PIÙ CHE UNA MEMORIA, UN CONTENITORE DI “PIZZINI” – NELLA DIFESA DI GIOVANNI TOTI CI SONO MOLTI MESSAGGI IN CODICE, SOPRATTUTTO AL CENTRODESTRA: RICHIAMA PIÙ VOLTE LA “MAGGIORANZA CHE MI SOSTIENE” (TRADOTTO: SE VOLETE LE DIMISSIONI CHIEDETEMELE VOI) E ACCUSA L’OPPOSIZIONE PIDDINA DI ESSERE A SUA VOLTA COMPROMESSA CON SPINELLI – LA PRECISAZIONE AL VELENO SUI FRATELLI TESTA: “ME LI PRESENTARONO DUE ONOREVOLI, (ALESSANDRO) SORTE E (STEFANO) BENIGNI, CHE NE GARANTIVANO LE QUALITÀ PERSONALI…”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di M. Gra. per “il Fatto quotidiano”

 

giovanni toti mangia 10 giovanni toti mangia 10

Più che alla difesa di un indagato, assomiglia a un manifesto politico, basato su un “pensiero liberale”, che “vede nell’attività privata non già un fattore egoistico da contrastare, ma una risorsa”. Più che una strategia giudiziaria, sembra un contropiede comunicativo, destinato a prendersi la scena mediatica altrimenti riservata all’accusa […].

 

Ieri sera, a interrogatorio quasi concluso, dallo staff di Giovanni Toti trapela la memoria difensiva che il governatore ligure […] ha depositato alla Procura di Genova. Il testo viene anticipato e pubblicato integralmente, a incontro con i magistrati ancora in corso, dall’emittente locale Telenord. È la risposta più diretta a chi aveva ancora dubbi: Giovanni Toti non ha nessuna intenzione di dimettersi.

 

LA MEMORIA DIFENSIVA DI GIOVANNI TOTI SUL SITO DI TELENORD LA MEMORIA DIFENSIVA DI GIOVANNI TOTI SUL SITO DI TELENORD

Nel documento, Toti rivendica sostanzialmente da un punto politico le azioni che gli vengono contestate su un piano penale […]. approfitta dell’occasione per rimarcare “errori”, “carenze” e “interpretazioni maliziose” dei giudici”. Ma non sembrano i magistrati i veri obiettivi del messaggio.

 

A leggere tra le righe, si possono trovare tanti riferimenti che hanno le sembianze di avvertimenti. Nella sua autodifesa Toti richiama la “maggioranza che mi sostiene” (almeno fino a questo momento), allude a possibili compromissioni dell’opposizione (nel testo vengono citati gli incontri di Claudio Burlando con Aldo Spinelli, e quelli della Regione Liguria con il gruppo dell’ex parlamentare Pd Matteo Colaninno e con un’azienda rappresentata da Ariel Dello Strologo, candidato sindaco di Genova del centrosinistra).

 

Gianluigi Aponte, Paolo Signorini e Alfonso Lavarello Gianluigi Aponte, Paolo Signorini e Alfonso Lavarello

Ancora, Toti contesta la credibilità di alcuni personaggi che nell’inchiesta si oppongono ai progetti di quella che per i pm era la consorteria d’affari che teneva insieme Toti, Aldo Spinelli e il presidente dell’autorità Portuale Paolo Emilio Signorini: l’ex giornalista Giorgio Carozzi, che si opponeva al rinnovo trentennale del Terminal Rinfuse dato a Spinelli, viene definito “ondivago” e “contraddittorio”, uno che parla (di tangenti) più che altro “per sentito dire”;

 

PAOLO EMILIO SIGNORINI - GIOVANNI TOTI PAOLO EMILIO SIGNORINI - GIOVANNI TOTI

Rino Canavese, membro del Comitato portuale che vota contro la proroga, viene bollato come un “uomo dei Gavio”, dunque a libro paga della concorrenza di Spinelli. Ci sono inoltre alcuni passaggi che non riservano sconti per altri gruppi privati, come gli armatori Grimaldi (ritenuti più vicini alla Lega che a Toti) o Giulio Schenone, rappresentante del colosso Psa e definito “contiguo” a Burlando.

 

C’è infine una precisazione al veleno su come il governatore sarebbe entrato in contatto con i fratelli Testa, che secondo i magistrati sarebbero i procacciatori dei voti della comunità riesina, inquinati dalle infiltrazioni clan Cammarata: “Me li presentarono due onorevoli, (Alessandro) Sorte e (Stefano) Benigni, che ne garantivano le qualità personali”. Per inciso, due onorevoli di Forza Italia.

 

GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI

La lunga memoria a favore di media, è dunque soprattutto un avvertimento a coloro, soprattutto se alleati, che pensavano che l’interrogatorio sarebbe bastato a far calare il sipario sul destino politico di Toti. È come se il governatore, rievocando di essere stato prima un giornalista che un politico, avesse trovato un modo per comunicare all’esterno tutto ciò che non era ancora riuscito a dire.

Nella speranza che questo basti, almeno per il momento, a trasformare la sua vicenda giudiziaria in un caso politico, e a rinviare la resa dei conti che in un consiglio regionale paralizzato.

