indipendenza galles

REGNO DISUNITO – DOPO LA SCOZIA, VENTI DI INDIPENDENZA SOFFIANO PURE IN GALLES DOVE SI SENTONO DEFRAUDATI DELLA LORO RICCHEZZA DALL’INGHILTERRA: IL MOVIMENTO INDIPENDENTISTA E' PASSATO DAL 10% AL 39%. NON ABBASTANZA PER VINCERE, MA SUFFICIENTE A SPAVENTARE SOPRATTUTTO PERCHÉ IL 60% DEI GIOVANI VUOLE ROMPERE I PONTI - MA COME SI FINANZIEREBBE UN PAESE LA CUI SPESA TOTALE È DI 35 MILIARDI DI EURO ALL'ANNO, MA CHE RICEVE SOLO 20 MILIARDI DI TASSE CON IL DEFICIT SOVVENZIONATO DAGLI INGLESI?

Articolo di Rafael Ramos Bala per "la Vanguardia" pubblicato da "la Stampa"

 

indipendenza galles 1

Sulla via principale di Bala, cittadina di duemila abitanti nel Nordovest del Galles e uno degli ingressi al Parco Nazionale di Snowdonia, c' è una "estelada" la bandiera degli indipendentisti catalani. Più della britannica Union Jack, di cui non si vede l' ombra, la bandiera di gran lunga più presente è quella con il drago su fondo bianco e rosso, in una regione dove l' 80% della popolazione parla gaelico e la stragrande maggioranza è favorevole all' indipendenza.

 

adam price 1

Il movimento per l' indipendenza ha fatto molta strada negli ultimi vent' anni. Da aspirazione vista come eccentrica, marginale e irrealistica chiesta dal 10% degli abitanti, secondo un sondaggio del canale televisivo ITV di pochi giorni fa è passata a essere sostenuta dal 39% degli elettori, più o meno la stessa percentuale della Scozia poco prima del referendum del 2014. Non ancora abbastanza per vincere, ma sufficiente a spaventare Londra. Soprattutto perché il 60% dei giovani tra i 18 ei 24 anni vuole rompere i ponti.

 

indipendenza galles 7

In un Paese dove la politica da tempo immemorabile è dominata dai laburisti (Aneurin Bevan, il creatore del welfare britannico, era gallese), le elezioni regionali di oggi potrebbero rappresentare un punto di svolta. I laburisti rimarranno sicuramente la forza più votata, ma l' avanzata dei conservatori e del nazionalista Plaid Cymru (PC) potrebbe rendere inevitabile un governo di coalizione. Un patto con i Tories è impensabile, ma non con gli indipendentisti, che chiederebbero in cambio un referendum sulla secessione. Il PC, che aspira ad aumentare i 10 deputati (su un totale di 60) che ha alla Senned (il Parlamento), è passato dal sostenere l' autonomia alla difesa di un nazionalismo patriottico benigno e inclusivo come quello dello SNP scozzese che fa appello a numerosi segmenti della popolazione. Compresi i laburisti che per metà sono a favore dell' indipendenza.

indipendenza galles 6

 

«Dobbiamo reinventarci come nazione - afferma Adam Price, leader di Plaid Cymru -.

Storicamente, siamo stati una nazione invisibile di tre milioni di persone, più povera e più piccola della Scozia, irrilevante, periferica e trascurata, la cui economia è stata distrutta da Margaret Thatcher negli Anni '80, piena di comunità postindustriali depresse, dove un terzo dei bambini vivono al di sotto della soglia di povertà, ci sono banchi alimentari e code agli ospedali. L' Inghilterra ci ha annessi nel XIII secolo ed è tempo di porre fine a ottocento anni di relazioni coloniali ».

capel celyn

 

Le origini del movimento indipendentista gallese risalgono al 1965, quando Westminster, nonostante le proteste, decise di sommergere la pittoresca cittadina di Capel Celyn per costruire, con i mattoni delle sue case, le pietre della sua chiesa, il calcare e l' argilla delle sue fattorie condannate, una diga che fornisce acqua alla città di Liverpool, a settanta chilometri di distanza. È stata la migliore prova di come i governi inglesi fossero disposti a sacrificare gli interessi del Galles. Ancora oggi lo slogan «Cofiwch Dryweryn» («Ricordate Treweryn») campeggia su poster, adesivi sulle auto, cartelli alle finestre e graffiti.

