potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 5

LA PRIVACY POTETE ANCHE BUTTARLA NEL CANALE - VENEZIA DIVENTA LA PRIMA "SMART CITY" D'ITALIA GRAZIE A UN SISTEMA CHE SEMBRA UNA PUNTATA DI "BLACK MIRROR": UNA FITTA RETE DI TELECAMERE, CELLE TELEFONICHE, SENSORI E ANTENNE TRASMETTERÀ ESATTAMENTE QUANTE PERSONE CI SONO IN CITTÀ, DA DOVE SONO ARRIVATE E, GRAZIE AI PREFISSI TELEFONICI, QUAL È IL LORO PAESE DI PROVENIENZA - IL SINDACO ASSICURA CHE I DATI SONO PROTETTI, MA AI CITTADINI QUESTO "GRANDE FRATELLO" NON PIACE...

Laura Berlinghieri per "La Stampa"

 

potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 7

Una città in grado di tenere sotto controllo costante tutto ciò che accade, grazie a una fitta rete di telecamere, celle telefoniche, sensori e antenne, a centinaia, che dialogano tramando tessuti tenuti in piedi dall'intelligenza artificiale.

 

Un occhio del Grande Fratello che vigila sulla città, sempre. «I dati non dormono mai» è lo slogan coniato da Paolo Bettio, amministratore unico di Venis Spa, società mente e braccio del cervellone.

 

potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 6

Sembra un ossimoro, perché questa realtà degna di una puntata di "Black Mirror" è Venezia, diventata la prima "smart city" d'Italia. Il cervellone che riceve, registra ed elabora i dati si trova sull'isola del Tronchetto: è la Smart control room del Comune di Venezia, inaugurata poco più di un anno fa.

 

È stata realizzata da Tim e da Olivetti, la digital factory del gruppo, in collaborazione con il Comune e Venis Spa. Qui viene trasmesso quanto arriva dal centro storico, attraverso la registrazione dei dati aggregati provenienti dai numeri di cellulare che si agganciano alle centinaia di celle telefoniche presenti in città.

 

potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 5

«Tramite questo sistema, sappiamo esattamente quante persone ci sono a Venezia, da dove sono arrivate e, grazie ai prefissi telefonici, qual è il loro Paese di provenienza» spiega il vicesindaco Andrea Tomaello.

 

Il passaggio successivo è il dialogo tra Comune, forze dell'ordine, aziende di trasporto locale e di raccolta rifiuti, pronte ad agire quando necessario: deviando il traffico, individuando assembramenti o intervenendo in prima persona.

 

potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 3

Anche perché intanto le quasi 500 telecamere sparse in tutta la città registrano e trasmettono le immagini al cervellone, che proietta i video degli snodi più importanti sui maxi schermi della centrale operativa.

 

Un occhio del Grande Fratello che vigila costantemente sulla città e sui suoi cittadini, che guardano alla torre di controllo con una certa perplessità, chiedendosi se questo continuo, enorme passaggio di dati non leda la loro privacy.

 

potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 4

Dal Comune si affrettano ad assicurare che il meccanismo si basa su un sistema di dati aggregati, che non consente di risalire al nome e al volto dietro il numero di telefono. Ma le perplessità restano.

 

Il progetto è stato finanziato con oltre 5 milioni provenienti dai fondi europei del Pon Metro, con risorse del Comune e rientra in un piano più generale di quasi 20 milioni. È stato pensato per ragioni di sicurezza: «Qui confluiscono dati relativi al numero delle persone in città, alle barche nei canali, ai passaggi dei mezzi pubblici, al controllo dei flussi turistici, alle previsioni meteo e alla situazione dei parcheggi. Questo ci consente di monitorare in tempo reale le informazioni dal territorio, intervenire con velocità e tenere un filo diretto con i cittadini» spiegava un anno fa il sindaco Luigi Brugnaro.

 

potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 2

Tutto questo, si diceva, conduce a enormi discussioni sul tema della privacy. Una questione che ha fatto il giro del mondo, suscitando persino la curiosità del New York Times, che proprio a questa Venezia orwelliana ha dedicato un articolo.

 

Il Comune smentisce le ipotesi più suggestive: niente facial recognition, né 5G. Anche se quest'ultimo potrebbe essere uno dei prossimi orizzonti: lo ha detto Bettio di Venis. Ma le idee per il futuro, in realtà, sono molteplici: l'installazione di nuove telecamere, sottoscrizioni con i privati per accedere anche alle loro e, soprattutto, l'utilizzo del sistema per la gestione dei flussi.

 

potenziato il sistema di video sorveglianza a venezia 1

Lo dice il Comune stesso, pensando al turismo del 2022, quando dovrebbero entrare in funzione i tornelli, che renderanno Venezia la prima città al mondo con ingresso contingentato, a pagamento e su prenotazione.

 

«Io non ho problemi se il Comune registra i flussi, perché sono sicuro che i gestori telefonici non comunicherebbero mai i nomi dei titolari dei numeri di cellulare. Ma se combiniamo questo all'installazione dei tornelli, allora la situazione si capovolge. Potrebbe significare che il Comune, abbinando le celle telefoniche ai tornelli, sarà in grado di risalire ai singoli individui, e questo non mi sta assolutamente bene» sostiene Marco Gasparinetti, consigliere comunale di opposizione e avvocato. La guerra con il futuro è aperta.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…