MOSE’ MONTI S’È FERMATO A TODI - CONTRORDINE PARROCCHIANI: DOPO I GIORNI DEL SOSTEGNO DELL’OSSERVATORE ROMANO E DI AVVENIRE, DELLE INTERVISTE AL MIELE DEL CARDINAL BAGNASCO, QUALCOSA SI È INCEPPATO TRA MONTI E IL MONDO CATTOLICO – TUTTA COLPA DEL FATTORE ERRE, COME RUINI: SALTARE IL CONVEGNO DEI CATTOLICI PER MONTI, QUELLA “TODI 3” DOVE AVREBBE DOVUTO PRENDERE LA PAROLA LO STESSO PREMIER…

1 - SUL PREMIER LA CHIESA SI DIVIDE L'OFFENSIVA DI RUINI: NON CI RISPETTA
COSÌ SALTA LA RIUNIONE DELLA COSIDDETTA "TODI 2"
Francesco Bei per "la Repubblica"

Comunicazioni saltate. Dopo i giorni del sostegno dell'Osservatore Romano e di Avvenire, delle interviste al miele del cardinal Bagnasco, qualcosa si è inceppato tra Monti e il mondo cattolico. O meglio tra il premier e quella parte di Chiesa - non solo vescovi ma anche alcune potenti organizzazioni di massa - che ancora fanno riferimento al cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei. È il fattore Erre, come Ruini, ad aver pesato sul raffreddamento tra Monti e le gerarchie. Che ha portato, tra l'altro, a far saltare il convegno dei cattolici per Monti, quella "Todi 3" dove avrebbe dovuto prendere la parola lo stesso premier.

Non è un caso che lo scontro sia venuto allo scoperto proprio nei giorni di trattativa sulle candidature. È stata quella infatti una delle principali fratture che ha opposto l'ala ruiniana al premier. Il presidente di Mcl (Movimento cristiano lavoratori), Carlo Costalli, che si è speso fino all'ultimo per la riuscita del convegno, ha ammesso ieri che «c'è stato un black-out tra Monti e il mondo cattolico».

In realtà a staccare la luce è stato l'ex presidente
della Cei, fin dall'inizio scettico su quella che ha considerato «un'apertura di credito eccessiva» a Monti da parte di Bertone e Bagnasco. Lo scontro finale, che ha rafforzato le posizioni di Ruini contro Bertone, si è consumato dunque sulla rappresentanza del mondo cattolico nelle liste Monti.

Con i ruiniani che si aspettavano e chiedevano una forte quota di candidati sicuri - almeno il 20 per cento - riferibili al mondo di Todi 2. Mentre da "Scelta Civica" non è arrivata alcuna garanzia. Ieri, in un Transatlantico deserto, Rocco Buttiglione - uno che in questi giorni ha tentato dietro le quinte di scongiurare lo strappo - gettava gli occhi al cielo sospirando: «Dovremmo dare segnale di apertura a questo mondo e invece niente, stiamo fermi. Così se ne avvantaggia Bersani».

Un'analisi condivisa dai promotori del convegno "mancato" (si sarebbe dovuto tenere domani), che guardano con invidia alla qualità delle candidature cattoliche del Pd: dal cislino Giorgio Santini a Carlo Dell'Aringa, da Edo Patriarca (segretario delle settimane sociali) all'ex Azione cattolica Ernesto Preziosi. Persino Flavia Nardelli, la figlia di Flaminio Piccoli, sarà con il Pd. «Sono segnali importanti per il mondo cattolico», ammette Costalli, «adesso siamo tutti curiosi di vedere chi saranno i candidati di Scelta Civica».

Insomma, la vicenda delle (mancate) candidature ha pesato eccome. Oltre alla delusione per i contenuti dell'Agenda Monti. A detta dei cattolici ruiniani l'Agenda sarebbe infatti mancante di un riferimento chiaro ai temi eticamente sensibili, ovvero ai cosiddetti valori «non negoziabili». Per non parlare della sussidiarietà, dell'attenzione al no profit, alla famiglia.

Insomma, il convegno di Todi 3 si sarebbe potuto facilmente trasformare in una sorta di "processo" a Monti. Anzi, raccontano che sia stato proprio Raffaele Bonanni, annusata l'aria ostile, a sconsigliare a Monti di partecipare al convegno. Nella vasta e frastagliata galassia cattolica, secondo solo alla sinistra per la cacofonia delle voci, c'è poi un certo malumore - alimentato dall'ala destra ruiniana - contro il ministro Andrea Riccardi. Lo accusano di aver «monopo-lizzato » la voce dei cattolici nella Lista Monti.

«Ma il nostro mondo - protesta un ruiniano doc - è più vasto di Sant'Egidio». Il più deluso di tutti è il presidente della Coldiretti Sergio Marini, considerato vicino al centrodestra, che ieri ha preso le distanze dagli organizzatori del convegno cattolico. Con un annuncio insolitamente duro: «Permanendo oggi tutte le pregiudiziali di allora, con l'aggiunta di una buona dose di confusione, non avremmo partecipato, né parteciperemo ad alcun nuovo incontro soprattutto in un momento politicamente sensibile come questo».

