matteo salvini fabio massimo boniardi

NUOVA PUNTATA DELLA CACCIA AI 49 MILIONI DELLA LEGA: È STATA PERQUISITA LA TIPOGRAFIA DEL DEPUTATO FABIO MASSIMO BONIARDI, CHE SECONDO LA PROCURA DI GENOVA SAREBBE STATA UN VEICOLO USATO PER OPERAZIONI OCCULTE DEL PARTITO, MIRATE A SVUOTARE I CONTI E SCANSARE LE CONFISCHE – OTTO MESI FA AVEVA FERMATO I FINANZIERI ALLA PORTA GRAZIE ALL’IMMUNITÀ PARLAMENTARE, POI…

fabio massimo boniardi 1

Marco Grasso per “la Stampa”

 

La nuova puntata della caccia ai 49 milioni di euro della Lega è la conclusione di una perquisizione cominciata e interrotta otto mesi fa: lo scorso dicembre il deputato leghista Fabio Massimo Boniardi (non indagato) fermò la Guardia di Finanza sulla porta grazie all'immunità parlamentare, sostenendo di avere il domicilio nella tipografia al centro dell'operazione.

 

I militari ieri sono ritornati presso la sede della Boniardi Grafiche srl (posseduta al 25% del politico) con l'autorizzazione del Parlamento e questa volta hanno prelevato pc, materiale informatico e documenti. L'ipotesi della Procura di Genova è che la società fosse un veicolo usato per operazioni occulte dal Carroccio, nell'ambito di una più ampia strategia di svuotamento dei conti mirata a scansare le confische della magistratura.

 

roberto maroni attilio fontana matteo salvini

Al centro della vicenda c'è in particolare un pagamento di 450mila euro. I soldi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero parte dell'ormai noto gruzzolo accumulato in modo illecito dall'ex tesoriere Francesco Belsito. Da un conto ufficiale del partito presso la Banca Aletti, nei primi mesi del 2013 il denaro transita nelle casse dell'«Associazione Maroni presidente», impegnata nella campagna elettorale per le elezioni in Lombardia.

francesco belsito in tribunale 1

 

L'associazione, a sua volta, effettua alcuni pagamenti dello stesso ammontare per propaganda elettorale. I flussi confluirebbero sulla carta in due società satellite della Lega, la Nembo srl (nel frattempo cessata) e la Boniardi grafiche srl. L'ipotesi dei finanzieri, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto e dal pm Paola Calleri, è che le fatture mascherino in realtà operazioni inesistenti.

attilio fontana

 

A mettere i magistrati su questa strada è un ex candidato della stessa lista civica, Marco Tizzoni. È lui a confidare le sue perplessità sulla gestione finanziaria dell'associazione, che nel tempo cambia vari nomi, tra i quali «Lombardia in testa», «Lombardia speciale» e «Autonomia per Fontana presidente».

STEFANO CANDIANI

 

Messa ormai in liquidazione, in tutti questi passaggi ha sempre avuto lo stesso presidente: Stefano Bruno Galli, assessore regionale lombardo all'Autonomia e alla Cultura della giunta di Attilio Fontana, indagato per riciclaggio. Ma chi gestiva le entrate e uscite dell'associazione? Secondo l'ex tesoriere Luca Lepore, sentito dai pm genovesi, erano alcuni big leghisti, in particolare «i senatori Roberto Calderoli e Stefano Candiani» (non indagati), insieme al «presidente Stefano Bruno Galli»: «Io prendevo ordini - ha raccontato ai magistrati - loro dettavano la linea».

matteo salvini fabio massimo boniardi

 

La versione di Boniardi è la stessa di otto mesi fa: allora aveva spiegato di aver messo a disposizione tutta la documentazione richiesta e di essersi opposto al sequestro del computer perché sul pc teneva anche materiale legato alla sua attività di deputato. Il decreto di perquisizione, come accade sempre in casi simili, conferisce alla Finanza la delega di ricerca di tutto il materiale sui server e anche di eventuali tracce di cancellazione.

 

L'obiettivo dell'inchiesta è il recupero dei 49 milioni di euro, ottenuti indebitamente durante la gestione Bossi-Belsito. Quando i pm si presentarono per sequestrarli, nel settembre 2018, ne trovarono poco più di 3, mentre la Lega nel mentre ha stretto un accordo con la Procura per la restituzione del resto a rate, della durata di ottant' anni. Nel frattempo i magistrati hanno continuato a indagare sulla spoliazione delle casse del partito.

UMBERTO BOSSI E BELSITO

 

Una parte dei fondi sarebbe stata esportata in Lussemburgo attraverso la banca Sparkasse di Bolzano e rientrata in Italia attraverso una rete di scatole cinesi. L'altra tranche è quella che riguarda le operazioni dell'Associazione Maroni, su cui Roberto Maroni ha sempre spiegato di non aver mai avuto ruoli operativi.

fabio massimo boniardi 1fabio massimo boniardi sono le venti inchiesta sul tesoro della lega 5

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)