UN POLITICO APRI & CHIUDI - SCANZI: ''OGNI GIORNO DOBBIAMO DIRCI ALLO SPECCHIO 'CHE CULO CHE A PALAZZO CHIGI OGGI NON CI SIA SALVINI. SIA BENEDETTO IL PAPEETE'' -  DELBECCHI: ''SALVINI VUOLE PREGARE IN CHIESA A PASQUA? SE NON LO HA CONVINTO FIORELLO, CI PENSA MANZONI''

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1 - IL SALVINI CHIUDI-TUTTO E LA GIRAVOLTA "CHIESE APERTE"

Nanni Delbecchi per il “Fatto quotidiano

 

SALVINI PREGA SALVINI PREGA

Matteo Salvini è un curioso personaggio. Prima vuol chiudere tutto, porti, centri di accoglienza, si mette lui stesso al volante della ruspa. Poi all' improvviso, cambia idea. Vuole aprire le chiese (quelle chiese con cui ha avuto contrasti per la smania di chiudere) per invocare "la protezione di Maria" dal coronavirus. Ma scusa, se vuoi pregare puoi farlo anche in bagno gli ha risposto Fiorello, e non si poteva dire meglio. Lui per primo ha dimostrato che si può pregare ovunque, live dalla D' Urso o sulla spiaggia con il mojito in una mano, il rosario nell' altra e le cubiste al posto dei chierichetti.

 

Ma forse a Salvini non interessa pregare; gli interessa farsi vedere quando prega, e che chi prega si faccia vedere. Allora, se non lo ha convinto Fiorello, potrebbe convincerlo Alessandro Manzoni; là dove, nei Promessi sposi, si narra della processione per le vie di Milano, per invocare la protezione di San Carlo dalla peste (la storia si ripete): "Ed ecco che il giorno seguente, mentre ancora regnava quella presuntuosa fiducia, anzi in molti una fanatica sicurezza che la processione dovesse aver troncato la febbre, le morti crebbero in ogni classe, in ogni parte della città, a un tal eccesso, con un salto così subitaneo, che non ci fu chi non ne vide la causa, o l' occasione, nella processione medesima".

 

MATTEO SALVINI PREGA IN CHIESA MATTEO SALVINI PREGA IN CHIESA

In quegli anni i milanesi non avevano né Fontana, né Gallera, né Burioni era ospite fisso a Che tempo che fa (o che fu), quindi per certi versi sono da scusare. Ma oggi?

 

 

2 - SLOGAN E SCEMENZE ALLO STATO BRADO DEL TIMORATO SALVINI

Andrea Scanzi per “il Fatto quotidiano

 

La prima frase che dovremmo dire al mattino, mentre ci guardiamo tutti stropicciati allo specchio, è questa: "Che culo a non avere adesso a Palazzo Chigi quello lì!". Sia dunque benedetto il Papeete, e con esso la prodigiosa gragnuola di mojito che hanno verosimilmente condotto il Cazzaro Verde a suicidarsi a inizio agosto. Non fosse stato per la sua pressoché totale assenza di talento, a quest' ora avremmo presidente del Consiglio l' uomo che sussurrava ai citofoni. E lo vedremmo, accompagnato da uno dei peggiori centrodestra del globo terracqueo, tutto garrulo nello scimmiottare Orbán tra le benedizioni estasiate dei Porro, Feltri, Maglie e Senaldi.

 

SALVINI PREGA SALVINI PREGA

Se l' uomo tende a dare il meglio di sé nella difficoltà, è anche vero il contrario: ovvero che, di fronte all' abisso, egli ci si consegna quasi compiaciuto. Il Salvini al tempo del Coronavirus è un compendio di tutto quel che un politico non dovrebbe dire o fare. E invece lo fa. E invece lo dice.

 

La sua narrazione è un parossismo di incongruenze allo stato brado: "Chiudiamo tutto" (21 febbraio), "Apriamo tutto" (27 febbraio), "Ho sempre detto che andava chiuso tutto" (adesso). Non meno che sublimi, poi, le sue "proposte" politiche.

 

matteo salvini balla al papeete matteo salvini balla al papeete

Straparla da anni di cuneo fiscale, poi però si è astenuto quando il governo l' altro giorno ha agito in tal senso. Orbán fa scempio della democrazia, ma a lui va bene così perché è stato eletto democraticamente e il Parlamento l' ha avallato secondo le regole (anche Mussolini cominciò così). Il governo trova 100 miliardi, e lui ne vuole 200; il governo ne trova 200, e lui ne vuole 500. Quasi che la sua competenza economica dipendesse dalle gare a Monopoli con Borghezio e Fedriga alla Sagra del Rutto di Calolziocorte. Propone l' ennesimo condono, che non c' entra nulla. Propone i buoni di guerra, che non c' entrano nulla.

matteo salvini mojito al papeete matteo salvini mojito al papeete

 

Propone il "semestre bianco", così poi gli stipendi di medici e infermieri li paga lui. Delira di "un foglio che basta compilare in Svizzera per avere 500 mila franchi", e ovviamente la Svizzera lo smentisce. Bombarda l' Inps. Poi, sabato, l' apice del suo seviziare ostinatamente il buon senso: riaprire le Chiese a Pasqua.

 

Di fronte a un' attonita Maria Latella, lo statista della polenta taragna ha esalato: "Non vedo l' ora che la scienza e anche il buon Dio, perché la scienza da sola non basta, sconfiggano questo mostro per tornare a uscire. Ci avviciniamo alla Santa Pasqua e occorre anche la protezione del cuore immacolato di Maria". Dentro queste parole c' è di tutto, ed è un tutto che strazia. C' è l' insensatezza di proporre un' uscita che, per quanto controllata, esporrebbe milioni di italiani al contagio.

ANDREA SCANZI - IL CAZZARO VERDE ANDREA SCANZI - IL CAZZARO VERDE

 

C' è l' idea scaramantica di religione (non basta la scienza, serve anche la preghiera).

C' è l' idea "ricattatoria" del credo (una sorta di "prego, quindi ne trarrò un vantaggio immediato"). E c' è l' ostentazione, si spera sincera, della simbologia religiosa (l' evergreen "cuore immacolato di Maria"). Se Salvini è sincero, e non voglio dubitarne, deve essere rimasto al Medioevo perdendosi passaggi appena fondamentali nell' evoluzione umana tipo l' illuminismo.

 

Se non è sincero, e mi rifiuto di pensarlo, dietro queste esternazioni c' è il desiderio di alimentare la propaganda persino di questi tempi. E con questi mezzi.

salvini renzi salvini renzi

L' altro giorno, nei sondaggi, Renzi era franato all' 1,9 per cento e Salvini al 26,2 per cento. Sempre tanto, ma pur sempre una slavina rispetto ai fasti agostani. Gli italiani, ora più che mai, di tutto han voglia fuorché di polemiche a casaccio e incantatori stanchi di serpenti stremati. L' hanno capito tutti. Tranne i due Matteo.

ANDREA SCANZI ANDREA SCANZI

 

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