franco gabrielli lamberto giannini

QUI LO DIGOS E QUI LO NEGO – LA NOMINA DI LAMBERTO GIANNINI COME CAPO DELLA POLIZIA È LA VITTORIA DI GABRIELLI E DELLA CONTINUITÀ – DALLA GAVETTA NELLA DIGOS DI ROMA FINO AI VERTICI DELL’ANTITERRORISMO E DELLA POLIZIA DI PREVENZIONE, CON I GRADI DI PREFETTO, GIANNINI È L’EREDE NATURALE DI GABRIELLI PER FORMAZIONE, CULTURA E AMICIZIA PERSONALE...

LAMBERTO GIANNINI

1 – LA FIDUCIA DI GABRIELLI E UNA SUCCESSIONE PREPARATA NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Due mesi fa, quando il capo della polizia Franco Gabrielli l'ha chiamato al suo fianco come capo-segreteria del Dipartimento della Pubblica sicurezza, Lamberto Giannini non riusciva a nascondere un po' di malinconia; non era facile lasciare una strada percorsa tutta all'interno della «polizia politica»: dalla gavetta nella Digos di Roma fino ai vertici dell'Antiterrorismo e della Polizia di prevenzione, con i gradi di prefetto.

 

SERGIO MATTARELLA FRANCO GABRIELLI

Un lavoro divenuto passione, e viceversa. Si trattava però di una deviazione finalizzata a ulteriori traguardi, pensata e voluta dallo stesso Gabrielli per preparare una successione che ha avuto una brusca accelerata dopo che Draghi l'ha scelto come sottosegretario con delega ai servizi segreti.

 

La nomina ratificata ieri dal Consiglio dei ministri, su proposta della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, proprio perché «anticipata» e per certi versi imprevista, segna in maniera ancora più marcata la continuità tra il passato e il futuro. Perché anche Gabrielli ha nel suo Dna le Digos e l'antiterrorismo, dove ha colto i maggiori successi da investigatore e dirigente; e il suo erede è sempre stato uno dei suoi principali collaboratori: prima alla Questura di Roma e poi durante la guida dell'istituzione.

LAMBERTO GIANNINI

 

A 57 anni compiuti, Lamberto Giannini non è il più giovane capo della polizia, ma la faccia da ragazzo e la voglia di essere sempre in strada insieme ai suoi uomini (o nella boscaglia, come quando nel settembre scorso si precipitò a Poggio Catino per vedere di persona un vecchio archivio-arsenale delle Brigate rosse sepolto da decenni e appena dissotterrato) possono dare questa impressione.

 

FRANCO GABRIELLI LUCIANA LAMORGESE

Come i due figli che ancora vanno alle elementari e all'asilo, avuti dalla moglie funzionaria di polizia, e il tifo accanito per la Roma. Un investigatore abituato a vestire anche i panni del mediatore, come quando si presentava in piazza - giacca e cravatta in mezzo ai caschi e agli scudi dei Reparti mobili - per trattare con i dimostranti e cercare di evitare disordini (o di evitarne troppi) nelle manifestazioni più difficili.

 

MARIO DRAGHI ALLA CAMERA

Con la complicata missione di garantire il diritto alla protesta e al tempo stesso scongiurare violenze. Compito che ha svolto per anni nella capitale, e successivamente su scala nazionale, con il trasferimento alla Prevenzione: antiterrorismo e controllo dell'ordine pubblico, compresi i più recenti problemi legati alle tensioni sociali scaturite dall'emergenza coronavirus.

 

La continuità tra Giannini e il suo predecessore ricalca quella che ha caratterizzato la guida della polizia in un'altra epoca, quella degli investigatori cresciuti alla scuola delle Squadre mobili: da Fernando Masone a Gianni De Gennaro, da Antonio Manganelli ad Alessandro Pansa.

 

FRANCO GABRIELLI LAMBERTO GIANNINI

Dal 2016, con Gabrielli (primo capo «figlio» della smilitarizzazione del Corpo, arruolato dopo la riforma) si è passati alla direzione affidata agli uomini delle Digos, e adesso si prosegue con Giannini. Mentre Gabrielli ha assunto un incarico che, nelle intenzioni del premier Draghi, non si limita ai servizi segreti ma si estende ai problemi più generali della sicurezza.

 

Una sorta di delega «allargata» foriera di qualche perplessità nella titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, preoccupata che qualcuno potesse considerare sminuito il proprio ruolo, o addirittura «commissariato».

 

GIANNI DE GENNARO ANTONIO MANGANELLI

Sospetti allontanati, nel suo discorso di commiato, dallo stesso neo-sottosegretario che aveva predisposto la successione: «Il sistema vede nella figura del ministro dell'Interno l'unica autorità nazionale di pubblica sicurezza, che in questo ruolo così fondamentale si avvale di un'amministrazione che a livello centrale è incarnata nel Dipartimento della pubblica sicurezza».

