biden aborto

"SLEEPY JOE", BATTI UN COLPO SULL'ABORTO - DOPO LA SENTENZA CHOC DELLA CORTE SUPREMA, CRESCONO GLI APPELLI A BIDEN AFFINCHÉ APRA "CLINICHE PER LE INTERRUZIONI DI GRAVIDANZA SU TERRENI FEDERALI NEGLI STATI REPUBBLICANI CHE IMPORRANNO IL DIVIETO", IN MODO DA AIUTARE LE DONNE IN DIFFICOLTÀ - GLORIA FELDT, ATTIVISTA E FEMMINISTA: "È NECESSARIO TORNARE A FARE POLITICA DURA. L'URNA È IL POSTO DOVE BISOGNA GIOCARE IL TUTTO E PER TUTTO. LA GUERRA CIVILE È GIÀ IN CORSO"

1 - LE STRADE DELL’ABORTO

Francesco Semprini per “La Stampa

 

proteste contro la decisione della corte costituzione sull aborto 1

Si infiamma la protesta negli Usa dopo la sentenza con cui la Corte suprema ha riconosciuto il diritto a vietare l'aborto, mentre si profila uno scontro tra poteri, legislativo ed esecutivo da una parte e giudiziario dall'altra, destinato a toccare altri temi sui valori.

 

Le autorità Usa temono che le manifestazioni possano innescare derive violente come accaduto nel fine settimana a Portland in Oregon, sotto scacco di estremisti di sinistra. Un gruppo di 100 manifestanti pro-aborto ha spaccato vetrine e imbrattato alcuni palazzi con slogan come «Morte alla Corte suprema».

 

joe biden 2

Il dipartimento per la Sicurezza Interna teme infiltrazioni di estremisti. La valutazione si basa «sull'aumento di episodi di violenza verificatosi a maggio dopo la fuga di notizie sull'opinione dei massimi giudici sull'aborto».

 

Già nelle settimane scorse un ventenne della California era stato arrestato vicino all'abitazione in Maryland del giudice conservatore Brett Kavanaugh, mentre minacciava di ucciderlo. Ora l'allarme, avverte il dipartimento, potrebbe durare «settimane»: nel mirino ci sono giudici, funzionari governativi e statali, ma anche le cliniche e le proteste pro-aborto.

 

PROTESTE PRO ABORTO 1

Il senso più legittimo e sano della protesta ha però prevalso in molte altre piazze e dal New Jersey alla Pennsylvania, dall'Illinois alla California, dal New Mexico al Texas le manifestazioni si sono svolte in modo pacifico.

 

PROTESTE PRO ABORTO 2

A New York le proteste sono cadute nel weekend del Pride e migliaia di persone sono scese in strada per celebrare la comunità Lgbtqi+. Il panorama politico sembra intanto profilare uno scontro tra poteri, con Casa Bianca e Congresso pronte a dare battaglia alle decisioni della Corte suprema a trazione conservatrice, come accaduto per il provvedimento con cui Capitol Hill ha limitato la circolazione delle armi da fuoco 24 ore dopo la sentenza di segno opposto dei nove togati.

 

OCASIO CORTEZ E LE PROTESTE PRO ABORTO 2

Alexandria Ocasio-Cortez ha chiesto a Joe Biden una prova di reattività, aprendo «cliniche per l'aborto su terreni federali negli Stati repubblicani che imporranno il divieto». «Ci sono azioni che il Presidente può mettere in campo. Questo è il primo passo», ha detto la pasionaria della sinistra Dem.

 

Anche la senatrice progressista Elizabeth Warren ha invitato il Presidente ad «esplorare fino a che punto si possono utilizzare i terreni federali per proteggere le donne che hanno bisogno di accedere all'aborto negli Stati che hanno vietato l'aborto».

 

STATI UNITI - PROTESTE PER L'ABOLIZIONE DEL DIRITTO DI ABORTO

Il dibattito irrompe nella campagna per le elezioni di metà mandato, come ricordano gli appelli dei senatori Raphael Warnock e Gary Peters a mantenere la diga blu per arginare l'ondata rossa della controriforma.

 

L'obiettivo è legiferare per replicare alle sentenze dei giudici, colmando i vuoti legislativi che consegnano la disciplina di altri temi caldi, come i matrimoni tra persone dello stesso sesso o la contraccezione, all'Alta corte (la cui fiducia degli americani, spiega un sondaggio Gallup, precipita al 25%) e all'attuazione degli Stati conservatori. La governatrice repubblicana del South Dakota proibirà ad esempio «gli appuntamenti di telemedicina per impedire alle donne di ottenere pillole abortive con la prescrizione online e riceverle per posta».

 

Scenari dinanzi ai quali sono destinati a moltiplicarsi i viaggi «pro-choice», grazie anche alla mobilitazione della Corporate America (Apple, Starbucks, Amazon, Tesla, Citigroup) che si impegnano a coprire le spese delle dipendenti che dovessero andare fuori dallo Stato di residenza per interrompere una gravidanza.

