licia ronzulli marta fascina silvio berlusconi

QUALCUNO RIPORTI BERLUSCONI ALLA REALTA’ – RINTRONATO DA SALVINI, RONZULLI E MARTA FASCINA, IL CAV VUOLE CANDIDARSI AL SENATO, MAGARI DIVENTARNE PRESIDENTE, PROMETTE LE PENSIONI A MILLE EURO E LA PIANTUMAZIONE DI UN MILIONE DI ALBERI (COL DETTAGLIO CHE NEL PNRR È GIÀ CONTEMPLATA LA MESSA A DIMORA DI 6 MILIONI DI PIANTE) – PANARARI: “UN BERLUSCONI ANTI-AGING. SOLO CHE AL POSTO DELLA TERRA PROMESSA SIAMO IN UNA TERRA DESOLATA, SOCIALMENTE E FINANZIARIAMENTE, E AD ACCELERARNE LA DESERTIFICAZIONE È STATA PROPRIO LA SCIAGURATA E IRRESPONSABILE DECISIONE DI STACCARE LA SPINA A DRAGHI”

 

Articoli correlati

DAGOREPORT - COME MAI BERLUSCONI HA DECISO DI LASCIAR NAUFRAGARE IL GOVERNO DRAGHI?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimiliano Panarari per “la Stampa”

 

salvini berlusconi

C'era una volta (seppure un po' a singhiozzo e a geometrie alquanto variabili) una Forza Italia moderata, liberalconservatrice - ma con sprazzi di apertura sui diritti civili - ed europeista. Ecco, c'era una volta, e non c'è più, definitivamente. Come mostrano le uscite eccellenti di queste giornate e i drammi personali di figure che avevano contribuito alla sua fondazione, credendo che costituisse comunque la finestra di opportunità per dare vita a una destra liberale in Italia (che continua invariabilmente a confermarsi più simile a un incrocio fra una chimera e l'araba fenice che a una realtà effettuale).

matteo salvini silvio berlusconi

 

Mentre è sempre in campo, eterno ritorno indistinguibile dall'assenza di soluzione di continuità, lui: Silvio Berlusconi, già dominus indiscusso del centrodestra che, da qualche anno, si è compiutamente convertito in destracentro a trazione populista, e teatro delle aspre liti di condominio per la successione tra i suoi un tempo junior partner Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Con la presidente di Fratelli d'Italia - già lasciata in solitudine all'opposizione, e attualmente col vento in poppa dei sondaggi - il sempiterno leader di Forza Italia si è infine incontrato a pranzo nelle scorse ore.

 

berlusconi al compleanno di licia ronzulli

E ha dichiarato la sua intenzione di candidarsi al Senato, con il desiderio sussurrato a bassa voce di poter concludere la sua carriera di Highlander accomodandosi sullo scranno più alto, e l'aspirazione manifesta di prendersi la rivincita sulla giornata dell'ira funesta del 23 novembre 2013, quando la Camera alta votò la sua decadenza dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset. Obiettivi per il cui conseguimento l'uomo che ha inaugurato la Seconda Repubblica ha scelto di assecondare la «mutazione genetica» (come l'ha definita un deluso e furente Renato Brunetta) della sua creatura politica, pianificata all'interno del femminile cerchio magico filosalviniano.

 

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

E di dismettere i panni del responsabile uomo delle istituzioni e dell'interlocutore riabilitato dal Partito popolare europeo per tramutarsi in uno dei principali congiurati del draghicidio. Perciò risulta di grande interesse leggere il colloquio di ieri con Massimo Giannini, nel quale il capo di Fi si è prodotto nelle sue «Berlusconarie», un tentativo di riscrittura della storia della congiura antiDraghi per accreditarsi come suo difensore nonostante l'evidenza dei fatti (e la flagranza di reato). E a dispetto del timore, molto malcelato (e decisamente infondato), di ritrovarsi un giorno l'ex banchiere centrale quale potenziale competitor nel segmento di mercato politico moderato.

 

silvio berlusconi bacia marta fascina

Il voto anticipato rappresenta, altresì, un'iniezione di Gerovital per colui che, alla metà degli anni Novanta del secolo scorso, ha introdotto in Europa il paradigma del partito personale e in Italia le pratiche e gli strumenti della campagna elettorale permanente. E che del populismo postmoderno è stato il padre putativo, anche se - una differenza non di poco conto rispetto alla stagione odierna - si trattava di una sua versione ottimistica, quella dell'uomo col sole in fronte e della terra promessa a portata di mano. Mentre dagli anni della Grande recessione in poi - per non parlare di quello che si prospetta già dall'autunno caldo del nostro scontento dietro l'angolo -, il populismo si è fatto nettamente regressivo, reattivo e rabbioso, e ha bandito le speranze (irrealizzabili e irrealizzate) dentro le quali Silvio l'illusionista aveva cullato tanti cittadini-elettori.

ANTONIO TAJANI - SILVIO BERLUSCONI - MARTA FASCINA

 

Le passioni tristi, come le chiamava Spinoza, hanno preso così il sopravvento insieme ai rancori, relegando un po' in soffitta il berlusconismo. Sempre pensiero magico, beninteso, ma cupo anziché solare e ciarliero. Memore, sulla scorta dei risultati calcistici del Monza, della massima per cui «squadra che vince non si cambia», l'ennesima discesa in campo del «Bba» (Berlusconi back again) avviene così a suon di annunci miracolistici.

 

silvio berlusconi marta fascina a monza

E della prospettiva di un'Italia di nuovo terra promessa con pensioni elevate "almeno" a mille euro per 13 mensilità, «la pensione alle nostre mamme, che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa». Come pure dell'impegno alla piantumazione ogni anno di un milione di alberi - col dettaglio non esattamente trascurabile che nel Pnrr è già contemplata la messa a dimora di 6 milioni di piante.

 

Un colpo (elettoralistico) al cerchio e uno alla botte: pantere grigie e generazione Greta. Un Berlusconi anti-aging e "ritornante" da par suo, dunque. Soltanto che al posto della terra promessa ci stiamo inoltrando sempre di più in una eliotiana terra desolata, socialmente e finanziariamente, e ad accelerarne vieppiù la desertificazione è stata proprio la sciagurata e irresponsabile decisione di staccare la spina a Draghi. «Il centrodestra sono io», ha detto l'ultraottuagenario ex pluripremier al direttore di questo giornale.

 

berlusconi marta fascina

Peccato, però, per l'appunto, che il centrodestra come cultura politica di riferimento non ci sia più. Puf!, volatilizzata. E che il centrodestra cosiddetto di governo abbia fornito il contributo decisivo proprio per buttare giù il governo. Sulle sue fondamenta è cresciuto nel frattempo, e ora si è irreversibilmente consolidato, il destradestra-centro, la Casa delle libertà delle destre populiste. Ma anche del perdurare, dietro i sorrisi e la riconciliazione propiziata dai sondaggi, dei litigi e dei machiavelli, almeno fino a quando verrà stabilita con precisione a prova di bomba la metodologia di investitura del possibile inquilino (o inquilina) di palazzo Chigi.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)