 

Guidato dal capo della polizia, certo, ma soprattutto da «un prefetto della Repubblica» che in quelle vesti non serve il Corpo di appartenenza bensì l'istituzione che, a livello politico, fa capo al ministro dell'Interno. Dunque funzioni e competenze restano chiare e ben definite. Anche dopo la scelta del nuovo vertice tecnico che ha messo fine a una settimana di transizione in cui erano circolati altri nomi di possibili candidati. Altrettanto qualificati, ma non così legati alla gestione precedente.

 

 

franco gabrielli fabrizio curcio 1

2 – LA POLIZIA A GIANNINI IL CACCIATORE DI TERRORISTI DALLE NUOVE BR ALL'ISIS

Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

Lamberto Giannini è il nuovo capo della Polizia. Lo ha deciso ieri il Consiglio dei ministri, scegliendolo come successore di Franco Gabrielli, nuovo sottosegretario alla Presidenza con delega ai Servizi. Una scelta di continuità, preferita dal premier Mario Draghi rispetto a nomi - come per esempio quelli di Vittorio Rizzi e Maria Luisa Pellizzari che il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese aveva messo sul tavolo.

Lamberto Giannini

 

Giannini è l' erede naturale di Gabrielli, per formazione, cultura e anche amicizia personale. Esiste un vocabolario comune e soprattutto una certa maniera di intendere la Polizia. Una cultura democratica di un poliziotto di scuola Digos, legatissimo ai suoi uomini, abituato a un pensiero lungo ma in grado anche di decidere interventi in tempi brevissimi, convinto che la "strada" si possa governare soltanto studiandola, interpretandola e capendone le ragioni.

 

ANTONIO MANGANELLI GIANNI DE GENNARO

Per Giannini parla la sua storia. È stato il poliziotto italiano più coinvolto nella lotta al terrorismo negli ultimi 20 anni. Prima quello interno, poi quello internazionale. Alla Digos di Roma - ufficio dove ha lavorato prima proprio accanto a Gabrielli e che poi ha guidato fino al 2015 - ha indagato e arrestato i vertici delle Nuove brigate rosse, Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, responsabili degli omicidi di Massimo D' Antona e Marco Biagi.

 

Ha arrestato personalmente alcuni di quei brigatisti che avevano in mente di creare una nuova struttura e stagione del terrore in Italia, cercando e scoprendo il loro covo dove era conservato tutto l' archivio.

 

gabrielli lamorgese

A Roma ha compreso per primo e colpito i pericoli della nuova destra xenofoba, neofascista, che non era folklore, ma un pericolo per la democrazia.

E ha unito i puntini che collegavano le curve violente degli stadi, l' estremismo politico e la criminalità organizzata. D' altronde il calcio è una delle grandi passioni del nuovo capo della Polizia: romano e romanista, devoto di Francesco Totti, di cui ha la maglia numero 10 incorniciata nella stanza.

 

Nel 2015 Giannini lascia la questura di Roma perché viene nominato capo del Servizio antiterrorismo. È la stagione dell' Isis, con la strage del Bataclan che arriva dopo l' attacco del Charlie Hebdo. Giannini si trova a guidare la prevenzione italiana dopo che nel 2005, a Roma, si era già occupato di terrorismo internazionale arrestando uno dei terroristi della metropolitana di Londra, che si nascondeva in un appartamento a Torpignattara.

 

franco gabrielli foto di bacco

E contro l' Isis mette in campo tutto il suo metodo nella lotta alle Brigate rosse e alla criminalità: controllo capillare del territorio, in modo da poter prevenire ogni possibile attacco.

 

Analisi degli strumenti tecnici e normativi, di cui si occupa anche in un libro scritto con l' allora procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti. A Milano i suoi uomini intercettano un albanese che aveva acquistato una pistola, ed era pronto a colpire. A Bari scoprono i viaggi di uno dei killer del Bataclan e, analizzando i documenti di viaggio, arrestano i fiancheggiatori che erano pronti a colpire in Italia. L' Europa è sotto attacco - Berlino, Manchester - ma il nostro Paese sembra essere immune.

franco gabrielli fabrizio curcio

 

Come mai, fu chiesto a un magistrato di primissima fascia? «I motivi sono tre - rispose - La fortuna. Il non avere un nucleo radicato di seconde e terze generazioni. E la capacità dei nostri servizi di prevenzione, che stanno applicando al contrasto al terrorismo lo stesso metodo utilizzato con criminalità organizzata e terrorismo interno». Lamberto Giannini è il motivo numero tre.

 

FRANCO GABRIELLI LUCIANA LAMORGESE

Nel gennaio dello scorso anno è stato nominato Capo segreteria del Dipartimento di pubblica sicurezza. Ed è il presidente del Casa, il Comitato di Analisi strategica antiterrorismo. In estate aveva detto:«L' Isis strumentalizza la crisi sanitaria: il virus è un soldato di Allah». Probabilmente il nuovo capo della Polizia ricomincerà da qui.

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”