charles michel

MICHEL, LA SITUAZIONE NON È ''BELLE'' - ''LA UE DEVE AGIRE COMPATTA PER EVITARE DISORDINI E RIVOLTE''. ALLA VIGILIA DEL VERTICE FRA I 27 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO PARLA DI SITUAZIONE ALLARMANTE E TRAGEDIA DA IMPEDIRE: "IN PRIMAVERA CI SIAMO CONCENTRATI SULLA RIPRESA ECONOMICA, DOVEVAMO LAVORARE A UN SISTEMA DI TRACING DEL VIRUS"

 

Marco Bresolin per “la Stampa

 

«I l lockdown hanno conseguenze pesantissime sul fronte politico, sociale, economico e persino democratico. Molti Paesi stanno prendendo misure restrittive per frenare i contagi, ma se vogliamo evitare nuove chiusure nei prossimi mesi serve un maggiore coordinamento europeo sui test, sul tracciamento, sui piani per la vaccinazione e sulle regole per la quarantena».

 

charles michel con il suo portavoce 1

Per questo il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha convocato per domani un vertice straordinario in videoconferenza per discutere della seconda ondata della pandemia: «Dobbiamo evitare una tragedia».

 

In alcuni Paesi la curva dei contagi è ormai fuori controllo: non rischiamo di essere già in ritardo con il tracciamento?

«Dobbiamo dire la verità: la situazione in Europa è grave e allarmante. Dobbiamo agire e con urgenza. Tutti gli Stati stanno facendo il possibile per affrontare questa crisi, ma dobbiamo essere più efficienti. C' è un legame tra il livello di intensità delle misure restrittive che sono necessarie in molti Paesi e l' efficacia della nostra comune strategia per i test e il tracciamento dei contatti».

 

Arrivati a questo punto, i lockdown e le chiusure non sono inevitabili?

«Si tratta di una questione di competenza nazionale. Il mio lavoro è quello di sviluppare un' azione europea comune per creare un valore aggiunto per esempio nel campo dei test, del tracciamento e dei vaccini. Tutti capiamo benissimo che la priorità è salvare vite e garantire la salute dei cittadini, per questo in molti Paesi sono in vigore diversi livelli di lockdown. La diffusione del virus è estremamente aggressiva, ma non dobbiamo mollare. Serve più efficienza nell' intercettarlo prima che i cittadini si contagino l' uno con l' altro. Serve una forte pianificazione, altrimenti nei prossimi mesi avremo sistematicamente dei lockdown più o meno intensi. Si tratta di misure che producono effetti solo dopo due-tre settimane, con conseguenze economiche e sociali pesantissime».

 

charles michel

Lo abbiamo visto l' altra sera in molte città italiane: temete un' ondata di agitazioni sociali in Europa?

«La situazione è molto complessa e certamente ci sono reazioni sociali. Per questo è fondamentale essere efficienti e dimostrare che la strategia sta funzionando. Per contenere la diffusione del virus, ma anche per limitare gli effetti negativi dal punto di vista economico e sociale».

 

I governi si sono mossi troppo tardi?

«Quando nella tarda primavera siamo riusciti a rallentare drasticamente la velocità di diffusione del Covid-19, la priorità è diventata la ripresa della vita economica, sociale e culturale. Questo doveva essere supportato da una solida politica di test e tracciabilità. Ma a livello europeo questo piano d' azione non ha raggiunto i risultati sperati. E con la ripresa delle nostre attività quotidiane, il virus ha ricominciato a circolare. La cosa positiva è che rispetto all' estate ci sono stati dei progressi sui test rapidi, che sono sempre più affidabili. Ora bisogna renderli disponibili».

 

Farete degli appalti comuni?

«Molti Stati stanno cercando di avere accesso a questi test, accanto a quelli molecolari. Ci sono questioni di praticabilità legate per esempio all' omologazione o al riconoscimento reciproco. È importante che la Commissione faccia un appalto congiunto accessibile a tutti. Dobbiamo inoltre andare avanti per favorire il dialogo tra le varie applicazioni nazionali per il tracciamento dei contatti.

charles michel ursula von der leyen david sassoli christine lagarde come le ragazze di porta venezia

In parallelo, bisogna definire la strategia europea sui vaccini».

 

Quando saranno disponibili?

«In teoria tra la fine di quest' anno e l' inizio del prossimo: dico "in teoria" perché non abbiamo la certezza assoluta. Un approccio comune è indispensabile perché si apriranno una serie di questioni. Come assicurare che tutti gli Stati abbiano un equo accesso ai vaccini? Come garantire che tutti adottino gli stessi standard di vaccinazione per i cittadini, partendo dalle categorie più a rischio?».

 

Temete il caos al momento della distribuzione?

«Dobbiamo essere preparati perché non sarà facile gestire quella fase. Per fare qualche esempio: alcuni produttori stanno lavorando su vaccini monodose, altri su vaccini da due dosi. C' è poi una questione legata alla conservazione: per alcuni bastano normali temperature da congelatore, altri richiedono -80°. Ci sono problemi logistici che non possiamo iniziare ad affrontare a febbraio o a marzo».

 

Intanto le regole sulla quarantena sono una Babele

«Sarebbe meglio trovare un' intesa a livello europeo, con lo stesso periodo per tutti».

 

Sullo sfondo resta la questione economica: il Recovery Fund non è ancora partito e già rischia di rivelarsi insufficiente?

protesta per le misure anti covid un momento degli scontri a milano

«Abbiamo trovato un' intesa su un pacchetto da 1.800 miliardi, che in rapporto al Pil è molto più di quanto deciso da Usa e Cina. Inoltre avevamo già approvato misure per altri 540 miliardi. Ma ora dobbiamo essere credibili e mettere in pratica quanto deciso a luglio. Non possiamo non cogliere l' attimo: è urgente trovare un' intesa. Siamo pronti a prendere in considerazione le preoccupazioni dell' Europarlamento, ma non è realistico cambiare totalmente le basi dell' accordo trovato al Consiglio europeo».

protesta per le misure anti covid scontri a milano 2

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO