giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini

A METTERE I BASTONI TRA LE RUOTE DELLA MELONI NON C’E’ SOLO SALVINI (CHE COME DAGO-RIVELATO CONTINUA A FARE LO SBORONE CON MACRON) MA ANCHE BERLUSCONI CHE SUL CASO MIGRANTI MARCA LA DISTANZA: “INTANTO IO LI AVREI SALVATI TUTTI. ANDREBBERO USATI GLI ALBERGHI CHE AL SUD IN INVERNO SONO CHIUSI. VEDERE I MIGRANTI AMMASSATI NELLE PALESTRE NON È UMANO” – MA A NONNO SILVIO LA REAZIONE DI PARIGI CONTRO ROMA È APPARSA “INACCETTABILE”. ANCHE SUL SUPERBONUS E SULLA GUERRA IN UCRAINA LA POSIZIONE DEL "BANANA" DIVERGE DA QUELLA DELLA DUCETTA – DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/quanto-tempo-occorre-ancora-salvini-affondare-anche-governo-meloni-331725.htm

 

 

 

Francesco Verderami per corriere.it

 

berlusconi meloni salvini al quirinale

Né con Carola Rackete né con Giorgia Meloni: sul caso dei migranti Silvio Berlusconi ha assunto la postura di leader caritatevole, sensibile all’«emergenza umanitaria». Così misura la distanza dalla presidente del Consiglio.

 

Da giorni il Cavaliere ripete che Palazzo Chigi avrebbe dovuto assumere subito un diverso atteggiamento verso «quelle povere persone» imbarcate sulle navi delle Ong: «Bisognava intanto salvarli tutti», ha detto a una cena con alcuni dirigenti azzurri. Fosse per lui, andrebbero «usati gli alberghi che al Sud in inverno sono chiusi perché senza clienti». E lì si potrebbe dare «un giusto ricovero» ai migranti: «Vederli ammassati nelle palestre non è umano».

meloni berlusconi salvini al quirinale

 

 

Nelle parole di Berlusconi c’entra la politica, non c’è dubbio. Ma c’entra anche una componente psicologica che si manifestò nella primavera del 1997, ai tempi del governo di Romano Prodi, quando una corvetta della Marina militare italiana speronò un’imbarcazione carica di albanesi che fuggivano dalla guerra civile: delle 120 persone a bordo della nave ne sopravvissero solo 34. E il Cavaliere volle andare a visitarli il giorno di Pasqua. Se anche oggi si mostra critico, è perché ritiene sbagliato l’approccio con l’Africa sia nella gestione dei flussi sia nell’assenza di investimenti.

 

Per l’Africa «servirebbe un Piano Marshall», la capacità cioè — per dirla con il forzista Mulè — «di riporre i fucili e aprire le fabbriche» nelle aree sottosviluppate. Il Piano dovrebbe intestarselo l’Europa, che invece «latita» anche nella solidarietà verso quei Paesi comunitari a cui si lascia per intero il peso degli sbarchi. «E intanto in Africa abbiamo lasciato spazio alla Cina», s’infervora Berlusconi: «Ma lo sapete che una quarantina di Stati comprano le armi da loro?».

berlusconi meloni salvini alle consultazioni

 

L’espansionismo di Pechino è per lui una vera e propria ossessione. Raccontano che abbia una cartina nella quale è evidenziato come «nel giro di dieci anni i cinesi hanno decuplicato la loro sfera di influenza».

 

L’Unione Europea invece non riesce nemmeno ad accordarsi sulla «ricollocazione dei migranti». Su questo tema converge con Meloni e punta l’indice contro lo «sciovinismo» dei francesi. La reazione di Parigi verso Roma gli è parsa «inaccettabile»: «Mandare 500 uomini al confine con l’Italia è pazzesco». Anche perché furono i francesi a violare quel confine nel 2018, quando un furgone della gendarmeria superò il posto di polizia di frontiera per scaricare alcuni minori extra-comunitari sfuggiti ai controlli.

 

geo barents catania 1

La verità è che da anni in quel lembo di terra si supera quasi quotidianamente il limite della vergogna. Pile di dossier inviati a Bruxelles e redatti da autorevolissime organizzazioni — compresa la Caritas — denunciano «l'assenza di umanità» che il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin l’altro giorno ha attribuito alla sola Italia. Ma Berlusconi è convinto che un simile e grottesco derby «non conviene a nessuno» in Europa. E così dicendo, marca la differenza anche da Matteo Salvini, che dimenticando il suo ruolo di governo continua ad agitarsi come fosse ancora in campagna elettorale.

 

Per certi versi è ovvio che il Cavaliere miri a distinguersi dagli alleati, perché «noi siamo Forza Italia». E allora, pronti e via, all’indomani del Consiglio dei ministri che ha approvato il quarto decreto Aiuti, ha fatto annunciare dai suoi capigruppo di Camera e Senato che il partito non accetta la soluzione scelta dal governo per superare il problema del Superbonus. Perché oltre alla componente psicologica e a quella politica, in Berlusconi c’è anche la componente degli affari, «e noi dobbiamo scongiurare il collasso del comparto edilizio», materia su cui vanta una certa esperienza.

 

meloni salvini berlusconi al quirinale

C’è un motivo se il leader di Forza Italia ha voluto mandare un segnale (anche) su questo provvedimento a Palazzo Chigi: è seccato per non essere stato preventivamente consultato. «E quando in un governo non si cerca la sintesi — commenta minaccioso un esponente azzurro — i governi faticano a durare. Intanto superiamo l’emergenza energetica. Poi si parlerà di altre cose». Difficilmente tra le «altre cose» ci sarà anche l’approccio alla crisi ucraina. Nonostante l’analisi del Cavaliere sul conflitto continui a divergere da quella di Meloni.

 

A cena, davanti ai commensali, Berlusconi ha offerto una versione che stride con la realtà dei fatti, perché la sua tesi è che ci sia un «criminale di guerra» ma non è Vladimir Putin. Perciò ieri, per prevenire nuove rivelazioni ed evitare l’ennesimo incidente, Alessandro Cattaneo ha ribadito che «Forza Italia non abbandonerà mai la sua linea atlantista, fedele ai valori della Nato. Ma l’iniziativa diplomatica dev’essere prioritaria». Come salvare capra e cavoli in vista del sesto decreto per le armi a Kiev.

geo barents catania

 

silvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizione

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)