tony blair bill clinton jean luc melenchon

PROLETARI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI: SI È CHIUSA LA TERZA VIA – LUCIA ANNUNZIATA GUARDA AL SUCCESSO DI MELENCHON E VEDE LA DISFATTA DELLA SINISTRA ELITARIA E MAGGIORITARIA DEGLI ULTIMI VENT’ANNI: "LA GLOBALIZZAZIONE SI È INCHIODATA, E LE CRISI DEL CAPITALISMO HANNO CAMBIATO LA NARRAZIONE SUL FUTURO. BLAIR E CLINTON HANNO CONCLUSO LE LORO CARRIERE CON MESTI ADDII. LASCIANDOSI ALLE SPALLE UNA DEVASTANTE CRISI DI RAPPRESENTANZA. SI RIPRESENTA UNA NUOVA RICHIESTA, ALTRI PROFILI SOCIALI, COME QUELLI EVIDENTI NEL VOTO A MÉLENCHON. ELETTORI CHE VOTANO PER LO SCONTENTO, PIÙ CHE PER QUALCOSA…”

Lucia Annunziata per “La Stampa”

 

lucia annunziata foto di bacco

Per chi non lo conoscesse bene, visto che è appena (ri)salito alla ribalta nazionale, il modo migliore per trovare subito Jean-Luc Mélenchon, JLM, nelle foto dei risultati elettorali delle politiche francesi, è quello di guardare le giacche dei protagonisti.

 

Se ne trovate una che va larga, cade dalle spalle a mantello, o pare una tunica, o una casacca col colletto largo, state tranquilli lo avete trovato. Inizio con questa nota un piccolo commento sul leader della sinistra unita in Francia, perché l'abbigliamento di Mélenchon è da tempo una sua, probabilmente involontaria, firma politica — e il risultato si vede nella sera delle elezioni in contra-sto con il suo (vero) avversario, il presidente Macron.

 

jean luc melenchon ballottaggio elezioni legislative

Da una parte un uomo di corporatura adeguata alla sua età, che porta sulle spalle con noncuranza «qualcosa per pre-sentarsi in pubblico, basta che sia pulita», nodo della cravatta largo sotto un colletto sbottonato.

 

Dall’altra un uomo asciutto, con un vestito calzato a guanto. È in senso più largo la sinistra “arrangiata” contro la sinistra degli impeccabili: e visti i risultati elettorali, non è forse troppo dire che in una società politica schiava della comunicazione, ci sono poche immagini che meglio ci raccontano la caduta del mondo delle élite di sinistra, come questo superamento del sartoriale.

 

IL VIAGGIO IN UCRAINA DI DRAGHI, MACRON E SCHOLZ BY OSHO

Fatto è che, in questo scorcio di anni Venti del secolo, avanza sulle scene un giro di leader politici che, con suprema indifferenza, ripeto forse senza neanche volerlo, abbracciano di nuovo le stigmate di una condizione proletaria. Quelle stesse che da anni la sinistra lavora a cancellare da sé stessa, nella permanente ricerca di trasformarsi nella classe dirigente (o almeno concepita come tale) attraverso alta scolarizzazione, alto reddito, e una immagine più da “Grand commis”, o tecnico che si vuol dire, che da politico.

 

emmanuel macron voto per le elezioni legislative

Gli esempi di un cambiamento di passo sono nella cronaca. In Germania torna alla guida del governo, dopo 16 anni, un socialdemocratico, Olaf Scholz di buoni studi (giurisprudenza), e ottimo curriculum (sindaco di Amburgo, e segretario generale Spd con cancelliere Gerhard Schröder), che ha avuto un successo elettorale che pochi avevano previsto, proprio per le sue caratteristiche di quieto, pragmatico, uomo qualunque.

 

olaf scholz gerard schroder.

Con lui ritorna in campo l’estetica della Germania di una laboriosa a classe media, un po’ (tanto) ingrugnata. Ma dietro la vittoria c’è il suo programma di ricostruire un rapporto con quella classe operaia messa sotto pressione dalle ripetute crisi in corso.

 

In Inghilterra il Labour è guidato da un altro avvocato. Solido, silente, nessun vezzo, Keir Rodney Starmer, che porta il nome del primo leader del partito laburista James Keir Hardie (uno scozzese venuto alla luce nel 1856 in una casetta di due stanze), nasce a Londra a Southwark nel 1962, secondo di 4 figli di una infermiera e un artigiano che costruiva utensili. E viene educato in una buona università grazie a una borsa di studio per merito.

 

tony blair bill clinton madeleine albright

E ora in Francia, il Mélenchon di cui abbiamo parlato, nato e cresciuto a Tangeri, in Marocco, da una famiglia di pieds-noir, i francesi d’Algeria, con tre nonni spagnoli e la quarta algerina di origini siciliane, non è forse un caso che molti dei voti che ha galvanizzato siano proprio dei lavoratori delle ex colonie.

 

Mélenchon è da anni sempre sé stesso, e da anni descritto come l’ultimo dei mohicani degli anni Sessanta, si è intestato tuttavia il grande sogno di rifondazione politica della sinistra antagonista al progetto politico macroniano, immaginato nella prestigiosa scuola École nationale d’administration (Ena), e portato avanti con grandi discorsi, grandi promesse e una frenesia sempre più sottolineata dalle recenti e successive crisi europee.

CLINTON BLAIR

 

Come si vede, quella che inizia come una annotazione di abbigliamento, si rivela in realtà una storia di status e di approccio politico. Nei nuovi (non per età) uomini della sinistra si presenta sulla scena politica una rottura con una storia che la sinistra maggioritaria degli ultimi decenni ha così bene interpretato.

 

È la sinistra degli anni Ottanta capitanata da Bill Clinton e Tony Blair, quando al vecchio mondo delle classi venne sostituito (in anticipo nel mondo anglosassone) dalla rivoluzione della modernità del sapere tecnologica. Nulla di errato. Anzi.

 

jean luc melenchon emmanuel macron

Clinton e Blair venivano a loro volta da tradizionali famiglie (Clinton dal “White trash”, i poveri bianchi statunitensi; Blair dalla classe media britannica) da cui a lungo la sinistra ha formato i propri leader. Ma il profilo che i due portarono in politica era quello di una nuova classe dirigente educata nelle migliori università del mondo, connessa in una rete globale di uomini e donne con altrettante chiare stelle di merito.

 

A metà di quegli anni Ottanta, furono i capostipiti di una sinistra che voleva lasciarsi alle spalle l’idea di società legata alle vecchie classi, alle vecchie dinamiche della produzione, per intercettare il cambiamento – le nuove tecnologie, il nuovo capitalismo, il mondo globale.

 

EMMANUEL MACRON MATTEO RENZI

Furono infatti i due primi leader di sinistra a smantellare lo Stato Sociale in nome di una società che, con il proprio dinamismo economico e tecnologico, sostituisse il sostegno statale con lo stimolo di un nuovo modo di produrre. I due ebbero a lungo ragione – i loro mandati politici furono sostenuti da una crescita e da un salto economico senza precedenti.

 

La globalizzazione fu il loro “Ticket-to-ride”, e con sé trascinarono una nuova leva di leader: Schröder in Germania, in parte i francesi Lionel Jospin e poi François Hollande, e in Italia molti uomini ex Pci. È il tempo della adesione al liberismo senza limite, che negli anni portò poi a tante autocritiche.

jean luc melenchon dopo il voto per le elezioni legislative

 

La globalizzazione oggi si è inchiodata, e le crisi del capitalismo dal 2008 hanno cambiato la narrazione sul futuro. Blair, Clinton e molti altri leader di allora, hanno concluso le loro carriere con mesti addii. Lasciandosi alle spalle una devastante crisi di rappresentanza.

 

Eppure, la politica non si ferma mai. Nella crisi si ripresenta una nuova richiesta, altri profili sociali, come quelli evidenti nel voto a Mélenchon. Elettori che votano per lo scontento, più che per qualcosa. In cerca di nuovi leader.

Ultimi Dagoreport

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! - SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBOANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...