 

2 - GLORIA FELDT: "PUNIAMO I POLITICI CON IL VOTO, LA GUERRA CIVILE È GIÀ IN CORSO "

Simona Siri per “La Stampa

 

Gloria Feldt 2

Ex ad e presidente di Planned Parenthood, l'organizzazione senza scopo di lucro che fornisce assistenza sanitaria riproduttiva negli Stati Uniti e che lei ha diretto dal 1996 al 2005, Gloria Feldt non è solo una delle voci storiche del femminismo americano, ma ha anche vissuto in prima persona battaglie fondamentali, come quella per l'approvazione di Plan B, la famosa «pillola del giorno dopo» approvata dalla Fda nel 2006.

 

Il giorno dopo il ribaltamento da parte della Corte Suprema della sentenza che rendeva l'aborto legale a livello federale, Feldt è intenzionata a guidare la nuova stagione di lotte per i diritti delle donne.

 

Gloria Feldt 1

Il ribaltamento di Roe vs Wade non è stata una sorpresa, eppure la sensazione è di sgomento: è così?

«Le associazioni che difendono il diritto di scelta erano preparate al fatto che la Roe sarebbe stata cancellata, ma si sono impegnate troppo poco affinché ciò non avvenisse. Non è una cosa insolita per i movimenti passare in modalità difensiva una volta che hanno vinto una battaglia e certamente il movimento per i diritti riproduttivi ha vinto delle battaglie negli ultimi 50 anni».

 

Come e da dove devono ricominciare a lottare le donne?

«È necessario tornare a fare politica dura. L'urna è il posto dove bisogna giocare il tutto e per tutto, essere disposte a votare su questi temi, organizzarsi intorno a questi problemi. Punire i politici che non supportano i nostri diritti, i diritti riproduttivi e la parità.

 

nancy pelosi

Sono così seccata con Nancy Pelosi per aver sostenuto l'unico democratico anti-aborto rimasto alla Camera (Henry Cuellar, ndr). È il momento di far diventare l'aborto un motivo dirimente di voto. In democrazia niente è vinto per sempre, dobbiamo continuare a lottare non in modalità difensiva, ma con un'agenda proattiva».

 

Chi può guidare questa nuova stagione?

«Le giovani donne nere. Perché sono quelle che pongono la questione nel modo giusto, considerando il diritto di decidere autonomamente se avere o meno un figlio come un diritto civile. Roe si basava sul diritto alla privacy, non è mai stato abbastanza forte da resistere sul lungo periodo.

 

Gloria Feldt 3

Ma i diritti civili sì e non c'è diritto più importante per le donne che decidere cosa fare con il proprio corpo. Per essere una cittadina alla pari, una donna deve avere questa capacità. La conversazione da oggi in avanti deve essere in questi termini e nella consapevolezza che non si tratta di opinioni, non esiste l'altro aspetto della medaglia riguardo al fatto che le donne debbano essere cittadini alla pari».

 

In molti scrivono che per le donne è come tornare indietro di 50 anni. Ma il mondo non è più come nel 1973.

«Vero, molte cose sono diverse: abbiamo l'aiuto della tecnologia, Internet, una capacità di connetterci che prima non c'era. E le donne oggi sono molto più istruite. Se pensiamo che nel 1873, 100 anni prima di Roe, era illegale mandare via posta informazioni sulla contraccezione.

 

proteste pro aborto in america 4

Ora le donne hanno accesso a queste informazioni e chi vorrà abortire, per qualsiasi ragione voglia farlo, probabilmente troverà il modo di farlo. Quello che non vogliamo è che si torni a morire. E purtroppo sappiamo già che succederà, ci saranno delle morti: donne a basso reddito, giovani, che vivono nelle zone rurali e non hanno istruzione o accesso a un certo tipo di informazione».

 

Anche il diritto ai farmaci anticoncezionali è a rischio?

«Se si legge la motivazione del giudice Clarence Thomas è chiaro che i prossimi obiettivi sono gli anticoncezionali e i matrimoni gay».

 

proteste pro aborto in america 3

Non suona surreale anche solo immaginarlo?

«Assolutamente. In questo momento sembra che il destino delle donne stia andando avanti e indietro alla stessa velocità: professionalmente arrivano dove non erano mai arrivate e allo stesso tempo sono riportate indietro di decenni sui loro diritti. E forse non è una coincidenza che questo stia succedendo adesso: il patriarcato non rinuncia al potere facilmente. Conscio o inconscio, è indubbio che tra gli uomini bianchi ci sia un bisogno selvaggio di mantenere il potere».

 

L'aborto può essere il tema che spacca davvero gli Usa?

«Più di due terzi degli americani vogliono che l'aborto rimanga legale e più regolamentazione sulle armi da fuoco. Da un punto di vista politico e intellettuale la guerra civile è già in corso».

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)