matteo salvini matteo renzi luigi di maio

NO ALLE URNE: GOVERNO RENZI-DI MAIO! CHIAMATA ALLE ARMI CONTRO SALVINI PIGLIATUTTO - LA TRIBÙ GRILLINA E QUELLA RENZIANA CHE UN TEMPO SI ODIAVANO ADESSO HANNO LA COMUNE CONVENIENZA AD EVITARE IL VOTO. IL M5S VERREBBE FALCIDIATO; I RENZIANI, NELLE LISTE ELETTORALI, VERREBBERO RIMPIAZZATI DAI SEGUACI DEL NUOVO SEGRETARIO ZINGARETTI CHE È FAVOREVOLE ALLE ELEZIONI: "FARE UN ALTRO GOVERNO PER COSA? PER INTESTARSI UNA LEGGE DI BILANCIO DURISSIMA?”

1 - PARTONO LE MANOVRE DEL PARTITO ANTI-ELEZIONI

Ugo Magri per “la Stampa”

 

……….

DI MAIO SALVINI CONTE

La fretta di Salvini nasce da un'ossessione: quella del Grande Inciucio ai suoi danni. L' uomo teme che la tattica del rinvio serva a preparare il terreno di un governo M5S-Pd, messo su apposta per impedirgli di andare alle urne e di bissare il trionfo delle Europee. Oggi quel governo non è maturo, con il blitz della crisi Salvini ha colto tutti di sorpresa, ma tergiversare per la Lega è un rischio mortale.

 

Anche perché si moltiplicano i segnali di fumo tra la tribù grillina e quella renziana che un tempo si odiavano e adesso hanno la comune convenienza ad evitare il voto. I Cinque stelle verrebbero falcidiati; i renziani, nelle liste elettorali, verrebbero rimpiazzati dai seguaci del nuovo segretario Zingaretti che, guarda caso, sotto sotto è favorevole alle elezioni.

Salvini

 

Emissari all'opera

Una maggioranza Renzi-Di Maio sarebbe da Guinness della disinvoltura; impossibile che possa presentarsi così. Ma se per caso spuntasse un governo tecnico, o del presidente, finalizzato soltanto a fare la manovra, e a impedire che l' Italia cada in mano a una destra anomala, in quel caso sarebbe meno "scandaloso" sostenerlo insieme. Aggiungendo un po' di cani sciolti e pezzi di Forza Italia (dove l' immarcescibile Gianni Letta pare sia tornato in azione).

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

 

Gli emissari sono al lavoro, contatti giustificati nel nome dell' emergenza democratica. A nessuno è sfuggita una dichiarazione di Renzi che l' altra sera metteva le carte in tavola: «Non possiamo far aumentare l' Iva per lo sghiribizzo di Salvini». Gli ha fatto eco Casaleggio jr: «Non si gioca d' azzardo con la vita degli italiani». Sottinteso: bisogna agire. Come? Lo spiega la vecchia volpe Casini: «Costruendo in Parlamento un percorso diverso da quello ideato dalla Lega». Ne vedremo delle belle.

 

2. QUEI CONTATTI TRA RENZIANI E GRILLINI PER FERMARE LE URNE

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

toninelli renzi di maio air force renzi

Il nome dell' alternativa al voto anticipato ci sarebbe: governo costituzionale. Legato alla riforma che taglia i parlamentari. I segnali pure. Gira nelle chat che contano un promemoria delle scadenze economiche dell' Italia per presentare i conti all' Europa ed evitare l' aumento dell' Iva. Matteo Renzi, l' altra sera in Toscana, ha detto che prima del voto viene la messa in sicurezza del bilancio e perciò un nuovo esecutivo in carica almeno fino alla fine dell' anno. Inevitabilmente con il M5S, il nemico di sempre.

 

DI MAIO RENZI

Contatti, rigorosamente informali, sono in corso. Non è sfuggito poi nei Palazzi il dettagliato programma di un futuribile governo dettato da padre Francesco Occhetta, influentissimo gesuita che si è appellato al mondo cattolico su questi punti: Finanziaria, riduzione del numero di deputati e senatori e una legge proporzionale. È una chiamata alle armi contro quello che potrebbe diventare il nemico comune: Matteo Salvini.

 

Di Battista Di Maio Fico

In giro sono pochissimi quelli che scommetterebbero un euro sulla nascita di un altro esecutivo dopo Conte. La verità è che Salvini ha scelto i tempi giusti, ha portato a maturazione l' odio reciproco delle forze che dovrebbero unirsi contro di lui. Ma le cose possono cambiare in fretta e c' è tempo fino alla settimana che va dal 19 al 25 agosto.

