pignoramento conto corrente conte gualtieri

IN QUESTO WEEKEND TUTTI I CERVELLONI EUROPEI IN FIBRILLAZIONE PER INVENTARSI UN CORONABOND MA SENZA CHIAMARLO CORONABOND. SI FA LARGO L’IDEA DI COINVOLGERE LA BEI - L’AMBIGUO ARTICOLO DI DRAGHI STA TERREMOTANDO LA POLITICA ITALIANA. A PARTIRE DALLA NOMINA DI DOMENICO ARCURI. A SEGUIRE LA VOLONTÀ PRO-TROIKA DI GUALTIERI. E MENTRE L’ESPLOSIONE SOCIALE È ALLE PORTE, GUALTIERI NON APRE ANCORA IL RUBINETTO. ATTENDE IL VIA LIBERA DI BRUXELLES...

DAGOREPORT

 

MARIO DRAGHI.

E così, anziché un contributo importante per sciogliere i nodi dell’Italia con l’Europa oltranzista del Nord, l’articolo di Mario Draghi sul “Financial Times”, sta terremotando la politica italiana. Il suo ambiguo slogan “bisogna fare debito” senza dire come - a carico dei singoli stati, ed è subito troika, oppure a gravare sul bilancio dell’Unione Europea? - e senza mai pronunciare la parola magica, Eurobond, ha ringalluzzito i due Matteo che ci hanno con la solita furbizia speculato sopra. 

 

Ha ragione l’economista Giulio Sapelli: “Il Mario Draghi del “bisogna fare debito” è un gioco di specchi e c'ero caduto anch'io. Ho pensato che dietro ci fossero gli americani che hanno sempre sponsorizzato Draghi. Poi ho notato: il presidente della Bundesbank Jens Weidman tace, la Frankfurter Allgemeine tace, da Le Monde e Le Figaro niente siluri. Allora ho capito che Draghi parlava per i tedeschi. E infatti Angela Merkel ha preso tempo per cambiare politica”.

draghi merkel

 

Essì, perché il “facciamo debito” sul nostro bilancio comporta due cose: lo spread che va alle stelle da una parte, e dall’altra meno gettito fiscale, dato che il Pil sarà inferiore. Secondo gli analisti, se l’economia ripartirà a luglio, il deficit finirà a un mostruoso 6%.

 

A questo punto nella maggioranza, i malumori (eufemismo) deflagrano. A partire dalla nomina a commissario straordinario della Protezione Civile di Domenico Arcuri, nomina ha fatto arricciare il naso al 90% dei piddini – in pratica l’hanno voluta solo Conte e LeU (grazie ai rapporti tra Arcuri e D’Alema). Le regioni lo accusano di non saper gestire la situazione, mascherine e ventilatori. Ma ieri Conte ha voluto che fosse Arcuri, e non il vice di Borrelli (quanto dura l’influenza?), a comunicare il bollettino dell’ecatombe. 

 

PAOLO GENTILONI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI

Poi è esploso il caso Gualtieri. Il ministro dell’Economia è tra l’incudine della sua amata Bruxelles e il martello della politica italiana. Non solo i 5stelle, anche una parte del Pd (da Franceschini alla sinistra dem), davanti alla volontà pro-Troika di Gualtieri di accettare il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) con “condizionalità minime” (ciao core), si è schierata contro e a favore di Conte: si fa la fine della Grecia. A fianco del ministro, solo Zinga e Bettini.

roberto gualtieri

 

Oggi sul “Fatto”, Marco Palombi scrive sullo scontro in atto tra Conte e Gualtieri: “Nasce allora il cambio di rotta del premier e il conflitto col suo ministro Gualtieri: Palazzo Chigi, a quel punto, prima ha provato a sparigliare con la lettera in cui nove Paesi (Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo) chiedevano una qualche forma di eurobond contro la crisi da Covid-19, poi - visto il no piuttosto duro di Berlino & C. è passato allo scontro duro.

 

Conte, videoconferenza europea

"Se qualcuno pensa all'uso di meccanismi di protezione elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, l' Italia non ne ha bisogno". Parole rivolte ai leader europei che, però, parlano anche al suo ministro dell' Economia (che non le ha gradite) e a quel pezzo di establishment (e di Pd) che vuol dichiarare la resa prima che sia iniziata la guerra”.

Conte, videoconferenza europea

 

Non è finita: mentre l’esplosione sociale è alle porte, per non “disturbare” gli euroburocrati, Gualtieri non ha ancora aperto il rubinetto degli aiuti. Attende il via libera di Bruxelles. Pare che il 2 aprile firmi il provvedimento “Cura Italia” da 50 miliardi. “Ma a causa del blocco di gran parte delle attività produttive potrebbero non bastare, scrive Alberto Gentili sul Messaggero. 

antonio misiani

 

E continua: “Gualtieri e il viceministro Antonio Misiani, raccontano, non hanno comunque nascosto i timori per la sostenibilità del debito sui mercati. “Nelle vostre proposte tenete conto della compatibilità finanziaria”, ha raccomandato Gualtieri, “e per favore evitate di avanzare soluzioni come non far pagare le tasse a tutti, perché come faremmo poi a dare gli stipendi ai medici, agli infermieri...?!”. Chiara l'allusione alla proposta di Salvini. Ma è forte la spinta, anche di Pd e 5Stelle, a non limitare le risorse con cui fronteggiare l'emergenza. “Si metta il necessario per sostenere lavoro e famiglie, siamo minacciati dalla pandemia, non da conti in disordine”, dicono i dem Andrea Orlando e Graziano Delrio”, conclude Gentile.

merkel macron conte

 

Tolta la pochette, Conte ha lavorato bene alla famigerata videoconferenza dei premier europei. Ha avuto conciliaboli con Macron ed è stato il presidente francese, oltre a Mattarella, a suggerire di rompere e sfanculare la bozza capestro. Al suo fianco il premier spagnolo Sanchez ma soprattutto il primo ministro portoghese, Antonio Costa, non ha usato mezzi termini contro ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra: “Un discorso ripugnante che può rappresentare una minaccia per il futuro dell’Unione europea”. 

ursula von der leyen con marito e sette figli

 

In questo weekend tutti i cervelloni europei sono in fibrillazione per inventarsi un Coronabond ma senza chiamarlo Coronabond. Si fa largo l’idea di coinvolgere la Banca Europea degli investimenti (BEI) che potrebbe emettere titoli di debito, ma dopo un aumento di capitale stratosferico. Il presidente Werner Hoyer e il vicepresidente italiano della BEI Dario Scannapieco sono impegnati a fare le colombe. 

charles michel ursula von der leyen david sassoli christine lagarde come le ragazze di porta venezia

 

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e Davide Sassoli, presidente dell’europarlamento, stanno mediando con i falchi del Nord. Mentre Ursola von der Leyen, anche lei favorevole agli Eurobond, è in stretto contatto con il gabinetto della Merkel. Come si dice, la speranza è l’ultima a morire.

 

antonio costa 1

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?