"IL GOVERNO ITALIANO NON HA FATTO UNA BELLA FIGURA, È IMMOBILE. CHIEDERÒ UNA MANO AL QUIRINALE” – ROBERTO SALIS, PADRE DI ILARIA, LA 39ENNE IN CARCERE DA 13 MESI IN UNGHERIA, RANDELLA FORTE IL MINISTRO NORDIO DOPO IL NO DEI GIUDICI UNGHERESI AI DOMICILIARI PER LA FIGLIA: "ABBIAMO SEGUITO LE INDICAZIONI DEL MINISTRO, CI HA ACCUSATO DI AVER PERSO TEMPO... ED ECCOCI QUI” – "LE CATENE ALLE CAVIGLIE E AI POLSI DI ILARIA? SONO UNA DECISIONE DEL GOVERNO UNGHERESE. NON DIPENDONO DAL GIUDICE, MA DIRETTAMENTE DAL POTERE ESECUTIVO"

-

Condividi questo articolo


1. INTERVISTA A ROBERTO SALIS, PADRE DI ILARIA: “CHIEDERÒ AIUTO AL PRESIDENTE MATTARELLA, DAI MINISTRI SOLO BUGIE”

 

Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per “La Repubblica”

 

ROBERTO E ILARIA SALIS ROBERTO E ILARIA SALIS

«Il governo italiano è immobile. A questo punto chiederò una mano al Quirinale». C’è amarezza nella parole di Roberto Salis, il padre di Ilaria, che lascia l’aula del tribunale di Budapest subito dopo la decisione del giudice.

 

Cosa rimprovera all’esecutivo?

«I nostri ministri non hanno fatto bella figura, dovrebbero fare un esame di coscienza».

 

Perché?

«Nordio ha detto che era colpa nostra se Ilaria non era fuori dal carcere, che abbiamo perso un anno a non chiedere i domiciliari in Ungheria. Ora abbiamo avuto la prova che era una fandonia. E la conferma che il motivo per cui al tempo non avevamo avanzato la richiesta dei domiciliari a Budapest era fondato».

 

Ragioni di sicurezza?

ROBERTO E ILARIA SALIS ROBERTO E ILARIA SALIS

«All’ingresso del tribunale l’avvocato italiano di mia figlia è stato aggredito dai neonazisti».

 

Cosa si aspetta ora?

«Che qualcuno chieda scusa o prenda dei provvedimenti. Oggi non ho ricevuto nemmeno una chiamata dalle istituzioni italiane. Al processo c’erano 7 parlamentari, nessuno di maggioranza».

 

Il ministro Tajani ha detto che “il caso non va politicizzato”.

«Non c’è da politicizzare o meno, questo è già un processo politico. Ci sentiamo dire che il governo italiano non può interferire sui giudici di Budapest ma la scelta di portare mia figlia in aula in catene non dipende dalla magistratura ma dal ministero di Giustizia ungherese, in barba alle norme europee e allo stato di diritto. Il governo italiano può e deve fare in modo che una nostra cittadina non venga trattata come un cane». […]

ILARIA SALIS IN CATENE IN TRIBUNALE ILARIA SALIS IN CATENE IN TRIBUNALE

 

Il suo coimputato, Gabriele Marchesi, invece è libero.

«Sotto il potere giudiziario qualcuno si preoccupa delle difficoltà di un cittadino italiano, sotto l’esecutivo il risultato è completamente diverso».

 

Cosa pensa dell’idea nel Pd di candidare sua figlia alle Europee?

«Non abbiamo preso in considerazione questa ipotesi, siamo concentrati su altro, devo tirare mia figlia fuori di lì». […]

 

2. ROBERTO SALIS "ILARIA PUNITA PERCHÉ DONNA E ANTIFASCISTA È STATA TRATTATA ANCORA COME UN CANE" "

Estratto dell’articolo di Niccolò Zancan per “La Stampa”

 

ROBERTO SALIS - PADRE DI ILARIA SALIS ROBERTO SALIS - PADRE DI ILARIA SALIS

[…] Cosa vi siete detti in aula con sua figlia?

«C'erano troppi microfoni accesi. Era impossibile parlare liberamente. È molto delusa.