PAOLO EMILIO SIGNORINI PAOLO EMILIO SIGNORINI GIOVANNI TOTI IN AUTO IL GIORNO DELL INTERROGATORIO DAVANTI AI PM GIOVANNI TOTI IN AUTO IL GIORNO DELL INTERROGATORIO DAVANTI AI PM giovanni toti mangia 11 giovanni toti mangia 11 tamara musso e paolo emilio signorini partono per la vacanza insieme tamara musso e paolo emilio signorini partono per la vacanza insieme focaccia e amuchina per giovanni toti focaccia e amuchina per giovanni toti GIOVANNI TOTI - ALESSANDRO BOZZANO GIOVANNI TOTI - ALESSANDRO BOZZANO Matteo Cozzani giovanni toti Matteo Cozzani giovanni toti giovanni toti mangia 12 giovanni toti mangia 12 giovanni toti mangia 13 giovanni toti mangia 13 E IO PAGO - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA E IO PAGO - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

CRACK, ALLA FINE TUTTO CROLLERÀ (GIORGIA COMPRESA) - “MONTE DI PIETÀ”, LABIRINTICA E IMPIETOSA MOSTRA DELLO SVIZZERO CHRISTOPH BUCHEL ALLA FONDAZIONE PRADA DI VENEZIA, È UN PRECIPIZIO NELL’ABISSO DEL DENARO. LÀ DOVE COLLASSA LA NOSTRA PATOLOGICA COMPULSIONE DI ACCUMULARE TUTTO E DI PIÙ, TRA CELEBRITÀ DIVORATE DALLA POLVERE DELL OBLIO E STILISTI RIDOTTI A BARZELLETTA, LÀ, IN UN MONDO-PALUDE CHE HA SUCCHIATO TUTTO, TIZIANO E CANALETTO, “MERDA D’ARTISTA” DI MANZONI E LE TELE-VENDITE DI WANNA MARCHI, CARRI ARMATI E BORSETTE TAROCCATE PRADA, L’IMMAGINE CHIAMATA AD ACCOMPAGNARCI ALL’ULTIMA MINZIONE DELL’UMANITÀ, APPOGGIATA DAVANTI AL BAGNO, SOPRA UNA SCATOLA PRONTA PER ESSERE SPEDITA VIA, È LEI, GIORGIA DEI MIRACOLI CHE SORRIDE INCORNICIATA…

DAGOREPORT - FEDEZ E FABIO MARIA DAMATO OUT: MISSIONE COMPIUTA PER MARINA DI GUARDO! LA MAMMA DI CHIARA FERRAGNI IN QUESTI MESI HA RIPETUTO A CHIUNQUE CHE IL PANDORO-GATE E LE SUE CONSEGUENZE ERANO TUTTA COLPA DI FABIO MARIA DAMATO E DI FEDEZ. LA SIGNORA AGGIUNGEVA SOVENTE, CON IMBARAZZO DEGLI ASTANTI, CHE CHIARA AVREBBE DOVUTO SUBITO DIVORZIARE. E COSÌ SARÀ – D’ALTRONDE, CHIARA HA DATO DA VIVERE A TUTTA LA FAMIGLIA MATRIARCALE: DALL’IMPROVVISATA SCRITTRICE MARINA ALLE SORELLE INFLUENCER DI SECONDA FASCIA. DI COSA VIVREBBERO SE LA STELLA DI FAMIGLIA SMETTESSE DI BRILLARE?

DOVE ABBIAMO GIÀ VISTO LA VERSIONE SPECIALE DELLA FIAT 500 CON CUI GIORGIA MELONI È ARRIVATA SUL PRATO DI BORGO EGNAZIA? È UN MODELLO SPECIALE REALIZZATO DA LAPO ELKANN E BRANDIZZATO “GARAGE ITALIA”. LA PREMIER L’HA USATA MA HA RIMOSSO IL MARCHIO FIAT – A BORDO, INSIEME ALLA DUCETTA, L’INSEPARABILE PATRIZIA SCURTI E IL DI LEI MARITO, NONCHÉ CAPOSCORTA DELLA PREMIER – IL POST DI LAPO: “È UN PIACERE VEDERE IL NOSTRO PRIMO MINISTRO SULLA FIAT 500 SPIAGGINA GARAGE ITALIA DA ME CREATA...”

SCURTI, LA SCORTA DI GIORGIA - SEMPRE "A PROTEZIONE" DELLA MELONI, PATRIZIA SCURTI GIGANTEGGIA PERSINO AL G7 DOVE È...ADDETTA AL PENNARELLO - LA SEGRETARIA PERSONALE DELLA DUCETTA (LE DUE SI ASSOMIGLIANO SEMPRE DI PIU' NEI LINEAMENTI E NEL LOOK) ERA L’UNICA VICINA AL PALCO: AVEVA L'INGRATO COMPITO DI FAR FIRMARE A BIDEN & FRIENDS IL LOGO DEL SUMMIT - IL SOLO CHE LE HA RIVOLTO UN SALUTO, E NON L'HA SCAMBIATA PER UNA HOSTESS, È STATO QUEL GAGA'-COCCODE' DI EMMANUEL MACRON, E LEI HA RICAMBIATO GONGOLANDO – IL SELFIE DELLA DUCETTA CON I FOTOGRAFI: “VI TAGGO TUTTI E FAMO IL POST PIU'…” - VIDEO