bettini zingaretti conte

REGIONALI, L'INCUBO DEL GOVERNO (E QUALCUNO SI ATTACCA AL COVID PER RINVIARE IL VOTO...) - SE IL 3 (PUGLIA, TOSCANA, MARCHE) A 3 (VENETO, CAMPANIA, LIGURIA) È CONSIDERATO LA SOGLIA DELLA SALVEZZA DA ZINGARETTI, IL 4 A 2 IN FAVORE DEL CENTRODESTRA (PUGLIA E MARCHE ALLA DESTRA), DIFFICILMENTE IL GOVERNO POTREBBE SOPRAVVIVERE ALLA CRISI DEL PD, PROIETTANDO LA SUA OMBRA SULLE ALTRE TRATTATIVE IN CORSO, DALLA LEGGE ELETTORALE AL PIANO DI RIFORME CHE CONTE DOVREBBE PRESENTARE A BRUXELLES ENTRO IL PROSSIMO 15 OTTOBRE

1 - REGIONALI L'INCUBO DEL 4-2 CHE INCOMBE SUL GOVERNO

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

conte emiliano

La prima verifica dell'accordo Pd-5 stelle sancito dal voto sulla Piattaforma Rousseau sarà rappresentata dalle intese per candidature comuni nelle regioni in cui si vota il 20 settembre. Il tempo è poco. Le liste vanno presentate entro il 21 agosto, venerdì di questa settimana.

 

Escluse la Campania (la ricandidatura di De Luca è inaccettabile per i grillini) e la Puglia (altrettanto quella di Emiliano), restano le Marche, dove Zingaretti spera che il Movimento alla fine accetti il presidente dell'Anci (sindaci) locale Mangialardi, ciò che potrebbe evitare che l'amministrazione cada nelle mani del centrodestra, com' è già accaduto per l'Umbria. In Toscana il candidato renziano Giani è in vantaggio.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

In Liguria sarà difficile che il candidato comune Sansa, giornalista del "Fatto", passi avanti al governatore in carica Toti. In Veneto la partita è chiusa con Zaia vincitore o stra-vincitore. Al dunque, stando alle previsioni che il leader del Pd considera accettabili, la partita potrebbe chiudersi con un 3 a 3, un passo indietro rispetto al 4 a 2 attuale, e con la Puglia di Emiliano, insidiato anche dalla candidatura di disturbo di Scafarotto (Italia viva), che finisce, meglio sarebbe dire torna, nelle mani di Fitto, di recente approdato in Fratelli d'Italia, e del centrodestra.

 

berlusconi salvini meloni fitto

Ma che succederebbe se nei due giorni che mancano alla scadenza delle liste alla fine, pur senza mettere in discussione l'allargamento in periferia dell'alleanza di governo, i 5 stelle si dichiarassero indisponibili a sperimentare il "nuovo centrosinistra" nelle Marche?

 

O peggio se, malgrado l'apertura siglata al centro e confermata dal voto degli iscritti, a livello locale emergessero resistenze tali da vanificarla? O ancora peggio se, stretto il patto a livello di gruppi dirigenti, l'elettorato grillino marchigiano abituato a combattere contro il Pd disertasse le urne?

 

Se il 3 a 3 è considerato la soglia della salvezza da Zingaretti, il 4 a 2 in favore del centrodestra, in sostanza un capovolgimento degli equilibri attuali, difficilmente potrebbe non avere effetti sugli assetti di governo, proiettando la sua ombra sulle altre trattative in corso, dalla legge elettorale al piano di riforme che Conte dovrebbe presentare a Bruxelles entro il prossimo 15 ottobre.

 

2 - TRE STRADE PER L'INTESA SULLE REGIONI MA NEI TERRITORI M5S E PD RESISTONO

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

conte emiliano

 

La volontà di provarci fino all' ultimo momento c' è tutta, la probabilità che un accordo complessivo venga raggiunto resta bassa. A pochi giorni dalla chiusura ufficiale delle liste (sabato mattina), i leader della maggioranza trattano febbrilmente per raggiungere un' intesa su due delle Regioni che andranno al voto il 20 e 21 settembre - Marche e Puglia - dove il fronte si presenta diviso e la vittoria dei candidati che sostengono il governo è a rischio.

 

matteo salvini luca zaia e le ciliegie 2

Se infatti in Liguria Pd e M5S sono riusciti a presentare un candidato comune, Ferruccio Sansa, mentre in Veneto e in Campania il tentativo è naufragato subito per opposte ragioni (Zaia è considerato imbattibile mentre De Luca è comunque in forte vantaggio, come in Toscana dove il pd si sente forte), nelle Marche dove il candidato del centrodestra Acquaroli è avanti e in Puglia dove l' uscente Emiliano è tallonato da Fitto, lo sforzo per non uscire con una sconfitta che potrebbe avere ripercussioni sul governo è massimo.

Vincenzo De Luca attovagliato con Dago da Mimi alla Ferrovia, Napoli

 

Raccontano che Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio siano in collegamento continuo con la stessa volontà di trovare una soluzione. La prima - la più ardua in assoluto - prevederebbe un ritiro contestuale dei candidati in campo in favore di nomi terzi. Ma i tempi sono strettissimi, ed è quasi impossibile immaginare una rinuncia di Emiliano, presidente uscente e figura fortissima nel partito e sul territorio.

 

conte emiliano

La seconda è quella sponsorizzata dal Pd, sia nazionale che locale: il M5S dovrebbe rinunciare ai propri candidati sia nelle Marche che in Puglia, in cambio di vice presidenti e - in caso di vittoria - posti in giunta pesanti.

Bettini e Zingaretti

 

Da tempo lavorano a questo scenario sopratutto i due partiti di Pesaro, il cui sindaco Matteo Ricci ha già in giunta il M5S, ma in regione non sono gli unici a perorare la causa di un' intesa, nè fra i consiglieri nè fra i parlamentari. Intesa che resta però difficile, come in Puglia dove la candidata Laricchia - dell' ala dura del M5S - sembra indisponibile a passi indietro. Infine c' è un terzo scenario, anch' esso molto complicato sempre per volontà locali (contrario soprattutto il Pd marchigiano) e per il tempo limitato: un ritiro nelle Marche del candidato del Pd Mangialardi in favore di Mercorelli in cambio del contestuale abbandono della Laricchia in Puglia.

ANTONELLA LARICCHIA

 

Insomma, ci si proverà fino alla fine nonostante le grandi difficoltà che non portano all' ottimismo, mentre il centrodestra affila le armi per la sfida: sia Stefano Caldoro in Campania che Raffaele Fitto in Puglia chiedono a gran voce che la gestione dell' emergenza Covid sia affidata a commissari speciali nelle due regioni, per evitare che i rivali usino i loro poteri a fini propagandistici. E Matteo Salvini è convinto che gli avversari abbiano paura: Qualcuno pensa al rinvio del voto...».

Non succederà, ma tutto il resto può ancora succedere.

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…