di maio sarti casalino

PERCHE' GIULIA SARTI NON E' ANCORA STATA ESPULSA, COME AVEVA ANNUNCIATO DI MAIO? PERCHE' SE SALTA LEI, SALTA ROCCO CASALINO - "IL GIORNALE" RIVELA: I VERTICI DEL M5S ERANO INFORMATI DEI PASTICCI SUI RIMBORSI GIA' DA UN ANNO, UN EX ATTIVISTA AVEVA DETTO TUTTO A CRIMI - MA LA SARTI E' STATA COMUNQUE PROMOSSA A CAPO DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA. PERCHE' LA DEPUTATA CHE AVEVA UN SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA IN CASA E' COSI' IMPORTANTE PER CASALEGGIO & FRIENDS? AH, SAPERLO...

GIULIA SARTI

Domenico Di Sanzo per "Il Giornale"

 

I vertici del M5s conoscevano già un anno fa il modo in cui la deputata Giulia Sarti e il suo ex collaboratore Bogdan Tibusche gestivano l`attività parlamentare e i soldi delle restituzioni? E nonostante questo hanno promosso la Sarti alla presidenza della Commissione Giustizia a Montecitorio? Due domande legittime che, come ricostruito anche dal Foglio il 14 marzo in un racconto molto simile, potrebbero trovare risposta nella testimonianza di un ex attivista del Movimento che ha conosciuto Bogdan «per motivi di lavoro».

 

giulia sarti andrea de girolamo

La fonte contatta il Giornale dopo aver letto il nostro articolo del 6 aprile scorso sull`espulsione annunciata e ancora non arrivata della parlamentare di Rimborsopoli. E ricostruisce un episodio precedente, in cui il M5s aveva minimizzato il modus operandi della Sarti e del tecnico informatico salernitano di origini rumene. La storia raccontata dall`ex attivista è molto dettagliata e risale al mese di aprile del 2018. All`epoca la «portavoce» era stata già coinvolta nello scandalo dei bonifici truccati, scoppiato a febbraio, ricandidata alle elezioni politiche del 4 marzo e non ancora nominata presidente della Commissione Giustizia alla Camera.

 

filippo roma rocco casalino

A quel punto l`ex attivista sostiene di «sapere dove sono i soldi spariti della Sarti». Poi dice di aver chiesto un incontro a Vito Crimi, allora senatore del M5s e attuale sottosegretario a Palazzo Chigi con delega all`editoria. Siamo alla fine di aprile e i due si sarebbero incontrati «due volte in un bar vicino al Senato».

 

L`attivista racconta di aver scoperto che «Tibusche ha avuto accesso a tutto quello su cui lavorava la Sarti, compresi documenti della Commissione Antimafia», il senatore avrebbe chiesto «di capire cosa ha in mano Tibusche». Quindi, prosegue la storia, «gli racconto tutto e Crimi mi dice che non sarà espulsa, ma che comunque non avrà incarichi importanti». Si concretizza la prima frase, infatti Sarti non viene espulsa e ancora oggi, dopo l`archiviazione di Bogdan e i proclami di Di Maio, fa parte del M5s. Mentre non si realizza la seconda promessa.

 

giulia sarti stefano vignaroli

Certamente Sarti non è rientrata nell`elenco dei ministri penta stellati, ma comunque gli è stata assegnata una poltrona di prestigio. In ossequio al suo lungo interesse per i temi giuridici, compresa la militanza nel Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino, e alle precedenti nomine della scorsa legislatura nelle commissioni Giustizia e Antimafia, conquista la carica di presidente della Commissione Giustizia a Montecitorio. Succede il 21 giugno del 2018, esattamente due mesi dopo gli incontri che racconta la nostra fonte con l`attuale sottosegretario Vito Crimi.

 

giulia sarti

Con lui, afferma, anche «i piani alti sapevano tutto». Nel frattempo le espulsioni, compresa quella della Sarti, all`inizio data per scontata, rimangono congelate fino a data da destinarsi. Paola Nugnes ed Elena Fattori, sottoposte a procedimento per non aver votato la fiducia al governo sul Decreto Sicurezza, continuano a «sparare sulla dirigenza» attraverso dichiarazioni e post su Facebook.

 

giulia sarti

E tra i parlamentari ex grillini che invece sono stati cacciati fuori dai gruppi parlamentari di Camera e Senato comincia a insinuarsi un dubbio, così esplicitato: «Tanto hanno deciso a tavolino che non espelleranno più nessuno». Forse la nuova offensiva nei confronti del Carroccio di Matteo Salvini ha bisogno di truppe parlamentari il più compatte possibili, e i dissidenti e la Sarti restano sospesi.

giulia sartiGIULIA SARTI giulia sarti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…