unione europea ursula von der leyen esercito europeo ue

IL MIGLIOR ATTACCO È LA DIFESA - L’UNIONE EUROPEA NON CONTA UN CAZZO NEL MONDO ANCHE E SOPRATTUTTO PERCHÉ NON HA UNA VERA DIFESA COMUNE. SE NE PARLA E RIPARLA CICLICAMENTE, MA SEMPRE SENZA RISULTATI CONCRETI. MA CON IL DISASTRO AFGHANO E IL TRADIMENTO DEGLI STATI UNITI DI BIDEN, SI FA DI NUOVO SPAZIO L’IDEA DI CREARE UNA FORZA DI PRIMO INTERVENTO EUROPEA - CI SONO DUE OSTACOLI: GLI STATI DELL’EST MINACCIATI DALLA RUSSIA CHE TEMONO UN DISIMPEGNO VERSO LA NATO E I SOLDI. PER DIVENTARE UNA FORZA MILITARE BISOGNA SPENDERE. E TANTO…

Marco Bresolin per “La Stampa”

 

Ursula Von Der Leyen Josep Borrell

«Entro il 2003, gli Stati membri devono essere in grado, grazie a una cooperazione volontaria alle operazioni dirette dall'Ue, di schierare nell'arco di 60 giorni e mantenere per almeno un anno forze militari fino a 50-60 mila uomini».

 

Correva l'anno 1999 e, al termine di un vertice a Helsinki, il Consiglio europeo adottò queste conclusioni. Dopo più di 20 anni, il progetto dell'esercito europeo composto da 60 mila militari non ha ancora visto la luce.

 

esercito europeo

Se ne parla e se ne riparla ciclicamente, ma sempre senza risultati concreti. Nel 2007, per esempio, sono stati creati i «battlegroups», i «gruppi tattici» dell'Ue composti da 1500 uomini, pronti a intervenire rapidamente per missioni mirate: non sono mai stati impiegati, per mancanza di volontà politica.

 

Oggi, con le ferite dell'esperienza afghana che bruciano, si sta facendo di nuovo spazio l'idea di una nuova forza di primo intervento, che dovrebbe diventare il fiore all'occhiello dell'agognata politica di Difesa europea.

un soldato tedesco abbraccia ursula von der leyen

 

Il contingente Ue

Sul tavolo c'è un piano che prevede l'impiego di cinquemila uomini: «Se avessimo avuto a disposizione una forza di questo tipo, saremmo stati in grado di assicurare un perimetro di sicurezza per gestire l'evacuazione dall'aeroporto di Kabul», ha sottolineato ieri Josep Borrell, l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue.

 

Ma se i Paesi europei non sono mai stati in grado di dare concretezza a questo progetto nell'ultimo ventennio, perché mai dovrebbero riuscirci ora? «Le situazioni in Afghanistan, Libia, Medio Oriente e Sahel - dice il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare Ue - mostrano che questo è il momento di agire. Farlo più tardi potrebbe essere troppo tardi».

ursula von der leyen sogna l esercito europeo

 

Una linea che ieri è stata sostenuta dalla stragrande maggioranza dei ministri della Difesa europei, riuniti a Lubiana per un vertice informale. Del resto la richiesta di lanciare questa forza speciale era stata avanzata nei mesi scorsi dai governi di 14 Stati membri, compresi quelli di Francia, Germania e Italia. I recenti episodi in Afghanistan sono serviti per convincerne anche altri, ma non ancora tutti.

 

Gli scettici

«A oggi l'unanimità necessaria per compiere questo passo ancora non c'è» ha ammesso Borrell al termine della riunione, spiegando però che la decisione formale andrà presa soltanto al Consiglio in programma a metà novembre. Tra due mesi saranno presentati i contenuti della Bussola strategica, che dovrà essere adottata definitivamente all'inizio del 2022, vale a dire durante la presidenza francese: la forza di primo intervento è uno dei biglietti da visita con i quali Emmanuel Macron vuole presentarsi alle prossime presidenziali.

 

Ursula von der leyen maglia azzurri

Ma alcuni Stati dell'Est e i Baltici sono scettici: temono un doppione o peggio un disimpegno europeo nei confronti della Nato. Il ministro italiano Lorenzo Guerini ha provato a rassicurarli dicendo che l'azione dell'Ue deve essere portata avanti «in sinergia con la Nato». Ma quella dell'unanimità è una questione cruciale: i «battlegroups» non sono mai stati utilizzati proprio per mancanza di consenso.

 

Ed è per questo che ora i Paesi più determinati vogliono che le decisioni sull'impiego della nuova forza militare siano prese a maggioranza. Lo ha detto in modo esplicito il ministro della Difesa sloveno Matej Tonin - il cui governo guida la presidenza di turno Ue - che addirittura vorrebbe un contingente di 20 mila uomini.

 

ursula von der leyen esercito europeo

Ed è stata molto chiara in questo senso anche Annegret Kramp-Karrenbauer, ministra della Difesa tedesca, che ha evocato l'articolo 44 del Trattato. Il problema è che per procedere con una cooperazione rafforzata serve un via libera unanime del Consiglio. Insomma: anche per consentire ai soli volenterosi di andare avanti serve l'autorizzazione di tutti gli Stati dell'Ue. Inoltre non va dimenticato che la politica di Difesa e quella estera sono saldamente intrecciate e questo potrebbe anche creare una situazione in cui una maggioranza di Paesi autorizza una missione militare per un'operazione non sostenuta politicamente dagli altri membri dell'Unione.

 

ursula von der leyen tra i soldati

Il nodo dei fondi

Chi guarda con scetticismo a questa operazione, per esempio negli ambienti Nato, fa inoltre notare che per diventare una forza militare bisogna spendere. E i Paesi europei sono stati spesso richiamati all'ordine dall'Alleanza per gli scarsi investimenti in questo senso. Sarebbero in grado di supportare uno sforzo aggiuntivo rispetto a quello della Nato?

 

Al momento l'Ue si è dotata di un fondo europeo per la Difesa che per i prossimi 7 anni metterà a disposizione 8 miliardi di euro per progetti in ricerca e sviluppo, ma si tratta soprattutto di uno strumento pensato per le sinergie di tipo industriale. Per Borrell, però, i soldi non sono un problema: «Le risorse ci sono, mancano il coordinamento e la volontà di usare queste risorse». «Il dibattito non deve fermarsi alla creazione di una forza rapida europea - ha avvertito la tedesca Kramp-Karrenbauer -. La questione cruciale è come impieghiamo le nostre capacità nazionali militari per usarle insieme in missioni congiunte».

annegret kramp karrenbauerursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…