Di fronte a questo testa coda tra cattolici e Monti a gongolare sono ovviamente i "teocon" del Pdl e quella parte di Cl rimasta sotto l'ala protettrice di Berlusconi. Quelli che Ruini aveva provato inizialmente a inserire nella lista Monti. In modo da creare una testa di ponte, nei futuri gruppi parlamentari montiani, per impedire un'alleanza di governo fra il centro e la sinistra di Bersani-Vendola. Fallito il convegno di Todi 3, i ruiniani del Pdl si sono messi subito al lavoro per organizzare una contro-iniziativa. Non hanno perso tempo. Venerdì 18 gennaio Quagliariello, Roccella e Sacconi apriranno un convegno con le associazioni cattoliche sui temi eticamente sensibili. Per dimostrare che il Pdl resta «l'unica ancora contro la "deriva" vendoliana».

2 - NIENTE PIÙ MONTI E I CATTOLICI SONO SENZA CASA. DOPO RUINI, UN DISASTRO
Paolo Rodari per "il Foglio"

Erano giorni che il cardinale Angelo Bagnasco, capo dei vescovi italiani, aspettava un segnale. E con lui lo aspettava tutto il mondo cattolico, le associazioni e i movimenti aderenti un anno e mezzo fa al Forum di Todi. Ma Mario Monti, questo segnale, non l'ha mandato; non ha garantito nulla sui "valori non negoziabili" e soprattutto non ha coinvolto i cattolici nella creazione delle liste, non ha chiesto loro un parere.

Insomma, non si è fatto sentire. Anche per questo motivo, dopo pochi giorni dall'endorsement dell'Osservatore Romano, voce ufficiale del palazzo apostolico, per Monti, i cattolici si sono tirati indietro con la decisione, suggerita dallo stesso Bagnasco, di non convocare quella "Todi 3" che avrebbe dovuto far partire la campagna elettorale delle stesse sigle e associazioni cattoliche per il nuovo rassemblement di centro.

Il tutto col risultato che oggi, i cattolici, dopo aver convocato il primo raduno di Todi nell'ottobre del 2011 con l'unico visibile effetto di aver fatto cadere il governo Berlusconi, non hanno oggi una casa in cui stare. Andrea Riccardi, capo di Sant'Egidio che sorprendentemente all'ultimo ha deciso di non candidarsi, ha provato a garantire a Monti l'appoggio del mondo cattolico ma qualcosa non ha funzionato. Forse nella Cei qualcuno non ha gradito che Riccardi fosse l'unico interlocutore, oppure lo stesso Monti ha voluto tagliare con un mondo le cui battaglie egli non sente del tutto sue. Idillio finito dunque?

Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, il movimento ecclesiale con più aderenti in Italia, spiega che al momento i cattolici restano "in duplice attesa". Dice: "Todi 3 non era stata convocata con lo scopo di ascoltare Monti. E' soltanto una coincidenza che sia saltata nel momento in cui Monti sta decidendo i nomi della sua lista. Però è vero che ancora attendiamo da Monti, ma del resto anche dagli altri schieramenti, parole chiare sui valori che ci stanno a cuore, a cominciare dalla famiglia".

L'impressione è che dopo gli anni del cardinale Camillo Ruini che, interferendo sapientemente negli schieramenti politici guidava la chiesa sulla linea della non irrilevanza, vi sia oggi una certa confusione. Diversi pezzi importanti del cattolicesimo, non a caso, stanno scegliendo autonomamente con chi schierarsi, senza aspettare indicazioni. E' di ieri la notizia che Edo Patriarca, ruiniano segretario della comitato organizzatore delle Settimane sociali, e dunque uomo legato a stretto giro alla Cei, ha accettato di candidarsi nelle liste del Pd.

Con lui altri tre esponenti del mondo cattolico: Ernesto Preziosi, direttore dell'Istituto Toniolo, Flavia Nardelli, segretario generale dell'Istituto Sturzo ed Emma Fattorini, docente di Storia contemporanea all'università La Sapienza. Chi, invece, ha deciso di rimanere con Monti è Mario Mauro, parlamentare europeo del Ppe. Dice: "Ho preso la decisione di stare con Monti a dicembre e non torno indietro. Berlusconi era per me una novità nel 1994 ma oggi resta una delusione".

E in merito ai valori "non negoziabili", sui quali la chiesa ancora attende risposte, dice: "Quale schieramento offre questo tipo di garanzia? Sono un problema che tutti devono affrontare, Pdl e Pd compresi. Io preferisco affrontare queste tematiche capitali in uno schieramento dove non si fa la guerra ma si cercano soluzioni condivise e in un clima pacifico.

Ma non userei questi temi come spada di Damocle per decidere per chi i cattolici debbono votare. Credo occorra guardare alle persone prima che agli schieramenti". E Comunione e Liberazione con chi sta? "Basta leggere la nota politica recentemente diramata per capire che Cl chiede semplicemente che i politici lavorino per il bene comune. Non sta con nessuno e non chiede altro. Il movimento guarda positivamente chi decide di assumersi il rischio di un tentativo politico e in questo senso mi sento spronato a dare il meglio".

 

 

Cardinal Camillo Ruini - Copyright PizziMARIO MONTI E IL DITINO ALZATO bagnasco_angelobagnasco-monti, bertoneI Cardinali Bertone e Bagnasco Rocco Buttiglione CARLO DELLARINGA ROCCELLA SACCONI IN PIEDI MA IN BUONA COMPAGNIA

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...