gianluigi paragone renzi boschi

IL PAESE COL FIATO SOSPESO: PARAGONE VOTERÀ LA MANOVRA O NO? - IL SENATORE CHE DOVEVA LASCIARE IL M5S INVECE STA SEMPRE LÌ E OGNI GIORNO MENA SUL MOVIMENTO DI CUI FA PARTE DA UN ANNO E MEZZO: ''DI GIUSEPPE CONTE COME LEADER DEL FUTURO NON MI FREGA UN CAZZO, AGLI ITALIANI NON FREGA UN CAZZO. E BASTA ALLEANZE COL PD''

 

 

Luca Telese per “la Verità

 

Gianluigi, quanto consideri drammatica da 1 a 10, la sconfitta dell' Umbria?

«Lascia perdere le tabelline».

 

Lo dici per eludere la domanda?

«Noooo! Lo dico perché la sconfitta purtroppo c' è stata e ci sta. Non mi ha sorpreso».

 

Non si poteva fare nulla?

gianluigi paragone si astiene dalla fiducia al conte bis 1

«Al contrario. È noto che io avrei preferito non allearmi con nessuno, se non altro per rivendicare le nostre battaglie sulla sanità».

 

Come leggi queste tante sconfitte? Ridimensionamento o declino?

«Sarebbe una catastrofe».

 

Per chi?

«Per una parte degli italiani che aveva guardato con fiducia al Movimento come a una speranza di riscatto e che ha ancora bisogno di un referente».

 

E perché dici che non potrebbero andare altrove?

«Se non c' è un contenitore capace di dare ascolto alle troppe disperazioni Italiane sarebbe un disastro peggiore».

 

Siete stati troppo nel palazzo?

«Queste sono chiacchiere».

Lo dici tu.

gianluigi paragone

«Nel palazzo ci siamo andati perché ci hanno mandato gli italiani. Non siamo abusivi».

 

Riformulo. Siete stati politicisti?

«No, dobbiamo essere più efficaci. Il Movimento è fatto di colori forti. Noi dobbiamo essere dei colori forti. Il color pastello è la bandiera del suicidio».

Gianluigi Paragone in questo momento rappresenta forse una delle anime più movimentiste del Movimento 5 stelle. Non ha votato la fiducia al governo giallorosso (e qui rivendica la scelta spiegandola), ha criticato Luigi Di Maio in tempi non sospetti (e adesso dice che non è più un problema) sostiene che l' unico modo per salvare il governo, dopo le ultime sconfitte elettorali, sia far fare un salto di radicalità al Movimento.

 

Continui a essere contrario al Conte Bis. L' alleanza va ripetuta in altre elezioni regionali?

«La mia risposta la conosci, è assolutamente no. Ma sai anche che questa non è la risposta della maggioranza del gruppo parlamentare del Movimento».

 

Tu perché sei contrario?

«Perché penso che il fronte riformista nell' immaginario di chi vota abbia tradito i lavoratori e i precari, i non garantiti. Se ti allei con lui smetti di essere referente di quegli elettori».

 

In Umbria è accaduto questo?

di battista paragone

«Sì, ma è acqua passata. In Emilia Romagna siamo punto a capo».

 

Cosa bisogna fare in Emilia Romagna, dove si vota già a gennaio?

«Bisognerebbe essere coerenti.

Se per tanti anni il Movimento 5 stelle ha detto che il Pd non è il modello vincente, è ovvio che non ti devi alleare con il Pd».

 

E dunque?

«O andiamo da soli o non stiamo interpretando bene il nostro ruolo nell' alleanza».

Se si perde in Emilia però cade il governo.

«E chi lo dice?».

Tutti, a partire da Matteo Salvini che batte sui vostri elettori come un martello.

«Salvini diceva anche che si doveva votare in agosto. Fa il suo mestiere, ma il nostro è un altro».

 

Ma sarebbe un segnale politico, una sconfitta, o no?

«Le regionali hanno un carattere politico, ma non perché dalle loro sorti dipende il governo».

 

 

Cioè?

paragone

«Il governo deve cambiare passo comunque».

 

Sei scontento della manovra?

«Mi pare una finanziaria di mero esercizio contabile dettata dal fatto che lo spazio di agibilità se non fai altro deficit è questo».

 

Tu lo faresti?

«Senza pensarci nemmeno un momento. Non abbiamo risorse e tempo infiniti».

 

Cosa ti piace e cosa no?

«Ci sono tanti pezzi di mini soluzioni che funzionano e tante che non funzionano. Ma il problema principale è che se questa manovra la metti in controluce un modello diverso non c' è».

 

La cosa più grave?

«Questa somma di mini tasse non mi piace».

 

 

 

E poi?

«Avrei voluto vedere un impegno più forte a difesa delle famiglie e dei consumatori».

Fai un esempio tecnico.

GIANLUIGI PARAGONE NICOLA MORRA

«Bisogna superare gli oneri di sistema sulle bollette del gas e della luce».

 

 

 

E poi?

«Non vedi premiate le scelte di sostenibilità nelle bollette. Se fai così il green new deal resta solo uno slogan. La rivoluzione verde deve iniziare dalle bollette, altrimenti sono solo chiacchiere».

Mettiamo che in Emilia Romagna il Movimento va da solo e poi Stefano Bonaccini vince da solo: voi siete nei guai perché sembrate irrilevanti.

«Io invece sono convinto che tu non cadi mai quando stai con la schiena dritta sulla coerenza dei tuoi valori».