 

luigi di maio roberto fico napoli

In quel periodo verrà calendarizzata al Senato la mozione di sfiducia della Lega contro il premier. Mancano dieci giorni e un fronte anti-voto sta prendendo corpo. Per mille motivi, diversi ma convergenti. C' è naturalmente chi vuole conservare la poltrona. Si guarda immediatamente alla pattuglia dei 5 stelle, nata sugli altari del 32 per cento, oggi ridotta alla cenere del 17 per cento delle Europee. Silvio Berlusconi ha minacciato Salvini: «Se vuoi un' alleanza devi dirmelo prima». Altrimenti i voti di Forza Italia sono a disposizione.

 

franceschini zingaretti

Nel Pd Dario Franceschini non fa mistero di preferire una soluzione che metta insieme dem e grillini per arginare il pericolo leghista. I renziani, che vedrebbero ridotta ai minimi termini la loro pattuglia in caso di voto, sono usciti ieri allo scoperto con Gianni Dal Moro che ha ricordato le date della manovra economica concludendo: «Prima gli italiani dei leghisti». Ossia: no alle urne. Lo stesso Renzi, del resto, ha detto che occorre evitare lo «sghiribizzo» di Salvini che rischia di portare all' aumento dell' Iva. Eppoi c' è un argomento principe: se conviene a Salvini votare perché dovrebbe convenire agli altri?

Zingaretti e Gentiloni

 

Non è un ragionamento su cui si può reggere una nuova maggioranza, ma è sufficiente per creare un' onda emotiva nella base dei partiti, dal Movimento 5 stelle al Pd, ai moderati di Forza Italia sulla base del pericolo vero tangibile di un Salvini pigliatutto, che governa da solo per 5 anni. Tra i grillini il meccanismo di sopravvivenza e di reazione al leader leghista si è messo in moto. Sotto traccia ma in maniera potente. Deputati e senatori hanno chiesto di essere ascoltati prima delle decisioni finali. Un M5S non dissidente come Steni Di Piazza ha lanciato l' idea di un esecutivo del «bene comune».

 

sergio mattarella luigi di maio

Luigi Di Maio, per ora, vede solo la strada elettorale: «Non esiste nulla e basta». Il segretario dem Nicola Zingaretti idem, e lo ha spiegato a chi gli consiglia prudenza: «Fare un altro governo per cosa? Per intestarsi una legge di bilancio durissima?».

 

Sono momenti difficili al Nazareno perché il dibattito è appena cominciato e le parole di Renzi hanno allarmato il leader. Franceschini ha chiamato Gentiloni per consigliare di pensarci bene prima di gridare «al voto al voto». Ci si son messi anche gli alleati di + Europa. «Se conviene a Salvini non conviene a noi», ha detto Marco Cappato. «Ho paura degli sviluppi putiniani», gli ha fatto eco Riccardo Magi. Il capogruppo dem al Senato, il renziano Marcucci, chiede che la mozione di sfiducia a Salvini sia messa in calendario insieme a quella a Conte. Sulla carta, un altro amo per un' intesa con il M5S.

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

 

Naturalmente, un difficilissimo nuovo governo andrebbe vestito con l' abito buono lasciando nell' armadio le motivazioni più basse tipo poltrona e ricandidature. Allora lo smoking è questo: un esecutivo che porti a compimento la riforma costituzionale che taglia di 345 il numero dei parlamentari. Riforma cara ai grillini, in calendario in aula agli inizi di settembre. Se la legislatura finisce prima, la legge finisce nel cestino. Piccolo problema: finora il Pd ha sempre votato no al testo del governo.

 

gianni letta e gianni de gennaro

Ma in cambio il Movimento potrebbe dare al Pd la legge elettorale proporzionale (e questo allungherebbe la vita dell' esecutivo). In mezzo, più importanti, ci sono le misure economiche. Con questo vestito elegante ci si potrebbe presentare a Sergio Mattarella con una maggioranza dettata dal «percorso costituzionale ». Tutta da costruire, in un clima sfavorevole. Ma c' è una certezza: dopo la sfiducia al Senato il capo dello Stato farà un giro di consultazioni. E il partito del non voto avrà un' altra finestra di tempo per riflettere.

