travaglio draghi 1

NON PROPRIO UN "FIGLIO DI PAPA'" - DRAGHI HA PERSO IL PADRE A 15 ANNI E LA MADRE QUATTRO ANNI PIU’ TARDI – IL RACCONTO DI SUPERMARIO: “RICORDO CHE A 16 ANNI, AL RIENTRO DA UNA VACANZA AL MARE CON UN AMICO, LUI POTEVA FARE QUELLO CHE VOLEVA, IO INVECE TROVAI A CASA AD ASPETTARMI UN CUMULO DI CORRISPONDENZA E DI BOLLETTE DA PAGARE” – LA FORMAZIONE DAI GESUITI, IL MIT DI BOSTON E IL LAVORO IN UNA SOCIETA’ INFORMATICA – "IL ’68? NON AVEVO GENITORI A CUI RIBELLARMI” – VIDEO

 

Federico Capurso per "la Stampa"

 

travaglio draghi

Difficile dire che la carriera di Mario Draghi sia stata favorita dalla sua famiglia. La salita, anzi, inizia quasi subito. La madre è farmacista, il padre lavora in Banca d'Italia, e questo gli evita di vivere un'infanzia segnata dal disastro economico dell'Italia del dopoguerra.

 

Cresce nel quartiere romano dell'Eur, tra i grandi viali alberati e i palazzi bianchi di travertino, simboli del razionalismo fascista, insieme al fratello Marcello e alla sorella Andreina, di poco più giovani di lui. E con loro, viene mandato a studiare già dalle elementari nel vicino istituto dei gesuiti Massimiliano Massimo, dove resterà fino al diploma.

travaglio draghi 1

 

Ben presto l'istituto gesuita diventa quasi una seconda casa e quell'ambiente lo aiuterà - per quanto possibile - a fronteggiare la perdita del padre a 15 anni e, quattro anni più tardi, quella della madre. «Il fatto di cui mio padre stesso era preoccupato - ricorda Draghi - era che lui fosse nato nel 1895. Ho avuto il privilegio di confrontarmi con una persona che veniva da una generazione lontana, ma non è durato a lungo».

mario draghi

 

I drammi Due avvenimenti dilanianti, eppure «i giovani sono così - prova a raccontarsi oggi Draghi, schermendosi -, reagiscono d'istinto alle avversità, e a quello che gli succede si oppongono senza bisogno di pensarci. Questa capacità li salva dalla depressione, anche in situazioni difficili».

 

mario draghi

 Perdere il padre in una famiglia degli anni Sessanta è una questione anche più seria di quanto non lo sia oggi. La zia aiuterà la madre con i fratelli più piccoli, ma la figura del capofamiglia è ancora un'istituzione legata indissolubilmente alla figura maschile. Sulle sue spalle gravano così responsabilità che stravolgono ogni spensieratezza e l'attuale premier ne offre un esempio, in uno dei rari scorci di quel dramma che la sua riservatezza non ha tenuto oscurato: «Ricordo che a sedici anni, al rientro da una vacanza al mare con un amico, lui poteva fare quello che voleva, io invece trovai a casa ad aspettarmi un cumulo di corrispondenza e di bollette da pagare». Ad aspettarlo una volta tornato dalle vacanze estive, ogni anno, c'è anche il preside dell'istituto Massimo, padre Franco Rozzi.

MARCO TRAVAGLIO E CHIARA GELONI

 

Una figura «di autorità indiscussa», come lo descrive lo stesso Draghi, a cui il futuro presidente della Bce si legherà con forza: «Erano anni in cui si passava molto tempo a scuola. Gli incontri con padre Rozzi erano frequenti, da quelli con contenuti prevalentemente disciplinari - purtroppo frequenti nel mio caso - a quelli in cui voleva essere informato dell'andamento scolastico». Il suo messaggio educativo, riconosce Draghi, «ha inciso in profondità. Diceva che la responsabilità di compiere al meglio il proprio dovere non è solo individuale, ma sociale; non solo terrena, ma spirituale».

 

marco travaglio festa articolo uno 1

Gli anni dello studio Ci sono anche i compagni di scuola, come Luca Cordero di Montezemolo che ne tratteggia un profilo da studente modello: «Non era mai spettinato, mai trasandato. Seduti nei banchi dietro il suo, noi cercavamo di trovare almeno un dettaglio fuori posto nei suoi capelli o nei vestiti, ma lui era sempre impeccabile e curatissimo». A Draghi, però, non piace la descrizione da secchione: «Non mi sono mai considerato il migliore. Andavo a scuola perché mi ci mandavano».

 

L'educazione gesuita segna la formazione di Draghi. L'insegnamento inculcato nelle ore di studio e di preghiera, che ancora oggi ricorda, è che «le cose andavano fatte al meglio delle proprie possibilità, che l'onestà era importante e soprattutto che tutti noi in qualche modo eravamo speciali. Non tanto perché andassimo al "Massimo", ma speciali come persone umane». Una volta uscito dall'istituto, si iscrive all'università La Sapienza. E la scelta della facoltà è semplice: «Quando da piccolo tornavo a casa da scuola, la sera, con mio padre parlavamo spesso di argomenti economici. Sapevo già cosa volevo studiare all'università».

 

MARCO TRAVAGLIO.

 In quegli anni, l'Italia è scossa dalle sollevazioni studentesche del '68. Draghi porta i capelli più lunghi di quanto non fossero al liceo, «ma non troppo», puntualizza lui tra il serio e il faceto. E comunque, aggiunge, «non avevo genitori a cui ribellarmi». Studia, invece, per laurearsi nel 1970 sotto la guida dell'economista keynesiano Federico Caffè con una tesi intitolata "Integrazione economica e variazioni dei tassi di cambio". Arrivano subito delle offerte di lavoro, ma dal legame con Caffè, che ne coglie le potenzialità, nasce l'opportunità di un dottorato negli Usa, su invito del professor Franco Modigliani, al prestigioso Mit di Boston, dove si trasferisce con la moglie.

mario draghi in conferenza stampa

 

Il problema è che la borsa di studio copre solo la retta e l'affitto: «Per fortuna però il Mit aiutava gli studenti con incarichi di insegnamento pagati - ricorda Draghi -. Più avanti, dopo la nascita di mia figlia, trovai lavoro in una società informatica a settanta chilometri da Boston». E da lì, solo da lì, la strada inizia a essere in discesa.

marco travaglio festa articolo uno marco travaglio chiara geloni festa articolo uno 2mario draghi in conferenza stampamarco travaglio festa articolo uno 3

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?