Ma conta anche costruire le possibili vittorie.

«Noi abbiamo vinto perché avevano una proposta politica coerente e coraggiosa. Non perché garantivano quella che voi chiamate "governabilità"».

 

E se adesso fosse proprio questo che si chiede a voi?

«Ci si chiede di essere fedeli a quello che eravamo».

di maio e paragone

Vedi? Sei nostalgico del partito del vaffa.

«Al contrario: vorrei un Movimento che sia capace di porre un' alternativa di sistema. Declinandola in scelte di governo come quelle di cui ti ho parlato».

Quindi dovete governare.

«Noi dal governo dobbiamo consentire agli italiani che cadono di rimettersi in piedi e di ripartire. Se no siamo inutili».

 

Ma questa manovra la voti o no?

«Io ho già detto che non avrei votato la manovra di Giovanni Tria se non fosse stata al di sotto del 2,5%».

 

E quindi questa la voterai o no?

(Sorride) «Non lo so. Voglio vedere la versione finale. Io non ho votato la fiducia. Non dare per scontato che voterò la manovra».

C' è più spesa sociale, ci sono gli asili gratis...

«Da un governo con il Pd quello che ho visto è il minimo sindacale».

 

Volevi un braccio di ferro con l' Europa?

«Siamo ossequiosi verso Bruxelles quando Bruxelles si ciuccia trilioni di elusione fiscale».

 

Sei contro le misure anti evasori?

«Al contrario: condivido assolutamente il carcere per gli evasori».

 

Davvero?

«Non è colpa mia se in carcere ci sono solo lo zerovirgola dei colletti bianchi. Io non ho mai tollerato il crimine finanziario».

 

E le soglie di punibilità fissate da Alfonso Bonafede?

gianluigi paragone emilio carelli

«Giuste. L' evasione di necessità non comporta quegli importi. I margini indicati da Alfonso non comportano nessun abuso».

Ti vedo determinato sul tema.

«In America la prigione per chi non paga le tasse è la normalità».

 

Come spieghi la differenza?

«In Italia la norma fiscale non è mai certa. Deve finire il fatto che in alcuni casi i cittadini debbano provare di non essere colpevoli. Ma ci vorrà tempo, e bisogna iniziare da qualcosa».

 

 

Cioè?

«In America chi ruba rompe un patto sociale. Per questo gli evasori sono oggetto di odio».

 

Cosa si potrebbe fare subito?

«Ad esempio garantire le compensazioni fra crediti e tributi. E vigilare sui tribunali: le aste sono il luogo dove si scontrano la lotta per sopravvivere con la lotta per imporre lo sciacallaggio».

 

Giuseppe Conte è il futuro del Movimento, un alleato del Movimento, o un nuovo competitore?

(Risata crassa) «A me non me ne frega un cazzo di rispondere a questa domanda».

Però. Sei fine!

«Agli italiani non frega nulla. La penso come loro».

 

Durerà il governo oppure no?

«Per me non ci sono governi amici se non fanno il bene degli italiani. Nemmeno Tria lo stava facendo. Questo durerà solo se fa cose. Prima davamo una speranza».

 

gianluigi paragone

Quindi non ci riuscirete più?

«Dobbiamo».

 

Perché?

«Altrimenti questa rabbia si riverserà nelle strade. Ce n' e ancora tanta».

 

Gli arrabbiati voteranno Salvini?

«La Lega non può occupare tutto questo spazio. E questa inquietudine diffusa mi spaventa, perché può produrre qualsiasi esito».

 

Non si recuperano?

«Oggi il vento è a favore di Salvini è questo vento non lo puoi fermare con le mani».

 

Allora siete già condannati?

«No, solo che dobbiamo avere una prospettiva diversa. L' onda dello scontento non è finita. Arriva l' automazione, la sostituzione macchine-uomo. È questione di anni, mesi. Noi dobbiamo essere lì per proteggere i più deboli».

 

Il Pd è cambiato?

«Temo che il Pd di Nicola Zingaretti non sia ancora abbastanza diverso da quello di Matteo Renzi».

 

Cancelleresti la possibilità dei licenziamenti collettivi?

«Certo. Io rivorrei anche l' articolo 18!».

Ma anche il tuo Movimento non lo vuole.

«Se adesso sei dall' altra parte della metà del cielo - alleato della sinistra - dovresti correre incontro ai lavoratori».

gianluigi paragone 3

 

 

 

E poi?

«Tagliare il costo del lavoro. E non con le forbicine».

Ti dicono che ora non si può.

«Io invece mi pongo già il grande tema di domani».

 

Quale?

«Vuoi tassare i robot oppure no?».

 

E la Fiat, che cosa dice?

«La Fiat l' abbiamo pagata noi, due o tre volte».

 

Temi l' accordo con Peugeot?

«Un finanziare di nome Sergio Marchionne in questi anni ha fatto solo operazioni finanziarie. Adesso viene venduta».

 

Smette definitivamente di essere italiana?

«Fca non è più italiana da anni».

 

Che futuro vedi?

«Semplice. La Peugeot ha fatto una operazione industriale e la famiglia Agnelli ha fatto una operazione di cassa».

 

Cosa cambierà per noi?

«Fca è una multinazionale con sede in Olanda che ora si è sposata con una grande industria con sede in Francia. Il resto, l' italianità, sono favole che raccontano i giornali italiani agli italiani che ci credono ancora».

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...