegno russo da una parte, e dall'altra garanzie sul mettere un freno all'azione della Fratellanza musulmana nell'ovest del Paese (considerata da Haftar come un'entità terroristica) e incarnata agli occhi del generale nel ministro degli Interni di Tripoli Fathi Bashaga. Una posizione in linea con quella dei russi, ai quali piace molto il vicepresidente Ahmed Maetig. In questo senso - sembra - Mosca avrebbe avuto rassicurazioni da Ankara: Erdoan non avrebbe gradito il blitz del 18 novembre di Bashaga in Francia nel tentativo di aprire un dialogo con Parigi.

 

Una serie di triangolazioni in cui è stato fondamentale il ruolo svolto dagli americani i quali - come anticipato da "La Stampa" venerdì - sono intervenuti ad alti livelli per il rilascio dei pescatori avvenuto circa una settimana dopo. Successo ottenuto anche grazie al lavoro svolto dagli uomini di Gianni Caravelli, direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise). Ma non senza un riscatto politico da pagare visto che Haftar ha preteso la presenza a Bengasi del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

 

Una passerella con la quale il generale ha certificato il suo ritorno in auge. La vicenda dei pescatori italiani si inserisce in una situazione di stallo sostanziale del dialogo intra-libico, con l'Onu che ha portato avanti senza successo il ticket Aghila Saleh (presidente del parlamento di Tobruk) e Bashaga per rilanciare il processo di pacificazione.

PUTIN ERDOGAN

 

E l'individuazione della data del 25 dicembre 2021 per le elezioni parlamentari e presidenziali, obiettivo che, a distanza di un anno, appare complicato da centrare specie dopo il passo indietro del diplomatico bulgaro Nickolaj Mladenov, appena scelto come nuovo inviato Onu in Libia. Oltre al fallimento del ticket Saleh-Bashaga, su cui gli italiani si erano appiattiti, lo stesso ministro degli Interni ha dovuto fare i conti con un indebolimento nella capitale libica. Lo dimostra il decreto del Consiglio Presidenziale che gli ha tolto il controllo della Forza di deterrenza Rada, passata sotto l'autorità diretta del Consiglio Presidenziale stesso con relativa gestione del budget.

 

GIUSEPPE CONTE KHALIFA HAFTAR

La decisione risale a settembre ma è stata resa nota solo qualche giorno fa. Risultati concreti sono stati riscossi invece sull'asse Maetig-Haftar, il cui dialogo ha sortito la ripresa della produzione ed esportazione di petrolio (ferma da dieci mesi) oltre a una serie di altre misure economiche sostanziali. Come il cessate il fuoco permanente attraverso la formula 5+5 dei comitati militari dell'est e dell'ovest.

 

Successi che hanno rilanciato Haftar e riportato l'Egitto a stingersi attorno a lui dopo essersi temporaneamente spostato su Saleh, dimostrando il potere di riscatto del generale. Il 1° settembre, infatti, Di Maio, dopo aver visitato Tripoli, si recava in Cirenaica snobbando Haftar per vedere Saleh. Poco dopo le motovedettea di Bengasi erano al largo del Golfo della Sirte ad attendere i pescherecci di Mazara del Vallo.

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...