Tuttavia, si trattava di un movimento minoritario.

capel celyn 3

 

Nel 1979 i gallesi rifiutarono l' autonomia con un ampio margine, per approvarla diciotto anni dopo con un margine minimo (50,22%). La gestione della pandemia ha aperto un nuovo mondo nella politica del paese del drago. La gente si è resa conto che il controllo dei propri affari, della salute, dell' istruzione e dell' agricoltura, è importante. E la stragrande maggioranza sostiene l' atteggiamento più restrittivo delle sue autorità (confinamento, chiusura di pub e scuole) contro il populismo libertario di Boris Johnson. Per mesi i cartelli con la scritta «Benvenuti in Galles» sono stati sostituiti da quelli con la scritta «Vietato l' ingresso in Galles».

indipendenza galles 8

 

«Le cose non torneranno mai come prima», dice il primo ministro laburista Mark Drakeford, 65 anni, un ex consigliere per la salute e le politiche sociali. Il Regno Unito ha bisogno di un nuovo assetto costituzionale. L' unica soluzione è il "confederalismo", un' associazione volontaria delle quattro nazioni, con il potere, i mezzi e il controllo distribuiti in modo equo, invece che concentrati in Inghilterra ». È un concetto che l' ex primo ministro Gordon Brown approva, ma l' antitesi delle intenzioni di Johnson, sostenitore di un centralismo giacobino che non vuole ampliare i poteri autonomi, bensì tagliarli (dopo la Brexit, Westminster si è avocato i poteri lasciati da Bruxelles, invece di darli alle nazioni). Mentre la Scozia gode di un proprio sistema legale, chiese, scuole e università, le istituzioni gallesi sono state assorbite dall' Inghilterra.

indipendenza galles 4

 

«Storicamente, i nostri vicini hanno rubato la nostra ricchezza, preso la nostra energia eolica, usandoci come una sorta di parco giochi. La Thatcher ha chiuso le miniere e da allora ci sono rimasti solo agricoltura, allevamento e turismo, e un' economia di bassi salari, senza posti di lavoro per le vecchie classi lavoratrici, dipendente per l' 80% dal settore dei servizi - lamenta l' economista Calvian Blanchford -. A differenza degli scozzesi, non abbiamo petrolio.

 

boris johnson

Londra pensa che siamo troppo poveri, troppo piccoli e troppo stupidi per essere indipendenti. Sbaglia».

I sovranisti gallesi credono di aver imparato la lezione della Scozia (il cui referendum è stato sconfitto dal 55-45% sette anni fa), e non pongono il dibattito in termini filosofici, ma sui dettagli.

La domanda è come si finanzierebbe un paese la cui spesa totale è di 35 miliardi di euro all' anno, ma che riceve solo 20 miliardi di tasse, con il deficit sovvenzionato dall' Inghilterra in base alla cosiddetta formula di Barnett, che calcola il contributo del Stato centrale alle autonomie.

indipendenza galles 5

 

«Vogliamo un nuovo Stato più libero, più democratico, più equo e più progressista, in cui l' indipendenza non sia incompatibile con il mantenimento dell' identità inglese da parte di coloro che lo desiderano», spiega Adam Price, leader di Playd Cymru. Il suo discorso ha sempre più seguaci a Snowdonia e nelle zone rurali dell' Ovest e del Nord del Paese, ma non è così nel Sud e nell' Est, nelle valli minerarie di Rhondda, nelle principali città e nel poroso confine con l' Inghilterra (molti inglesi lavorano dall' altra parte ma hanno le loro case e votano in Galles perché la qualità della vita è migliore e tutto costa meno).

indipendenza galles 2

 

A Dwyfor Meirionydd, una delle zone più povere, con uno stipendio medio annuo di 25 mila euro pro capite, il 60% delle abitazioni sono seconde case e si vendono per oltre 400 mila euro. Le strade e le ferrovie non sono tracciate da Nord a Sud ma da Ovest a Est, sempre rivolte verso Liverpool.

 

dwyfor meirionydd

Una delle città più inglesi è Wrexham (65.000 abitanti), ex roccaforte laburista che alle ultime elezioni generali è passata per la prima volta dal 1935 ai conservatori, affascinata dalla Brexit e dal populismo johnsoniano, ma dove ora è nato un centro per la diffusione della lingua gaelica (parlata solo dal 20% dei gallesi). «La gente vive in uno stato di perenne malcontento», dice Carrie Harper, candidata per Plaid Cymru. Prima era contro Bruxelles e pensava che andarsene sarebbe stata la panacea. Adesso è con Cardiff e Westminster, perché non è cambiato nulla. La soluzione è l' indipendenza». «Nessun potere coloniale è generoso. Se siamo poveri, è proprio perché non siamo indipendenti», afferma Adam Price.

mark drakefordcapel celyn 1indipendenza galles 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”