matteo salvini giuseppe conte

NIENTE SARÀ COME PRIMA – IL VOTO PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA È L’ARMAGEDDON DEI PARTITI, E SOPRATTUTTO DI SALVINI E CONTE. IL CENTRODESTRA NON ESISTE PIÙ: INFATTI FORZA ITALIA HA ANNUNCIATO CHE TRATTERÀ DA SOLA E NON MANDERÀ PIÙ AVANTI IL “KING-PIPPER” LEGHISTA. E LA GUERRA TRA CONTE E DI MAIO È ARRIVATA ALLO SHOWDOWN: LA SCISSIONE È ORMAI IN ATTO…

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

MELONI SALVINI TAJANI

Da ieri il centrodestra non esiste più e si vedrà fino a quando esisterà ancora il centrosinistra. La corsa per il Colle si trasforma in una rissa e dal caos emerge il blocco delle forze populiste, che avrebbe potenzialmente i numeri per imporre un proprio candidato al Quirinale ma che in quel caso farebbe saltare il governo. Tutto si consuma alla fine di una giornata in cui l'improvvida candidatura della presidente del Senato alla quinta votazione, viene usata da Salvini per uscire dal cul de sac in cui si trova.

 

matteo salvini maria elisabetta alberti casellati a vinitaly 2018

«Lui deve scegliere con quale veleno morire», diceva Bersani mentre si svolgeva lo scrutinio dall'esito scontato: «Deve decidere se tenere unito il centrodestra appoggiando Draghi, o se sacrificare il rapporto con la Meloni appoggiando Casini».

 

Il leader della Lega ha invece deciso di scartare, nella speranza di trovare una via di fuga: sapeva che Casellati sarebbe caduta per effetto del fuoco amico, sapeva che gli avrebbero addebitato la sconfitta («questi sono i 101 di Salvini»), ma ha colto l'occasione per sbarazzarsi - d'intesa con la Meloni - dei centristi e di Forza Italia, considerati ormai propaggini di una storia finita.

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

 

Così, al termine dell'incontro con il premier, Salvini ha chiesto a Letta e Conte un appuntamento. Il leader dem glielo ha accordato «a patto che cadessero i veti». Sembrava l'epilogo della Corsa, al punto che un membro della segreteria del Pd spiegava come si stesse andando «verso la soluzione: con Draghi al posto di Mattarella».

 

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania 1

Ma al vertice Letta si è trovato stretto nella tenaglia dei due alleati ai tempi del governo gialloverde, che da giorni cercano disperatamente di uscire dalla trappola. È a quel punto che Conte e Salvini - forti del sostegno della Meloni - hanno giocato di sponda sul nome della Belloni, lasciato inopinatamente dai democrat nella rosa.

 

elisabetta belloni 4

La cosa sorprendente è che Letta non ha posto subito il veto, non ha avuto la reazione che di lì a poco avrebbe avuto Renzi: «Il capo dei servizi segreti non può fare il presidente della Repubblica, com' è accaduto in Egitto con Al Sisi. L'assenza di un codice etico istituzionale si nota in chi ha fatto la proposta e in chi non si è opposto».

 

Dopo l'annuncio del leader leghista e del capo grillino, nei gruppi parlamentari del Pd è esplosa la protesta e tutti i ministri hanno chiesto a Letta quale fosse «lo schema politico dietro questa candidatura: perché così noi ci stiamo unendo alle forze estreme».

matteo salvini silvio berlusconi meme by carli

 

Il fuoco di sbarramento contro l'ipotesi Belloni accomunerà in serata Iv, FI, Centristi e Leu. È chiaro che se la responsabile del Dis venisse eletta, salterebbe il principio dell'elezione di un capo dello Stato dentro il quadro della maggioranza di governo: la condizione posta da Draghi per restare a Palazzo Chigi.

 

Ma non è questo il punto, perché la manovra non risolve i guai di Salvini e Conte, né cambiano i nomi dei quirinabili in corsa. Velocizza piuttosto il processo di disgregazione dei partiti e degli schieramenti. L'attacco di Di Maio al capo del Movimento è l'anticipo di una scissione ormai in atto. E l'annuncio che d'ora in poi Forza Italia tratterà da sola, pone fine al centrodestra. Tutto ciò allunga la serie delle votazioni, perché tutti sono a caccia di una soluzione in proprio.

 

mario draghi sergio mattarella

Perciò riparte la giostra dei candidati messi nel tritacarne e il vicolo cieco porta a cercare la scorciatoia in Mattarella. I forzisti, per esempio, ieri sera erano talmente spaventati che si sono schierati per la rielezione del presidente della Repubblica. Ma - pur ammettendo l'ipotesi - il capo dello Stato non avrebbe i voti di Salvini, che non ha intenzione di farsi sbranare dalla Meloni: sarebbe per lui la resa.

 

E guarda caso nella Lega c'è chi confida che aumentino in Parlamento i voti a favore del capo dello Stato. Il dissennato uso strumentale di Mattarella si è visto ieri: scelto alla sesta chiama da 336 grandi elettori, è stato così esposto al gioco delle preferenze. «Ha preso meno consensi della Casellati», ha esclamato Malan per FdI.

 

luigi di maio elisabetta belloni

«Ma non c'è nulla da inventarsi», ha commentato Renzi, che del gioco tattico ha dimestichezza: «I nomi in corsa restano Draghi e Casini. Certo, con lo stallo aumenterebbero le possibilità per Mattarella per effetto del fallimento di chi doveva fare il kingmaker». Il riferimento a Salvini era voluto, ed è l'arma di pressione per costringerlo all'accordo. Altrimenti, se si tornasse a Mattarella cosa direbbe agli elettori leghisti, dopo avergli promesso un «presidente di centrodestra?».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA