cina artico

PER UN PUGNO DI GHIACCIO SCIOLTO – IL RISCALDAMENTO GLOBALE STA SCIOGLIENDO L’ARTICO. E GIÀ È SCATTATA LA BATTAGLIA PER LA CONQUISTA DELLE TERRE EMERSE E DELLA ACQUE DIVENTATE NAVIGABILI, PREZIOSE SIA DAL PUNTO COMMERCIALE CHE MILITARE – LA RUSSIA VUOLE APPROFITTARE DEL SUO VANTAGGIO GEOGRAFICO, GLI STATI UNITI SONO IN RITARDO MENTRE LA CINA PUNTA A CREARE UNA “VIA DELLA SETE POLARE”...

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per www.repubblica.it

 

guerra per l'artico

La battaglia è cominciata e gli Stati Uniti sono già in ritardo, titola il sito “Politico”. Non si riferisce però all’Ucraina, dove anzi la catastrofe strategica di Putin si rivela ogni giorno sempre più sorprendente, ma all’Artico, nuovo centro dell’attenzione per lo scontro fra potenze vecchie, nuove ed emergenti.

 

Il riscaldamento globale infatti lo sta rendendo sempre più accessibile, tanto dal punto di vista commerciale, quanto da quello militare, e la Russia vuole approfittare del suo vantaggio geografico per bilanciare l’inadeguatezza dimostrata sugli altri fronti della sfida geopolitica globale lanciata dalle autocrazie contro le democrazie. […]

 

[…] I mutamenti climatici, che hanno accelerato lo scioglimento dei ghiacci, squagliando quelli che coprono il mare Artico al ritmo del 13% ogni decennio. Di questo passo ne sarà completamente libero entro l’estate del 2035, secondo gli esperti sentiti dal National Geographic. Ciò vuol dire che la “Northern Sea Route”, o “Transpolar Sea Route”, diventerà facilmente accessibile per i cargo, il trasporto di energia, e magari il turismo.

 

artico

Lo stesso discorso vale anche per le forze armate, che potranno muoversi e stabilirsi nella regione più facilmente. L’altra faccia della medaglia è che lo scioglimento del permafrost renderà inabitabili i pochi centri urbani esistenti, ma anche le basi militari, rendendo necessari interventi per ripararle o spostarle.

 

L’ultimo fattore di cambiamento è la guerra in Ucraina, che sta praticamente portando alla rinuncia dell’energia russa da parte dell’Europa. Ma siccome finora gas e petrolio prodotti da Mosca in queste regioni salpavano in larga parte verso il Vecchio continente, adesso il Cremlino sarà costretto a riorientare l’intero traffico verso Oriente, Cina e India in particolare, ammesso e non concesso che abbia le risorse economiche per farlo, e la possibilità di piazzare sui nuovi mercati tutto quello che vendeva ai vecchi. […]

 

artico petrolio

La Cina vorrebbe lanciare la sua “Polar Silk Road”, la Via della seta polare, ma la Russia da una parte ha bisogno dei suoi finanziamenti, e dall’altra non vuole finire nella “trappola del debito” di Pechino. Le importazioni di gas russo liquefatto verso la Repubblica popolare sono aumentate del 50%, però fra le consegne fatte nel 2020 solo 33 sono andate in Asia, contro le 250 in Europa. Tra 2016 e 2019, secondo “The Diplomat”, 570 cargo sono salpati dai porti russi dell’Artico verso l’Europa, contro 124 andati in Asia.

 

artico russia petrolio

Dunque il divario da colmare resta enorme, ma in qualche modo andrà affrontato, perché il 10% del pil di Mosca e il 20% delle sue esportazioni vengono dalle regioni artiche. A questi interessi economici ovviamente ne corrispondono altrettanti strategici, tanto per proteggere le rotte di navigazione, quanto per imporre il dominio su una regione che sta diventando accessibile come mai prima.

 

Gli equilibri nella zona sono regolati dall’Arctic Council, ma da quando Putin ha invaso l’Ucraina i sette membri occidentali, ossia Usa, Canada, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Islanda, hanno praticamente interrotto i contatti con la Russia. Che viste le difficoltà incontrate contro Kiev, sta utilizzando pure questo fronte per cercare di creare distrazioni ed imporre una qualche forma di superiorità, allo scopo di bilanciare le debolezze messe in mostra altrove.

artico russia petrolio

 

A gennaio, per esempio, un cavo sottomarino per le comunicazioni tra le isole Svalbard e la Norvegia è stato tranciato. Le autorità di Oslo hanno determinato che il danno era stato provocato da qualche strumento di fattura umana, e hanno fermato l’unica nave presente in zona al momento dell’incidente, un peschereccio russo. Però l’inchiesta non è riuscita a dimostrare la sua responsabilità e quindi equipaggio e imbarcazione sono stati rilasciati. [...]

 

Il vantaggio russo

artico

La potenziale sfida bellica è ormai evidente, ma il problema è che Mosca ha un vantaggio accumulato dalla Guerra fredda. Nella zona incrocia la sua Seconda Flotta, con i sottomarini atomici, e di recente ha condotto esercitazioni nucleari. Nell’Artico russo vivono 2,4 milioni di abitanti, ossia la metà della popolazione totale dell’intera regione, dove il Cremlino controlla il 53% delle coste. Ogni anno 18.000 persone vanno via, ma tre quarti del bilancio della difesa sono indirizzati all’espansione militare in questa area, tanto che negli ultimi otto anni Mosca ha riaperto o ammodernato circa 50 basi dell’epoca della Guerra Fredda.

 

scioglimento ghiacci artico 9

Gli Usa invece hanno cinque basi in Alaska e una in Groenlandia, la Thule Air Base. Gli americani possiedono due navi rompighiaccio e il Canada 18, contro le 50 dei russi. Qualcosa però si sta muovendo a Washington, perché il dipartimento di Stato ha appena rilasciato la nuova National Strategy for the Arctic Region. In Alaska il Congresso ha finanziato la costruzione di un porto in acque profonde a Nome, ne sta considerando un altro a Barrow, e medita di riaprire la base di Adak dei tempi della Guerra fredda. La sfida è cominciata ed è destinata solo ad accelerare.

scioglimento ghiacci artico 6scioglimento ghiacci artico 5scioglimento ghiacci artico 7scioglimento ghiacci artico 8

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…