 

 

3. IL GRANDE AZZARDO DI SALVINI MA ORA TEME "L' INCIUCIONE”

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI BY CARLI

Il Grande Sogno di Salvini è portare in Parlamento una maggioranza di fedelissimi e governare da solo. La scommessa potrebbe rivelarsi un grande azzardo perché ci sono delle variabili non ponderabili. A cominciare dal fatto che i suoi nemici, soprattutto i suoi ex alleati grillini con in testa Giuseppe Conte, venderanno cara la pelle.

 

E lui infatti sente puzza di bruciato, di manovre per fermare la sua corsa a tappe forzate alla conquista dei «pieni poteri». Avrebbe voluto che la mozione di sfiducia al governo Conte venisse votata tra lunedì e martedì per accelerare al massimo. Ma la sua richiesta è stato bocciata e così vede il pericolo che lungaggini di 15 giorni possano nascondere il tentativo di impedire la convocazione dei comizi elettorali per ottobre e la nascita di «governicchi tecnici» sostenuti da coloro che non vogliono andare a votare.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

 

Cioè tutti tranne lui e Giorgia Meloni. I capipartito di M5S, Pd e Forza Italia giurano che non faranno intrallazzi, ma la stragrande maggioranza dei loro parlamentari, che non vedranno più lo scranno e il sostanzioso stipendio nemmeno con il binocolo, non si lasceranno mettere nel forno come capponi tanto facilmente.

 

L' obiettivo di Salvini è votare il 13 ottobre, ma questa partita non è nelle sue mani e nemmeno quella di poter gestire la macchina elettorale come ministro dell' interno se Conte dovesse essere sfiduciato dal Senato. Ma la paura che Salvini ha subito messo in piazza, arrivando ieri mattina a Termoli, è l'«inciucione» tra M5S e Dem, il ribaltone, perché ha notato gli «stessi toni» tra Di Maio e Renzi. Ma mentre gli altri partiti frastornati e presi in contropiede cercano di riorganizzare le truppe sbandate, Salvini corre sulle spiagge d' Italia e ieri scherzando con uno dei suoi ha detto: «I Stelle vorrebbero prima votare il taglio dei parlamentari per allungare il sugo, ma nelle urne glieli taglio io i parlamentari».

MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI

 

E giù risate. Tenta il colpaccio della maggioranza assoluta. Per Berlusconi c' è già il cartellino rosso, espulso dal centrodestra a immagine e somiglianza di Salvini. «Se mi alleo con lui perdo la metà dei voti», sostiene il leghista che non ascolta l' appello fatto ieri dal Cavaliere di un accordo prima del voto. Per Meloni c' è più di qualche speranza: con lei il discorso delle alleanze è ancora tutto da impostare. «Nulla ancora è escluso», confidano ai piani alti del Carroccio.

 

Salvini deve fare due conti: quanti collegi uninominali potrebbe conquistare se dovesse fare una corsa solitaria con il suo simbolo "Salvini premier"? Perché di una lista Salvini si tratta e non di partito. «Gli italiani ormai votano il leader - spiegano nel Carroccio - e per noi Matteo è un valore aggiunto, che vale di più al Centro e al Sud dove dobbiamo arrivare attorno al 30 per cento in modo omogeneo da Roma a Trapani per superare il 40% a livello nazionale».

RENZI E BOSCHI

 

Questa è la strada di Salvini per diventare il dominus della politica italiana e il king maker del prossimo presidente della Repubblica. Dal sogno però potrebbe svegliarsi bruscamente come accadde a Renzi, che vinse le Europee con il 40%, si convinse di avere il Paese in pugno e commise l' azzardo di puntare tutto il suo capitale elettorale nel referendum sulla riforma costituzionale. Fallendo rovinosamente. Allora c' è chi nella Lega in queste ore ha consigliato prudenza. E così sicuro che da solo, senza Fratelli d' Italia e nemmeno Forza Italia, faccia il pieno di collegi uninominali? Infatti Salvini ieri ha fatto una mezza retromarcia.

 

«Non si è deciso se correremo da soli», ha detto a Termoli. L' avvertimento della Meloni è stato chiarissimo: «Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo. Non credo che Salvini vada da solo, non avrebbe molto senso rischiare di fare un altro governo con un gioco di palazzo».

MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI VICINI VICINI

 

Ma adesso per Salvini non è il momento di pensare alle alleanze. Deve sventare possibili sgambetti parlamentari. E lo fa dalle spiagge e dagli stabilimenti balneari, immergendosi tra elettori nuovi di zecca, passando ore a fare selfie che i fan si portano a casa come santini. Termoli, Peschici sul Gargano e Nola, vicino a Polignano. Da queste parti una volta Berlusconi mieteva voti

 

 

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