matteo salvini open arms

I MIGRANTI DELLA OPEN ARMS SONO STATI SEQUESTRATI... MA NON DA SALVINI! - SE IL TRIBUNALE DI PALERMO LASCIASSE DA PARTE LA POLITICA CAPIREBBE CHE IL VERO RAPITORE FU IL COMANDANTE MARC REIG CREUS, CHE TENNE I PROFUGHI IN MARE PER 14 GIORNI RIFIUTANDO SIA LA SPAGNA SIA MALTA - LA PRETESA DELLA ONG DI SBARCARE SOLTANTO IN ITALIA AVEVA PRECISI OBIETTIVI, CIOÈ ATTIRARE I MEDIA E SPACCARE IL TRABALLANTE GOVERNO GIALLO-VERDE...

 

Gian Micalessin per "il Giornale"

 

 

migranti si tuffano dalla open arms

Se al Tribunale di Palermo i fatti venissero prima della politica i giudici dovrebbero prosciogliere Matteo Salvini e rinviare a giudizio per sequestro di persona Marc Reig Creus, comandante della nave Open Arms. Il vero rapitore di migranti in quel caso non fu Salvini ma lui.

 

Fu lui, d'intesa con la Ong spagnola di Oscar Camps, a trasformare 147 migranti in uno strumento politico per colpire le politiche anti-sbarchi del capo della Lega. E fu lui a pretendere di tenerli in mare dal primo al 20 agosto rifiutandosi ripetutamente di far rotta su Malta o sulla Spagna. Per comprendere le responsabilità di Creus basta la cronistoria della mini-odissea della Open Arms.

 

Marc Reig Creus

Dal 1 agosto, quando imbarca il primo carico di migranti davanti alle coste libiche, fino al 20 - quando il giudice Luigi Patronaggio ne ordina il sequestro, Creus resta sempre davanti alle coste italiane rifiutando sia l'offerta di approdare a Malta, sia quella di raggiungere un porto spagnolo.

 

Una scelta in linea con le rivendicazioni politiche di una Ong che non si limita a recuperare i migranti in mare, ma ne difende il diritto a violare i confini dell'Italia, ventre molle dell'Europa, e a raggiungere gli altri paesi Ue.

 

migranti si tuffano dalla open arms 1

La pretesa di sbarcare solo e soltanto in Italia è, nell'ottica di Creus e della Ong, indispensabile per smuovere i media, attivare i magistrati sensibili alla causa dell'accoglienza e dividere un esecutivo gialloverde ormai traballante.

 

open arms.

Proprio per questo il comandante rifiuta di far rotta come, proposto da Madrid, sui porti spagnoli di Algeciras o di Mahon, sull'isola di Minorca. Due porti che potrebbe raggiungere in soli 5 giorni, un quarto del tempo trascorso intorno a Lampedusa e alla Sicilia.

 

migranti si tuffano dalla open arms 2

Anche perché in base al diritto marittimo internazionale (sempre ignorato se di mezzo ci sono i migranti e l'Italia) una nave è territorialmente parte dello Stato di cui batte bandiera. Dunque, in base al trattato di Dublino, l'accoglienza e l'assistenza dei migranti della Open Arms non competevano all'Italia, ma a Madrid.

 

Altrettanto sconcertanti sono i perché con cui il comandante spiega il rifiuto di far rotta su Malta. «Perché - sostiene Creus - era un porto piccolo e aveva autorizzato lo sbarco solo per trenta persone... Il resto delle persone che avevamo a bordo non poteva comprendere perché solo in 30 potessero scendere... Perciò abbiamo detto: o tutti o nessuno».

 

la risposta di salvini a richard gere 1

Mentre Creus fa carte false per arrogarsi il diritto a entrare in un porto italiano Salvini resta, invece, dalla parte della legalità. La cronistoria parla chiaro. Il 2 agosto, quando viene rifiutata la prima richiesta di un «porto sicuro» l'allora ministro degli Interni agisce al riparo di quel «decreto sicurezza bis», approvato dal governo giallo-verde due mesi prima.

 

E con Salvini stanno i ministri pentastellati Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta firmatari, fin dal 2 agosto, del divieto d'ingresso. Un divieto che resta pienamente legittimo fino al 14 agosto quando il Tar del Lazio accoglie un ricorso della Ong spagnola. E qui sta il punto.

 

CONTE TONINELLI

Per ben 14 dei 20 giorni della vicenda Open Arms gli unici e soli responsabili della permanenza in mare dei migranti sono il comandante Creus e i capi della Ong. Salvini resta dunque teoricamente imputabile solo per i sei giorni successivi.

 

Ma si tratta di un periodo limitato e confuso in cui il premier Giuseppe Conte, i ministri Toninelli e Trenta e il resto dei Cinque Stelle scelgono di rinnegare la linea precedente non per una resipiscenza umanitaria, ma al solo scopo di isolare un alleato trasformatosi in avversario.

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

Il tutto mentre Creus e la Open Arms ringraziano e scaricano a Lampedusa un carico di migranti usato per venti e passa giorni alla stregua di una potente e dirompente arma politica.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…