Molto provata. Si aspettava un'evoluzione diversa».

 

Come giudica quelle catene ancora alle caviglie e ai polsi di Ilaria?

«Sono una decisione strategica del governo ungherese. Non dipendono dal giudice, ma direttamente dal potere esecutivo. Hanno stabilito che per loro è giusto così. Volevano dare una prova di forza sul fatto che loro se ne infischiano delle regole europee e dello stato di diritto».

ILARIA SALIS IN CATENE IN TRIBUNALE ILARIA SALIS IN CATENE IN TRIBUNALE

 

E il governo italiano?

«Il nostro governo non ha fatto una bella figura. Perché abbiamo seguito esattamente le indicazioni del ministro Nordio, il quale ci ha accusato di aver perso tempo dietro alla richiesta di arresti domiciliari in Italia. Dovevamo chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria, era quella la strada corretta da seguire. […]».

 

Nel concreto cosa significa?

«Spero che ci sia una protesta contro l'immobilismo del governo italiano».

 

Lei non voleva che succedesse, ma adesso lo può dire: il caso Salis è un caso politico?

«È evidente. Mia figlia in questo in Paese è colpevole per tre motivi specifici. È una donna.

Non è un ungherese. Ed è antifascista. La combinazione dei tre fattori la rende a Budapest il nemico pubblico numero uno, qualcosa da eliminare anche fisicamente». […]

ROBERTO SALIS PADRE DI ILARIA SALIS ROBERTO SALIS PADRE DI ILARIA SALIS

 

Non è cambiato lo status di detenuta pericolosa. Le aggressioni erano potenzialmente letali». Cosa pensa di questo?

«Mia figlia è stata trattata ancora come un cane».

 

È una scelta di Viktor Orban?

«L'Ungheria aveva la chiara intenzione di dare una prova di forza. E tutte le fandonie che ci vengono propinate sul fatto che sia impossibile interagire e interferire da parte del governo sul sistema giudiziario sono cose ridicole a cui non crederebbe nessuno. È una precisa decisione politica». […]

 

Si torna sempre alla questione del caso politico?

«Sì, ma non è per volontà di politicizzare a tutti i costi o meno la questione, davvero. Ci sono evidenti infrazioni a delle regole elementari, non ultima quella di condurre una cittadina italiana in catene davanti a un giudice. Lo hanno fatto un'altra volta con mia figlia. Ripeto: è qualcosa che non dipende dal potere giudiziario. Ma da una precisa volontà dell'esecutivo. È un messaggio dell'Ungheria all'Europa. Una prova di forza».

ilaria salis 5 ilaria salis 5

 

E voi, adesso, come state sotto a quest'esercizio di potere?

«Male. Molto male. Mia figlia è devastata». […]

ILARIA SALIS 2 ILARIA SALIS 2 ILARIA SALIS IN TRIBUNALE ILARIA SALIS IN TRIBUNALE ilaria salis ilaria salis LE CATENE AI PIEDI DI ILARIA SALIS LE CATENE AI PIEDI DI ILARIA SALIS ROBERTO SALIS PADRE DI ILARIA SALIS ROBERTO SALIS PADRE DI ILARIA SALIS

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...

DAGOREPORT – CHI SOGNA IL RITORNO DI TRUMP ALLA CASA BIANCA? DI CERTO NETANYAHU ED EMIRATI ARABI UNITI, MA TRA LE VEDOVELLE DI “THE DONALD” NON C’È PUTIN. “MAD VLAD” PREFERISCE IL PREVEDIBILE NEMICO BIDEN A QUEL MATTACCHIONE INAFFIDABILE DEL TYCOON (CHE GIUSTO IERI HA INVOCATO LE BOMBE AMERICANE SU MOSCA). UNA DIFFIDENZA POTENZIALMENTE UTILE A “SLEEPY JOE”: IL CREMLINO POTREBBE “CONCEDERGLI” LA PACE IN UCRAINA PER EVITARE IL RITORNO DI TRUMP – E LA MELONI? TIENE IL PIEDE IN DUE STAFFE: MANDA I SUOI ALLA CONVENTION CPAC, MA SI FA DARE I BACETTI DA BIDEN…