hoekstra e rutte

PAESI BASSISSIMI - LA GUERRA DI POTERE OLANDESE TRA IL MINISTRO DELLE FINANZE, HOEKSTRA, E IL PREMIER RUTTE, TIENE IN OSTAGGIO L’EUROPA - HOEKSTRA (LE CUI PAROLE DI DISPREZZO VERSO IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO SONO STATE DEFINITE “RIPUGNANTI” DAL PREMIER PORTOGHESE COSTA) VUOLE CHE SIA L’ALLEATO-RIVALE RUTTE A METTERE LA FACCIA SU UN COMPROMESSO IMPOPOLARE IN UN PAESE DOVE L'ESTREMA DESTRA CONTA DUE PARTITI IN DOPPIA CIFRA (QUELLI DI BAUDET E DI GEERT WILDERS)…

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

hoekstra

 

Erano le cinque di mattina di ieri quando si è trovato da qualche parte nell' etere digitale un compromesso che andava bene a tutti. O quasi tutti nell'Eurogruppo, dopo 50 mila morti per Covid-19 in Europa in un mese. Si profilava un punto di equilibrio fra i ministri finanziari europei, un accordo sul quale poteva reggersi l'area euro presa nella morsa della peggiore catastrofe macroeconomica dalla guerra. Quel patto fra Nord e Sud, fra Paesi tutti traumatizzati, scossi, impauriti dalla pandemia serviva per salvare milioni di posti di lavoro o ricrearne, dopo che il coma indotto sulle imprese in tutta Europa avrà distrutto almeno 1.500 miliardi di euro di reddito in pochi mesi.

 

mark rutte giuseppe conte

A un certo punto nella notte Nadia Calviño, la ministra delle Finanze di Madrid era sbottata: «Il compromesso non sarà perfetto, ma andiamo avanti. Io in Spagna fra una settimana ho un milione di disoccupati in più». Poco prima dell'alba il suo collega Roberto Gualtieri era stato altrettanto concreto. Il ministro sa che a Roma la Lega e anche settori dei M5S avrebbero gridato allo scandalo per qualunque menzione del fondo salvataggi Mes nell' accordo europeo. Ma ha aperto: «Non chiederemo un prestito - ha detto Gualtieri -. Ma non vedo ragioni di bloccarlo, se altri Paesi lo vogliono usare».

HOEKSTRA E RUTTE

 

Del resto la bozza d'accordo aveva ciò che Italia, Spagna e Francia chiedono da settimane. Al punto quarto si parlava di un «Recovery Plan», un piano per la ripresa fondato su meccanismi «innovativi»: linguaggio in codice per segnalare che ci sarebbe stata emissione di debito europeo a sostegno della pubblica spesa degli Stati più colpiti dalla pandemia; le somme sarebbero da restituire a scadenze diverse in base alle esigenze dei vari Paesi. L'Italia per esempio punta a rimborsare fra trenta o cinquant'anni. In ogni caso in quella bozza d'accordo, ieri alle cinque di mattina, dell'eurobond c'era tutto meno la parola.

 

Wopke Hoekstra

La svolta era arrivata dodici ore prima, quando Bruno Le Maire aveva fatto rinviare l'avvio della riunione. In un'ora il ministro delle Finanze francese aveva chiuso l'accordo con il suo pari grado tedesco Olaf Scholz. Socialdemocratico, Scholz era stato consigliere economico di Gerhard Schröder, l'ex cancelliere che ieri sul Corriere ha aperto agli eurobond come strumento per reagire a questa recessione.

 

Del resto da giorni in Germania sta crescendo una corrente di Realpolitik a favore delle concessioni all'Europa del Sud: su Handelsblatt Thomas Enders, già top manager di Airbus, ha spiegato che la Germania non deve lasciare l'Italia nelle mani dei sovranisti antieuropei e dell'insidiosa carità di russi e cinesi, i quali «comprerebbero in profondità fra i fornitori dell'industria tedesca». Tutto era pronto dunque, ieri alle cinque di mattina.

 

HOEKSTRA E RUTTE

Tutto e tutti nell'Eurogruppo, meno Wopke Hoekstra. Quarantaquattro anni, ex manager di Shell e di McKinsey, Hoekstra è il ministro delle Finanze olandese le cui parole di disprezzo verso il sistema sanitario italiano giorni fa sono state definite «ripugnanti» dal premier portoghese António Costa.

 

Hoekstra, democristiano con l'ambizione di prendere il posto del premier liberale Mark Rutte, prima dell'Eurogruppo si era fatto assegnare dal suo parlamento il più impossibile dei mandati negoziali: zero concessioni. E a quello è rimasto fedele. Dalle cinque alle otto del mattino - quasi da solo, vagamente appoggiato dai colleghi di Austria e Finlandia - l'olandese ha insistito su condizioni politicamente impossibili da accettare per l'Italia: Matteo Salvini e l' ala sovranista di M5S non aspettavano altro per attaccare Gualtieri e Palazzo Chigi.

 

HOEKSTRA E RUTTE

L'idea di Hoekstra è che i prestiti del Mes debbano essere sottoposti a condizioni di vigilanza e di riforme, se i fondi vengono spesi per qualunque voce diversa dalla sanità. Ma questo è solo il pretesto tecnico. La sostanza è che il ministro delle Finanze dell' Aia cerca di spostare il negoziato al livello dei capi di Stato e di governo europei: lì sarebbe stato il suo alleato-rivale Rutte a dover accettare un compromesso impopolare in un Paese dove l' estrema destra conta ben due partiti in doppia cifra (quelli di Thierry Baudet e di Geert Wilders).

 

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

Così Hoekstra cerca di far fuori Rutte in Olanda prendendo in ostaggio l' Europa intera, dove intanto ogni giorno in migliaia muoiono e in centinaia di migliaia perdono il lavoro. Ma all' Eurogruppo Scholz, il ministro tedesco, non lo ha impedito. Non ha fatto sì che si firmasse il compromesso registrando il dissenso della sola Olanda. Quasi che al tramonto della stagione di Angela Merkel la leadership tedesca fosse ormai erosa. O che a Berlino facesse comodo nascondersi ancora dietro l' intransigenza altrui.

 

Del resto all' accordo che serve disperatamente a Italia e Spagna mancano ancora certi dettagli vitali: il fondo di garanzia del «Recovery Plan» dovrebbe poter raccogliere risorse sui mercati già in estate, prima che sia tardi. Vanno messi a punto gli strumenti e le quantità di emissioni necessarie, per centinaia di miliardi. L' Eurogruppo e i leader nazionali hanno coperto molte miglia in pochi giorni, ma a destinazione non ci sono ancora arrivati.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)